Codici RAE, SAE e ATECO: ecco cosa sono, come individuarli e a cosa servono

Spesso le banche richiedono a imprenditori e liberi professionisti i codici RAE, Ramo di Attività Economica, e SAE, Sottogruppi di Attività Economica: cosa sono e come si individuano? Una panoramica sul tema.
Vengono utilizzati ancora oggi dalle banche per censire le attività economiche delle imprese, questa funzione per le Camere di Commercio o per le Agenzie Fiscali, giusto per citare due tra i più frequenti casi, è stata invece assorbita dalla più nota classificazione delle attività economiche pubblicata dall’ISTAT, la ATECO 2007, versione nazionale della nomenclatura europea NACE.
Codici RAE e SAE: cosa sono
Il codice RAE, Ramo di Attività Economica era un codice a 3 cifre derivato delle tabelle di attribuzione derivate dalla NACE, Nomenclatura delle Attività economiche nella Comunità Europea, ideata da Eurostat nel 1970 al fine di creare una base statistica uniforme di riferimento per l’intero territorio dell’Unione Europea utile a garantire l’uniformità di contabilità reale e finanziaria ed assicurare una coerenza dei dati di raffronto tra i paesi aderenti.
La classificazione RAE è stata dismessa dalla Banca d’Italia a partire da giugno 2010, come previsto dal 3° aggiornamento della Circolare n. 140. Da tale data, la Banca d’Italia non utilizza più la classificazione RAE, né ha previsto un raccordo ufficiale con i codici ATECO
Il codice SAE, Sottogruppi di Attività Economica, identifica l’attività dell’impresa. Il riferimento è dato dalla normativa europea e più precisamente dalla classificazione SEC 2010, Sistema europeo dei conti nazionali e regionali dell’Unione Europea, adottato dagli Stati dell’Unione nel Settembre 2014, con il recepimento del Regolamento Ue n. 549/2013. Il codice SAE è attribuito e aggiornato dagli intermediari bancari e finanziari, secondo le istruzioni contenute nella Circolare n. 140 della Banca d’Italia. La classificazione è utilizzata dalla Banca d’Italia esclusivamente per finalità statistiche e non ha valore certificativo.
Perché le banche richiedono i codici RAE e SAE
I codici SAE vengono richiesti dalle banche in occasione delle aperture dei rapporti od anche in caso di pratiche di affidamento, prestiti e finanziamenti e fino a pochi anni fa erano desumibili dalle visure camerali.
Utilizzati dal sistema bancario per la classificazione e valutazione del livello di rischio ed affidamento di una società o di una ditta servono anche per comunicare una serie di dati afferenti la propria clientela alla Banca d’Italia.
Ma non sono utilizzati solo in ambito bancario in quanto utilizzati anche per elaborazione statistiche da parte degli istituti preposti quali ISTAT per l’Italia e l’Eurostat per il contesto comunitario.
Come ottenere i codici SAE e RAE
Spesso sono i referenti bancari che una volta acquisita una dettagliata informazione dell’attività svolta dall’impresa attribuiscono i codici partendo dalla ultima versione aggiornata della circolare della Banca d’Italia, la 140 dell’11 febbraio 1991, e dalle tabelle ad essa allegate a disposizione degli operatori ma può anche accadere che i parametri a disposizione non siano sufficienti a identificare autonomamente un codice rispondente ai criteri del NACE, come pure stessa sorte può accadere per la codifica SAE.
Rispetto al RAE, come detto sopra, questo è stato dismesso dalla Banca d’Italia a partire da giugno 2010, come previsto dal 3° aggiornamento della Circolare n. 140.
Trattandosi di nomenclature dettate da una normativa sovranazionale, si consiglia comunque di evitare scelte discrezionali o non sufficientemente supportate da dati oggettivi ed in tal caso utilizzare provvisoriamente la classificazione appositamente prevista dalla circolare numero 140 alla sua pagina 26:
“ … Settore: UNITA’ NON CLASSIFICABILI E NON CLASSIFICATE (cod. 099)
Sono inclusi in questo settore i titolari di strumenti al portatore e, temporaneamente, i soggetti per i quali l’intermediario non sia riuscito a individuare l’appropriata classificazione e abbia interpellato in merito la Banca d’Italia. …”.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Codici RAE e SAE: cosa sono e come individuarli