Controlli fiscali sulle pompe funebri

Gianfranco Antico - Dichiarazione dei redditi

Come funzionano i controlli fiscali nel settore delle agenzie di pompe funebri?

Controlli fiscali sulle pompe funebri

Il settore delle agenzie delle pompe funebri è un compartimento particolare dell’attività di servizi in genere, dove la verifica dei ricavi dichiarati – che muove dai dati e dalle notizie acquisite nel corso del controllo – tende a ricostruire l’effettiva entità, quantità e qualità, delle prestazioni rese dall’azienda.

In linea generale, si possono ipotizzare i seguenti comportamenti:

  • totale occultamento del corrispettivo conseguito;
  • sottofatturazione della prestazione resa, favorita dalla limitata deducibilità fiscale delle spese funerarie, per cui spesso i clienti si accontentano del rilascio di una fattura pari all’importo detraibile.

I controlli fiscali sulle pompe funebri

Al fine di verificare l’attendibilità delle risultanze contabili, i verificatori valutano gli elementi indiziari ricavabili dai controlli e riscontri, effettuati diversamente in ragione delle modalità organizzative dell’impresa, puntando, sostanzialmente, sull’analisi dei corrispettivi risultanti dalle ricevute e dalle fatture, scomponendoli ed imputandoli secondo la tipologia di lavori svolti (forniture di base e servizi accessori), rilevando, altresì, l’eventuale documentazione extracontabile rinvenuta.

Obiettivo dichiarato del controllo è quello di ricostruire credibilmente i ricavi corrispondenti ai servizi effettivamente resi a fronte di quelli annotati in contabilità e dichiarati, sia ai fini IVA che delle imposte sui redditi, cassando le fatture che recano causali troppo generiche del tipo “corrispettivo del servizio di …….per il sig………”, in violazione dell’art. 21 del DPR n. 633/1972.

L’articolo 21 del citato DPR, al comma 2, prescrive che la fattura contiene, fra l’altro, le seguenti indicazioni: “natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi formanti oggetto dell’operazione”. In questi casi, spesso i verificatori procedono al contraddittorio con la parte e con i dipendenti che hanno materialmente eseguito i servizi, al fine di definire il reale contenuto della prestazione.

Elementi utili
1° elemento La tipologia ed il numero dei servizi resi (ricomprendendo in essi gli eventuali beni che solitamente vengono venduti per l’espletamento del servizio stesso)
2° elemento Il prezzo praticato per ogni servizio

Per ricostruire la tipologia, il numero ed i prezzi dei servizi resi, i verificatori, in genere, porranno a confronto i beni (feretri, urne cinerarie, ecc.) acquistati nell’anno, al netto delle loro rimanenze iniziali e finali con uno o più dei seguenti dati:

  • il numero di denunce mortuarie effettuate dall’impresa nell’anno oppure il numero di trasporti effettuati dall’impresa e riportato nel registro dei defunti e le altre informazioni acquisite presso il Comune, tra cui anche le tariffe dei servizi cimiteriali approvate dall’Ente, che costituiscono un riferimento minimo per la valutazione dei prezzi realmente praticati;
  • il numero delle transazioni riportate nel registro degli affari previsto dall’art. 120 del TU di Pubblica Sicurezza n. 773/1931;
  • il numero dei necrologi pubblicati nei quotidiani locali a nome dell’impresa;
  • le risposte ai questionari inviati ai clienti dell’impresa.
Risultato Si potrà calcolare il prezzo medio praticato per ogni servizio funerario e moltiplicarlo poi per il numero dei servizi individuati

I corrispettivi risultanti dalle fatture e ricevute fiscali emesse, saranno analizzati cercando di separare i vari tipi di prestazioni fornite.

Se in un determinato periodo all’ammontare degli acquisti dei materiali non corrispondesse un correlato ammontare dei ricavi (calcolato sulla base dei rapporti precedentemente accertati tra i due componenti), in assenza di plausibili giustificazioni, i verificatori possono pervenire alla logica presunzione di omessa fatturazione di una parte dei corrispettivi.

Il calcolo dell’indice di valore aggiunto per addetto

Il numero di addetti è, evidentemente, in stretta correlazione con la dimensione dell’attività. E pertanto, in ausilio, i verificatori potrebbero calcolare l’apporto di ciascun addetto in termini di ricavi:

Il metodo di calcolo dell’indice di valore aggiunto per addetto
I = Ricavi – costo del venduto – costo produzione servizi – spese acquisti/(numero addetti x 1.000)

I = indice di valore aggiunto per addetto

Il risultato di detto rapporto dovrà essere coerente con l’assunto logico secondo cui ad ogni addetto devono corrispondere ricavi che consentano un margine sufficiente a coprire almeno la rispettiva remunerazione.

A tal fine, verrà determinato l’intero costo aziendale per i dipendenti e la remunerazione corrisposta agli addetti.

Un costo per addetto sproporzionato rispetto al fatturato prodotto costituirà un alert, che dovrà essere corroborato da ulteriori elementi.

L’indice di ricavo medio per servizio

Nel settore in questione i ricavi risentono della mancata e/o parziale contabilizzazione degli importi relativi ai servizi prestati.

Il metodo di calcolo dell’indice di ricavo medio per servizio
I = Ricavi/numero dei servizi (numero tumulazioni + numero inumazioni + numero cremazioni)

I = indice di ricavo medio per servizio

Anche in questo caso, ciò può costituire un campanello d’allarme per i verificatori.

L’indice di margine operativo lordo sui ricavi

In tali attività i costi spesso risultano parzialmente omessi, al fine di renderli compatibili con i ricavi dichiarati.

Il metodo di calcolo dell’indice di margine operativo lordo sui ricavi
I = Margine operativo lordo x 100/Ricavi

I = indice di margine operativo lordo sui ricavi

Ai fini di tale indicatore, il margine operativo lordo è pari a: ricavi meno il costo del venduto, il costo per la produzione, le spese per gli acquisti, le spese per il lavoro dipendente e le prestazioni diverse da lavoro dipendente.

L’angolo giurisprudenziale

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 6616/2018

Con l’ordinanza n. 6616/2018, la Corte di Cassazione ha confermato che nel processo tributario è possibile utilizzare le dichiarazioni che gli organi dell’amministrazione finanziaria sono autorizzati a richiedere anche ai privati nella fase amministrativa di accertamento e che, proprio perché assunte in sede extraprocessuale, rilevano quali elementi indiziari che possono concorre a formare, unitamente ad altri elementi, il convincimento del giudice.

E ciò, analogamente, vale anche per il contribuente che può produrre dichiarazioni di terzi.

Il metodo di controllo utilizzato
Il caso L’esatta individuazione dei servizi forniti e del loro costo è stata effettuata anche attraverso l’invio di questionari ai clienti, parenti del defunto, oppure attraverso un invito al contraddittorio

Nel caso di specie:

“la valenza indiziaria delle suddette dichiarazioni è stata peraltro riconosciuta dalla CTR non già sulla base del solo numero in sé delle dichiarazioni, ma sulla rappresentatività (poco più di 1/3) delle stesse rispetto al numero complessivo (124) delle operazioni in accertamento e, quantunque in maniera implicita, sull’assenza di contestazione delle dichiarazioni medesime da parte dell’Amministrazione finanziaria.”

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 30778/2018

L’incrocio tra le fatture emesse e quelle passive relativi alle merci occorrenti, unito alle ulteriori incongruenze extracontabili riscontrate, scomputato dello scarto, legittima la ricostruzione dei ricavi operata dai verificatori, in una ditta svolgente servizi funebri, con il metodo analitico induttivo, in assenza di alcun elemento di prova contrario da parte del contribuente, che si limita genericamente a negare l’evasione.

È questo il principio che si desume dalla lettura dell’ordinanza della Cassazione n. 30778/2018.

Nel caso di specie, i massimi giudici hanno ritenuto che la CTR abbia fatto buon governo del suddetto principio, desumendo da una serie di elementi offerti dall’Ufficio maggiori ricavi non contabilizzati, in assenza di alcun elemento di prova contrario, limitandosi il contribuente a negare genericamente l’evasione contestata, mentre, il giudice del merito ha evidenziato subito che il reddito d’impresa dichiarato risultava molto basso in rapporto ad un nucleo familiare di quattro persone.

Il caso di specie trae origine dalla rettifica effettuata nei confronti di una ditta svolgente servizi funebri, attraverso l’incrocio tra le fatture emesse e le fatture passive relative ai costi delle merci, unito alle ulteriori incongruenze extra contabili riscontrate (numero elevato di manifesti utilizzato a fronte del numero modesto di funerali denunciati; confronto fra acquisti e rimanenze di magazzino, incluse le imbottiture contestate come non essenziali per il contribuente e per le quali l’Ufficio ha riconosciuto uno scarto del 10 per cento).

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