Il congedo di 10 giorni spetta anche alla madre intenzionale

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Il congedo di 10 giorni, attualmente previsto per i neo papà, spetta anche alla lavoratrice madre intenzionale in una coppia di donne. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale

Il congedo di 10 giorni spetta anche alla madre intenzionale

Anche la madre intenzionale ha diritto al congedo di 10 giorni pienamente retribuiti, quello che ad oggi è noto come congedo di paternità.

A stabilirlo è la Corte Costituzionale nella sentenza pubblicata il 21 luglio.

Secondo la Consulta è costituzionalmente illegittimo l’articolo 27-bis del Testo unico sulla maternità e paternità, nello specifico nella parte in cui non riconosce il congedo di paternità obbligatorio alla lavoratrice, genitore intenzionale in una coppia di donne che risultano genitori nei registri dello stato civile.

Il congedo di 10 giorni spetta anche alla madre intenzionale

Anche le lavoratrici madri intenzionali hanno diritto al doppio congedo, di maternità e paternità. Nello specifico, il congedo obbligatorio di 10 giorni, attualmente riconosciuto ai padri, deve essere concesso anche alla lavoratrice, genitore intenzionale in una coppia di donne che risultano genitori nei registri dello stato civile.

A stabilirlo è la Corte Costituzionale nella sentenza n. 115 pubblicata oggi, 21 luglio. La Consulta si è espressa in merito alla questione sollevata dalla Corte d’appello di Brescia, che aveva ritenuto discriminatoria la disposizione attuale, che consente soltanto al padre di fruire del congedo di paternità obbligatorio, pari appunto 10 giorni di astensione dal lavoro retribuiti al 100 per cento, escludendo, quindi, dal beneficio la “seconda madre”.

Nello specifico, la Corte ha ritenuto costituzionalmente illegittimo l’articolo 27-bis del testo unico Testo unico sulla maternità e paternità (il decreto legislativo n. 151/2001) nella parte in cui non riconosce il congedo obbligatorio di 10 giorni alla lavoratrice, genitore intenzionale in una coppia di donne che risultano genitori nei registri dello stato civile.

Con la sentenza, dunque, la Corte ha ritenuto irragionevole la disparità di trattamento tra le coppie di genitoriali composte da persone di sesso diverso e “coppie composte da due donne riconosciute come genitori di un minore legittimamente attraverso tecniche di procreazione medicalmente assistita svolte all’estero conformemente alla lex loci”.

Come osserva la Corte, queste ultime condividono un progetto di genitorialità e hanno assunto, al pari della coppia eterosessuale, la titolarità giuridica di tutti quei doveri funzionali alle esigenze del minore e che l’ordinamento considera inscindibilmente legati all’esercizio della responsabilità genitoriale.

L’orientamento sessuale non incide di per sé sull’idoneità all’assunzione di tale responsabilità”, ha precisato la Consulta. Ad essere al centro è sempre il minore e il suo diritto a mantenere un rapporto con entrambi i genitori, diritto riconosciuto a livello di legislazione ordinaria dagli articoli 315-bis e 337-ter del codice civile e da una serie di strumenti internazionali e dell’Unione Europea.

Come funziona il congedo di paternità?

Come funziona il congedo di 10 giorni obbligatorio?

Attualmente questa tutela spetta ai neo papà, i quali possono astenersi dal lavoro in occasione della nascita di un figlio o di una figlia.

Questi hanno diritto a un congedo obbligatorio di 10 giorni (20 in caso di parto plurimo) coperti da una indennità pari al 100 per cento della retribuzione.

Il congedo di paternità obbligatorio, da non confondere con il congedo parentale, è indipendente dal beneficio che spetta alla madre ed è aggiuntivo rispetto a quest’ultimo.

Questo periodo di astensione spetta ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che diventano padri ed è accessibile anche in caso di adozione o affidamento.

Con la sentenza della Corte Costituzionale sarà accessibile anche alle madri intenzionali in una coppia di donne indicate come genitori nei registri dello stato civile. L’INPS sarà quindi chiamato ad aggiornare i propri sistemi per permettere anche la presentazione della domanda di congedo alle nuove beneficiarie.

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