Pensioni, quota 100: possibile una rimodulazione delle finestre d’uscita

Guendalina Grossi - Pensioni

Il Governo giallo-rosso non apporterà nessuna modifica a quota 100, ma è possibile che ci sarà una rimodulazione delle finestre d'uscita. Ecco tutto quello che c'è da sapere.

Pensioni, quota 100: possibile una rimodulazione delle finestre d'uscita

Pensioni, quota 100: il Governo giallo-rosso ha più volte dichiarato che nessuna modifica verrà apportata alla misura introdotta dal DL 4/2019.

Nelle ultime ore, però, è spuntata una nuova proposta che riguarda una rimodulazione delle finestre d’uscita.

Intanto Italia Viva ha chiesto nuovamente l’abolizione della misura introdotta dal Governo giallo-verde per superare la Legge Fornero, ma la richiesta del partito politico, creato da Matteo Renzi, non sembra interessare il Movimento 5 Stelle che ci ha tenuto a ribadire che quota 100 non si tocca.

Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste la nuova proposta che riguarda la rimodulazione delle finestre d’uscita per quota 100.

Pensioni, quota 100: possibile una rimodulazione delle finestre d’uscita

Sul tavolo del Consiglio dei Ministri è arrivata una nuova proposta che riguarda quota 100 ed in particolare la rimodulazione delle finestre d’uscita.

In particolare la proposta prevede il ricorso a una decorrenza unica per dipendenti privati, i lavoratori autonomi e il pubblico impiego di 9 mesi dalla certificazione dei requisiti minimi di 62 anni e 38 di contributi.

Questo significherebbe far aspettare un semestre in più ai lavoratori del settore privato e 90 giorni in più gli statali. Mossa che determina uno scavallamento al 2021 di almeno un terzo della spesa preventivata per il secondo anno della sperimentazione, al netto delle minori domande attese e dell’inevitabile “effetto deterrenza”.

La proposta non riguarda i dipendenti della scuola, per i quali continua a valere il calendario legato all’anno scolastico, e resterebbero esclusi anche i pensionamenti anticipati con 42 anni e 10 mesi (41 e 10 mesi per le donne) sganciati dalla speranza di vita.

Adeguamento delle pensioni all’inflazione: la proposta sottoposta al CDM

Un’altra proposta avanzata al Governo riguarda l’ipotesi di ritoccare l’attuale schema di adeguamento delle pensioni all’inflazione: una correzione per portare dal 97 al 100% la percentuale di indicizzazione degli assegni da 1.522 fino a 2.029,68 euro lordi al mese.

I sindacati hanno fatto sapere che il governo si è impegnato ad aprire un tavolo entro aprile per una riforma organica della previdenza.

Non ci resta ora che aspettare e vedere quali novità verranno inserite nella nuova Legge di Bilancio alla quale il Governo giallo-rosso sta lavorando, in modo tale da capire quali misure verranno adottate per superare la Legge Fornero e riformare dunque il sistema previdenziale.

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