Ruffini: “Agenzia delle Entrate al lavoro sui testi unici tributari”

Francesco Oliva - Pubblica Amministrazione

L'Agenzia delle Entrate darà un concreto supporto alla stesura dei nuovi testi unici tributari previsti dalla delega fiscale

Ruffini: “Agenzia delle Entrate al lavoro sui testi unici tributari”

Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini è intervenuto ieri, 19 aprile, al convegno Le politiche di sviluppo del Paese, organizzato a Roma dallo studio ADVANT Nctm, un’associazione europea di studi legali leader di settore.

In questa occasione il Direttore delle Entrate è tornato a parlare di riforma fiscale, evidenziando come l’amministrazione finanziaria fornirà un supporto fondamentale all’attuazione della delega fiscale, con particolare riferimento al processo di codificazione del diritto tributario italiano.

Com’è ormai ampiamente noto a chi ci legge, infatti, uno dei temi maggiormente ricorrenti dal punto di vista fiscale è quello legato all’esigenza di semplificazione del sistema amministrativo e tributario: in Italia ci sono troppe norme, spesso e volentieri disorganiche.

Lo stesso Direttore Ruffini ricorda spesso che oggi per compilare la dichiarazione dei redditi in Italia si debba seguire un manuale di istruzioni ministeriali di oltre 450 pagine. Negli anni ’50, ricorda lo stesso Ruffini, il Paese era nel pieno boom economico e le prime dichiarazioni dei redditi potevano essere compilate seguendo istruzioni di circa 14 pagine.

È evidente che questo periodo storico sia più complesso e le economie dei grandi Paesi sviluppati siano tra loro interconnesse come non mai. Ma ciò non giustifica questo tipo di complessità, dovuta soprattutto alle numerosissime deroghe introdotte alla tassazione ordinaria.

Il caso più evidente è rappresentato dalle tax expenditure, cioè l’insieme di esenzioni, detrazioni, deduzioni e agevolazioni fiscali di qualsiasi natura, diventate numerosissime e spesso oggetto di interventi di modifica annuale o, addirittura, infrannuale.

In questo contesto appare evidente come l’attuale intervento di riforma assuma contorni storici: si parla di un intervento molto simile a quello di inizio anni ’70 che, come sappiamo, portò alla stesura di una serie di provvedimento ancora in vigore in materia di IVA, accertamento, ecc.

Il coinvolgimento proattivo della Pubblica Amministrazione è quindi fondamentale per consentire alla politica di concretizzare al meglio questa opportunità.

La Legge delega è stata approvata in Cdm nel mese di marzo ed oggi è in corso l’iter parlamentare di approvazione.

In materia di codificazione tributaria il Governo si è posto un obiettivo ambizioso.

Entro dodici mesi dall’entrata in vigore della delega fiscale, infatti, l’Esecutivo sarà delegato a adottare uno o più decreti legislativi, di riordino organico delle disposizioni che regolano il sistema fiscale, mediante la redazione di testi unici, attenendosi a precisi principi e criteri direttivi:

a) puntuale individuazione delle norme vigenti, organizzandole per settori omogenei, anche mediante l’aggiornamento dei testi unici di settore in vigore;
b) coordinamento, sotto il profilo formale e sostanziale delle norme vigenti, anche di recepimento e attuazione della normativa dell’Unione europea, apportando le necessarie modifiche, garantendone e migliorandone la coerenza giuridica, logica e sistematica, tenendo anche conto delle disposizioni recate dai decreti legislativi eventualmente adottati ai sensi dell’articolo 1;
c) abrogazione espressa delle disposizioni incompatibili ovvero non più attuali.

Le attività di cui sopra porteranno all’adozione dell’ultimo dei decreti legislativi previsti dalla delega, che affiderà al Governo il compito di attuare il riassetto delle vigenti disposizioni di diritto tributario per la raccolta in un codice articolato:

  • in una parte generale, recante una disciplina unitaria degli istituti comuni del sistema fiscale;
  • e una parte speciale, contenente la disciplina delle singole imposte, al fine di semplificare il sistema tributario, migliorare la chiarezza e conoscibilità delle norme fiscali, la certezza dei rapporti giuridici, l’efficienza dell’operato dell’Amministrazione finanziaria.

È un’occasione storica, da non perdere.

Riuscire ad avere un sistema aggiornato di testi unici tributari consentirebbe di semplificare il sistema, dare certezza agli operatori nazionali e consentire alle imprese estere di investire in Italia senza temere che la complessità delle regole possa essere un fattore talmente dirompente da condizionarne la scelta.

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