Approvato in CdM il nuovo DDL Merito che introduce una serie di novità per i dipendenti della pubblica amministrazione. Le novità in arrivo, dalla valutazione alla progressione di carriera

Un tetto alle valutazioni eccellenti e possibilità di accedere alle posizioni dirigenziali anche senza concorso.
Sono queste in sintesi le principali novità che introduce il nuovo DDL Merito, approvato in esame preliminare nella riunione del Consiglio dei Ministri del 13 marzo.
Il testo prevede una vera e propria riforma dei premi e delle carriere nella pubblica amministrazione.
“Questo provvedimento rappresenta un passo importante che riconosce la centralità delle persone. Passiamo da un approccio “burocratico” della valutazione e misurazione della performance a uno per “obiettivi” in cui contano i risultati raggiunti.”
Questo il commento del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo. Ecco le novità in arrivo in attesa della pubblicazione del testo.
Riforma premi e carriere nella PA: dai concorsi alla valutazione, le novità in arrivo
C’era grande attesa per il nuovo disegno di legge proposto dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, presentato ieri e approvato dal Consiglio dei Ministri.
Il DDL sul Merito, così è stato ribattezzato, introduce una serie di novità per i dipendenti pubblici con l’obiettivo di riformare profondamente lo sviluppo delle carriere e la valutazione della performance.
Ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e accesso ai posti dirigenziali anche senza concorso: questi i due pilastri che formano il corpo del provvedimento.
Per quanto riguarda la valutazione, l’obiettivo è quello di limitare le valutazioni eccellenti dei dipendenti (secondo la Corte dei Conti il 98 per cento dei dipendenti pubblici sono autovalutati come “eccellenti”) per promuovere una gestione basata sul merito, considerando anche skill trasversali come la leadership, la capacità di superare schemi consolidati, la capacità di cooperazione interna ed esterna, la propensione al team building e la valorizzazione dei propri collaboratori.
Il nuovo sistema, si legge nel comunicato del Ministero, mira a perfezionare l’efficacia della valutazione esistente disciplinando in modo stringente modalità e tempi di assegnazione degli obiettivi e misurabilità. Agli obiettivi di mestiere si affianca dunque anche la valutazione dei comportamenti organizzativi e delle altre capacità che completano il profilo delle persone.
La valutazione coinvolgerà anche soggetti esterni alla PA per la massima oggettività.
Si introduce inoltre un limite (30 per cento) ai punteggi massimi per le valutazioni di ciascun ufficio dirigenziale generale, limitando quindi i pieni voti e i conseguenti premi in busta paga attribuiti in modo indifferenziato.
Le eccellenze potranno essere riconosciute nel limite massimo del 20 per cento.
DDL Merito: esame per l’accesso alle posizioni dirigenziali
Come detto, parte della riforma riguarda l’accesso alle posizioni dirigenziali, alle quali si potrà accedere non più solo tramite concorso ma anche per esame.
L’assunzione di una parte dei nuovi dirigenti passerà infatti per un nuovo percorso, lo “sviluppo di carriera”, volto ad incentivare lo sviluppo di capacità organizzative e professionali più che le competenze giuridiche e mnemoniche necessarie per superare il concorso.
La novità si potrà applicare al 30 per cento delle posizioni dirigenziali, ferma restando la riserva del 50 per cento ai vincitori dei corsi-concorsi SNA e quella del restante 20 per cento per i concorsi delle singole amministrazioni.
Potrà avanzare la propria candidatura chi ha svolto almeno 5 anni nel ruolo di funzionario o 2 anni nelle elevate qualificazioni. I dirigenti però avranno anche la possibilità di segnalare chi si distingue.
Ciascuna amministrazione pubblica specifici bandi ai quali può partecipare il personale di ruolo o in servizio presso la stessa amministrazione.
Per quanto riguarda il rispetto dei principi costituzionali di imparzialità, pubblicità e trasparenza, i meccanismi di valutazione e selezione prevedono 2 diversi passaggi:
- giudizio dei risultati finora ottenuti, una prova di carattere pratico e un colloquio per ottenere un incarico temporaneo (di durata compresa tra i 2 e i 3 anni);
- nuovo esame alla scadenza dell’incarico per il rinnovo. Passati 4 anni (nei quali si valuteranno i risultati conseguiti e le capacità manageriali possedute) si potrà sostenere un altro esame per la conferma a ruolo.
Per tutti i dettagli e le conferme si attende ad ogni modo la pubblicazione del testo ufficiale del DDL.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riforma premi e carriere nella PA: dai concorsi alla valutazione, le novità in arrivo