Partite IVA, lo sconto sui contributi che non c’è: domanda INPS bloccata

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Partite IVA, domanda di riduzione dei contributi del 50 per cento non ancora attiva, mentre si avvicina la nuova scadenza per il versamento degli importi relativi al 2025

Partite IVA, lo sconto sui contributi che non c'è: domanda INPS bloccata

In vigore dal 1° gennaio 2025, lo sconto del 50 per cento dei contributi per le nuove partite IVA resta al momento solo su carta.

Dopo la pubblicazione della circolare INPS del 24 aprile contenente le istruzioni operative, la “macchina” per l’avvio dell’agevolazione rivolta ai neo artigiani e commercianti pare essersi inceppata.

Dopo sette mesi dall’avvio e dopo tre mesi dai primi chiarimenti, non è ancora possibile fare domanda e anche per il versamento della seconda rata dei contributi fissi si rischia di dover pagare più di quanto effettivamente dovuto.

Partite IVA, lo sconto sui contributi che non c’è: domanda INPS bloccata

La riduzione dei contributi INPS per le nuove partite IVA resta una delle misure ancora inattuate previste dalla Legge di Bilancio 2025.

Dopo più di sei mesi dalla sua entrata in vigore sono diversi i provvedimenti ancora al palo. Tra questi lo sconto del 50 per cento riconosciuto per 36 mesi ai nuovi artigiani e commercianti rappresenta una delle misure più attese.

La pubblicazione della circolare n. 83/2025 aveva fatto pensare ad uno sblocco della procedura per il riconoscimento dell’agevolazione, ma a quasi tre mesi dalla messa a punto delle istruzioni da parte dell’INPS manca l’ultimo tassello.

All’interno del “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)” dell’INPS non è ancora attiva la procedura per fare domanda e della pubblicazione del modulo da compilare non vi sono notizie.

Si attende un apposito messaggio da parte dell’Istituto per poter ottenere lo sconto contributivo e, parimenti, tramite lo stesso portale sarà messo a disposizione il modulo per l’eventuale successiva rinuncia.

Sconto INPS in standby, seconda rata dei contributi minimi in scadenza il 20 agosto

Il ritardo evidente nell’avvio della fase di invio della domanda ha un impatto tangibile per le partite IVA potenzialmente beneficiarie.

È infatti bene ricordare che artigiani e commercianti versano i contributi fissi a cadenza trimestrale e, dopo l’appuntamento di maggio, il 20 agosto è fissata la seconda scadenza dell’anno.

Il valore dei contributi annuali dovuti sul minimale è stato definito con la circolare INPS n. 38/2025 ed è pari a:

  • 4.460,64 euro per gli artigiani;
  • 4.559,70 euro per i commercianti.

L’importo di ciascuna rata è quindi pari a 1.115,25 per gli artigiani e 1.137,50 per i commercianti e i dati per il pagamento sono messi a disposizione all’interno del Cassetto Previdenziale.

A un mese dall’appuntamento con la seconda rata dovuta, e mentre si avvicina il periodo dello stop feriale, è difficile ipotizzare se vi saranno novità e se in particolare sarà aperta la procedura per richiedere la riduzione dei contributi.

Contributi dimezzati anche senza domanda, con il rischio sanzioni

Sul punto si evidenzia che la circolare di fine aprile specifica che:

“i contribuenti in possesso dei requisiti per beneficiare della riduzione contributiva e che intendono presentare la relativa istanza, possono effettuare il versamento della contribuzione nella misura ridotta”.

L’INPS sembra quindi lasciare aperta la possibilità di auto-rideterminazione dell’importo dovuto, una via che fa però i conti con il rischio di errori e con la conseguente applicazione delle sanzioni per evasione contributiva.

Nella maggior parte dei casi prevale quindi la prudenza e l’attesa.

I contributi versati in misura piena potranno essere utilizzati in compensazione sulle rate successive dovute o potranno essere richiesti a rimborso, una magra consolazione a fronte di un’agevolazione centrale per chi ha scelto di avviare una nuova attività dal 1° gennaio.

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