Corruzione: l’Italia migliora nella speciale classifica. Ora è al 53° posto

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Corruzione: l'Italia ha guadagnato 19 posizioni dal 2012 a oggi, secondo l'indice CPI 2018 di Transparency. Determinanti sarebbero state la legge Severino e l’istituzione dell'Anac. Ma la recente indagine della Cgia di Mestre è molto meno ottimista.

Corruzione: l'Italia migliora nella speciale classifica. Ora è al 53° posto

Corruzione in Italia, buone notizie in arrivo per la reputazione dell’amministrazione pubblica italiana.

Stando ai risultati del CPI, l’Indice di percezione della corruzione 2018, promosso dall’associazione Transparency International, l’Italia è tra i venti paesi al mondo che hanno registrato il miglioramento più marcato della loro valutazione rispetto al 2012: dieci punti in più (due in più sullo scorso anno) e ascesa di 19 posizioni.

L’Italia si attesta ora al 53° posto nella classifica mondiale con 52 punti su 100 (0 altamente corrotto, 100 per nulla corrotto).

Tra i migliori appaiono Danimarca e Nuova Zelanda. Peggioramenti significativi registrano, invece, Australia, Ungheria e Turchia. Più di due terzi dei paesi presi in considerazione hanno un punteggio inferiore a 50.

I risultati dell’indagine, basati su 13 sondaggi e valutazioni di esperti in materia di corruttela del settore pubblico, sono stati presentati a Roma il 29 gennaio nel quartier generale dell’Anac, l’Autorità nazionale contro la corruzione con un parterre di rilievo: il presidente di Anac Raffaele Cantone, la presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Sarti del Movimento 5 Stelle e di Virginio Carnevali, al vertice di Transparency Italia.

Corruzione in Italia: la legge Severino e la nascita di Anac

A determinare il miglioramento della percezione della corruzione in Italia, secondo Transparency ci sarebbero dei precisi atti normativi: la legge 6 novembre 2012, n. 190, nota come legge Severino e nel 2014 l’istituzione dell’Anac.

“Siamo sulla strada giusta - ha infatti dichiarato il presidente di Transparency International Italia - ma non dobbiamo assolutamente accontentarci. C’è ancora molto da fare, a partire dall’implementazione della recentissima legge anticorruzione, una legge che andrà valutata sulla sua capacità di incidere concretamente nel Paese”.

Tuttavia, la stessa associazione promotrice dell’indagine ammette che nel settore pubblico rimangono alti livelli di corruzione, mancanza di trasparenza e conflitti d’interesse che rendono ancora un obiettivo da raggiungere la riconquista della fiducia dei cittadini.

“Le nuove norme sul finanziamento alla politica vanno in questa direzione - afferma il direttore di Transparency, Davide Del Monte - ma, senza regole sulla trasparenza di chi cerca di influenzare la decisioni pubbliche e quindi delle attività di lobbying, non potranno mai essere pienamente efficaci. Ci auguriamo quindi che il governo intervenga al più presto anche su questo tema”.

L’ottimismo e il Whistleblowing

Il dubbio sull’ottimismo della ricerca è comunque lecito, dato che una recente rilevazione condotta dalla Cgia di Mestre è arrivata a conclusioni molto meno positive anche sul tema della corruzione nella pubblica amministrazione.

Peraltro, quest’ultima indagine è stata realizzata su dati della Commissione Europea derivanti da quesiti posti ai cittadini e non soltanto a esperti del settore come nel caso di Transparency.

A scanso di dubbi, comunque, l’Anac nel frattempo ha annunciato il 15 gennaio che la pubblica amministrazione nella lotta alla corruzione ha a disposizione un nuovo strumento: si tratta della piattaforma informatica “Whistleblower” per l’acquisizione e la gestione delle segnalazioni di illeciti da parte dei pubblici dipendenti.

La piattaforma consente la compilazione, l’invio e la ricezione delle segnalazioni di presunti illeciti, nonché la possibilità per l’Ufficio del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza che le ricevesse, di comunicare in forma riservata con la persona che segnala senza conoscerne l’identità.

Insomma, l’ottimismo aiuta il morale di chi lavora nelle amministrazioni pubbliche, ma gli strumenti e le tecnologie sono un elemento decisamente più concreto.

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