Rimborso dall’Agenzia delle Entrate e istruzioni per ottenerlo: la nuova truffa via mail

Alessio Mauro - Fisco

Se via mail arriva l'annuncio di un rimborso dall'Agenzia delle Entrate con le relative istruzioni per ottenerlo, non c'è da fidarsi: dall'Amministrazione finanziaria arriva l'allarme su una nuova campagna di phishing. La truffa online utilizza comunicazioni di questo tipo per far cadere in trappola gli utenti

Rimborso dall'Agenzia delle Entrate e istruzioni per ottenerlo: la nuova truffa via mail

Nella casella di posta elettronica c’è una mail che informa sulla possibilità di ottenere un rimborso dall’Agenzia delle Entrate e fornisce le istruzioni per ottenerlo? Non c’è da fidarsi: non c’è nessuna somma da ricevere, ma solo dati da difendere.

Con l’avviso del 14 marzo, infatti, dall’Amministrazione finanziaria arriva l’allarme su una nuova campagna di phishing in atto.

La buona notizia è che, diversamente dalle ultime tipologie di truffa online messe a punto, quest’ultima è strutturata “in maniera particolarmente maldestra”.

Ci sono, infatti, vari elementi che rendono evidente la non autenticità del messaggio.

Rimborso dall’Agenzia delle Entrate e istruzioni per ottenerlo: la nuova truffa via mail

Periodicamente l’Agenzia delle Entrate si trova a mettere in guardia i cittadini e le cittadine sulle comunicazioni ingannevoli in circolazione. Lo scorso 21 febbraio era arrivato l’invito a diffidare dalle mail che avevano per oggetto una raccomandata in arrivo, l’avviso del 14 marzo 2023 porta l’attenzione sulla notizia di un rimborso da richiedere tramite un apposito form.

“L’Agenzia delle Entrate si dichiara come sempre totalmente estranea a questi messaggi. In caso di dubbi sull’autenticità di eventuali comunicazioni, ci si può rivolgere ai contatti reperibili sul sito istituzionale o all’ufficio delle Entrate territorialmente competente”.

Si tratta di una nuova campagna di phishing, come si definisce la truffa che viaggia online, e molte volte proprio tramite la posta elettronica, e fa leva sulla credibilità degli enti istituzionali utilizzando come esca per la frode un link o un form per fornire informazioni personali o il download di programmi capaci di apportare danno.

Di seguito alcuni esempi di messaggi fraudolenti che parlano di un rimborso o di un compenso fiscale a cui si avrebbe diritto.



Come sempre, per difendersi dalle comunicazioni ingannevoli, è possibile prestare molta attenzione ai dettagli. E in questo caso la stessa formulazione della mail aiuta a non cadere nella frode.

Diversamente da altri tentativi di phishing, progettati ad arte per essere credibili, già a un primo sguardo saltano all’occhio degli elementi palesemente dissonanti anche per una mail fraudolenta:

  • nell’indirizzo mail non c’è alcun riferimento all’Agenzia delle Entrate;
  • l’ufficio comunicazioni non esiste;
  • il testo è generico;
  • ci sono errori di sintassi e di ortografia.

“Stavolta colpisce in particolare, al punto quasi di suscitare ilarità, la scelta dei sinonimi usati nelle varie mail. Dai presunti calcoli/conteggi/conti circa la “funzione fiscale” (!) o “l’operosità fiscale” (!!), l’Agenzia avrebbe “statuito” o “decretato” che il contribuente avrebbe diritto a un rimborso fiscale o a un “compenso fiscale” (!!!), ottenibile tramite la compilazione di un modulo da scaricare tramite apposito link, ovviamente malevolo”.

Scrive l’Agenzia delle Entrate.

Bisogna sottolineare, però, che non sempre è così semplice individuare la frode e per questo è sempre necessario tenera alta l’attenzione e analizzare ogni elemento della comunicazione.

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