Docenti esperti: chi sono e a chi spetta l’assegno annuale previsto dal Decreto Aiuti bis?

Con il Decreto Aiuti bis nasce la figura del docente esperto, che avrà diritto ad un assegno annuale di 5.650 euro, in aggiunta al regolare stipendio. Quali sono i requisiti e a chi spetterà l'importo aggiuntivo? Si tratta degli insegnanti di ruolo con valutazione positiva in tre percorsi formativi consecutivi. Il contributo spetterà solamente a 8.000 insegnanti l'anno.

Docenti esperti: chi sono e a chi spetta l'assegno annuale previsto dal Decreto Aiuti bis?

Nel Decreto Aiuti bis viene definita la nuova figura del docente esperto, che potrà beneficiare di un assegno annuale di 5.650 euro oltre al normale stipendio.

Chi sono i docenti esperti, quali i requisiti richiesti per aver diritto all’assegno aggiuntivo?

La bozza del testo approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2022 contiene le indicazioni su come sarà possibile accedere a questa qualifica.

Si tratta degli insegnanti che superano con una valutazione positiva tre percorsi formativi consecutivi, che non possono essere svolti in contemporanea, riguardanti competenze digitali, l’uso critico e responsabile degli strumenti digitali e pratiche di laboratorio e inclusione.

Potranno accedere alla qualifica di docente esperto solamente 8.000 insegnanti l’anno, per gli anni scolastici dal 2032 al 2036, i quali dovranno restare nello stesso istituto per almeno i 3 anni successivi.

Chi sono i docenti esperti a cui spetta l’assegno annuale previsto dal Decreto Aiuti bis?

Nella bozza del nuovo Decreto Aiuti bis, approvato in Consiglio dei Ministri il 4 agosto 2022, sono previste misure anche a sostegno degli insegnanti.

In particolare, la novità riguarda l’assegno annuale di 5.650 euro, da aggiungere allo stipendio ordinario, per i cosiddetti docenti esperti.

I titolari di questa nuova qualifica, quindi, riceveranno un aumento di circa 400 euro al mese in busta paga.

La qualifica di docente esperto non comporta altre funzioni oltre a quelle dell’insegnamento. Gli insegnanti in questione sono tenuti a restare nello stesso istituto per al meno il triennio successivo al conseguimento del titolo.

Come si diventa docenti esperti?

Quella dei docenti esperti è una nuova categoria di insegnanti a cui si accede dopo aver conseguito specifici requisiti legati alla professione.

Per ottenere tale qualifica, i docenti devono aver superato con successo tre percorsi formativi che devono essere svolti in modo consecutivo, senza la possibilità di poterli seguire in contemporanea.

Come specificato al al comma 1 dell’art. 16 ter del DL n. 59/2017 si tratta di percorsi di formazione che comprendono anche le competenze digitali e l’uso critico e responsabile degli strumenti digitali, anche in riferimento al benessere psicofisico degli studenti disabili, così come alle pratiche di inclusione.

L’obiettivo è di favorire lo sviluppo di metodologie didattiche innovative e far acquisire agli insegnanti nuove conoscenze e competenze.

Questi corsi di formazione, come previsto dal DL n. 36/2022 hanno una durata triennale e prevedono una valutazione finale e un “premio” in denaro, per la partecipazione, dato che si svolgono fuori dall’orario di lavoro.

La nuova misura infatti è legata proprio alla riforma approvata recentemente e relativa al reclutamento e all’assunzione del personale docente.

Ci saranno solamente 8.000 docenti esperti l’anno in tutta Italia

Il contingente dei docenti esperti sarà formato da 8.000 insegnanti per ciascuno degli anni scolastici dal 2032 al 2036. La novità, che prevede una formazione quasi decennale, potrebbe partire già dall’anno scolastico 2023/2024.

I principi in base ai quali saranno selezionati gli 8.000 docenti dovranno essere stabiliti dalla contrattazione collettiva.

In attesa dell’aggiornamento contrattuale i criteri di valutazione e selezione sono i seguenti:

  • media del punteggio ottenuto nei tre cicli formativi consecutivi;
  • in caso di parità prevale l’anzianità come docente di ruolo nell’istituto dove si è svolta la valutazione, poi l’esperienza professionale maturata e i titoli di studio conseguiti.

La qualifica di docente esperto, inoltre, non comporta altre funzioni oltre a quelle dell’insegnamento. Gli insegnanti in questione sono tenuti a restare nello stesso istituto per al meno il triennio successivo al conseguimento del titolo.

I sindacati di categoria, però, si dicono contrari ed evidenziano come le retribuzioni degli insegnanti sono troppo basse sia rispetto alla media europea, sia rispetto agli altri lavoratori del settore pubblico.

“La scuola non può andare avanti con 8.000 docenti esperti, dopo un percorso selettivo che dura 9 anni, mentre funziona quotidianamente con centinaia di migliaia di docenti sottopagati”

Così intervengono i segretari generali di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Gilda Unams e Snals Confsal. Per i sindacati quindi quello che serve non è un contributo di questo tipo ma un rinnovo del contratto collettivo, atteso da troppo tempo (più di 3 anni).

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