Cassa Colf: contributi, obblighi e diritti del datore di lavoro

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Cassa Colf: i contributi da versare e gli obblighi del datore di lavoro domestico, le prestazioni a cui ha diritto chi si affida a colf, badanti o baby sitter e stipula un contratto in linea con il CCNL.

Cassa Colf: contributi, obblighi e diritti del datore di lavoro

Cassa Colf: quali sono i contributi che il lavoratore domestico è tenuto a versare, come si effettua il versamento e quali sono gli obblighi del datore di lavoro domestico.

Ma non ci sono solo doveri, chi si affida a colf, badanti e babysitter e opera in linea con il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del lavoro domestico ha diritto anche a una serie di prestazioni previste dalla Cassa Colf.

Il CCNL, sottoscritto da DOMINA, FIDALDO per la parte dei datori di lavoro e FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTUCS e FEDERCOLF per la parte dei lavoratori, si applica ai prestatori di lavoro retribuiti, anche di nazionalità non italiana o apolidi, addetti al funzionamento della vita familiare e delle convivenze familiarmente strutturate.

Dipendenti e i datori di lavoro, che stipulano un contratto di lavoro domestico e applicano il CCNL, hanno l’obbligo di essere iscritti alla Cassa Colf, che fornisce prestazioni e servizi agli iscritti, tra cui anche trattamenti assistenziali sanitari e assicurativi, integrativi e aggiuntivi delle prestazioni pubbliche.

Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio INPS, sono 864.526 i lavoratori domestici in Italia.

Di seguito le informazioni su contributi, obblighi e diritti del datore di lavoro:

Cassa Colf e obblighi per il datore di lavoro: quali contributi versare

Versare i contributi è un obbligo contrattuale previsto dal CCNL ed è una responsabilità del datore di lavoro che, insieme al lavoratore, risulta iscritto alla Cassa Colf dal primo giorno del trimestre per il quale comincia a versare i contributi, in modo regolare e continuativo.

I contributi contrattuali da versare alla Cassa Colf sono pari a 0,03 euro per ogni ora retribuita al dipendente e sono ripartiti in questo modo:

  • 0,02 euro a carico del datore di lavoro;
  • 0,01 a carico del dipendente.

Per avere diritto alle prestazioni è necessario raggiungere la soglia minima dei 25 euro in un anno di contributi contrattuali, per raggiungerla è possibile versare quote integrative ai 0,03 euro.

Cassa Colf e obblighi per il datore di lavoro: come versare i contributi

Per i contributi contrattuali da versare alla Cassa Colf, valgono le stesse scadenze previste per il pagamento trimestrale dei contributi previdenziali INPS.

L’Istituto non inserisce automaticamente il contributo contrattuale nei bollettini, ma sarà cura del datore di lavoro o dell’intermediario segnalarlo.

Per procedere al versamento si possono utilizzare i metodi previsti anche dall’INPS e in particolare:

  • bollettino MAV;
  • home banking;
  • tabaccherie Reti amiche.

Chi scegli di effettuare il versamento tramite il bollettino MAV, disponibile sul portale INPS, deve modificarlo inserendo:

  • il codice F2, che fa riferimento alla Cassa Colf nel campo denominato “C.org”;
  • la cifra che risulta dal numero di ore retribuite per 0,03 euro e che si aggiunge ai contributi previdenziali.

Una volta rielaborato il bollettino, si può procedere al pagamento sul sito INPS o tramite qualsiasi Banca o Posta.

I datori di lavoro, che pagano tramite sistemi di home banking, devono accedere alla sezione “contributi INPS” e inserire i seguenti dati:

  • la sigla F2 nel campo “codice organizzazione”;
  • la cifra che risulta dal numero di ore retribuite per 0,03 euro, e che va ad aggiungersi ai contributi previdenziali, nel campo “ore retribuite”.

Anche chi versa i contributi Cassa Colf presso le tabaccherie che rientrano nel sistema Reti Amiche è tenuto a inserire gli stessi dati.

In questo caso bisogna, però, fare a attenzione a distinguere i versamenti dei contributi contrattuali e previdenziali, perché il sistema informatico non registra una ricevuta specifica se l’importo totale viene pagato nella stessa operazione.

Non sono ammessi altri metodi, come Modello F24, bonifico o UNIEMENS.

La ricevuta di versamento in cui sia evidente il codice F2 e il valore dei contributi contrattuali certifica l’iscrizione alla Cassa Colf.

Cassa Colf e diritti: le prestazioni che il datore di lavoro può richiedere

Il datore di lavoro ha diritto a dei rimborsi per responsabilità civile verso terzi e per responsabilità in caso di rivalsa INAIL.

Le prestazioni possono essere richieste se sono stati versati contributi contrattuali per 4 trimestri, in maniera continuativa, e se è stata raggiunta la soglia minima dei 25 euro.

La Cassa Colf rimborsa il datore di lavoro, per un massimo di 25 mila euro per ciascun evento e per anno civile, per le spese sostenute in caso di rivalsa INAIL su infortuni del dipendente.

Le causali rimborsabili sono le seguenti:

  • gli infortuni sofferti dai prestatori di lavoro, da lui dipendenti, addetti ai servizi domestici e dai quali sia derivata morte o una invalidità permanente, calcolata sulla base delle tabelle di cui al D. Lgs 23 febbraio 2000, n. 38 b) ai sensi del Codice Civile, a titolo di risarcimento calcolata sulla base delle tabelle di cui al D. Lgs 23 febbraio 2000, n. 38;
  • rischio in itinere, se riconosciuto dall’INAIL.

Dal rimborso sono comunque escluse le malattie professionali.

Allo stesso modo, si può richiedere un rimborso per le spese sostenute, fino a 25 mila euro, nei casi di danni involontariamente causati dai lavoratori a terzi per morte, lesioni personali o danneggiamenti alle cose, e per i quali il datore di lavoro è chiamato a rispondere.

I limiti per il rimborso sono i seguenti:

  • massimo 5.000 euro annui per danni a cose;
  • massimo 20.000 euro annui per danni alla persona.

Non sono considerati terzi le persone iscritte nello stato di famiglia del datore di lavoro e del lavoratore.

Cassa Colf e diritti: i documenti per richiedere le prestazioni

In caso di assunzione o cessazione del rapporto di lavoro non servono comunicazioni specifiche perché i dati sulle iscrizioni vengono fornite alla Cassa Colf dall’INPS, mentre i datori di lavoro che hanno la necessità e i requisiti per richiedere un rimborso devono rivolgersi direttamente alla Cassa Colf.

Per ottenere la prestazione è necessario presentare i seguenti documenti:

  • Copia di un documento di identità in corso di validità;
  • Copia delle ricevute dei versamenti relativi ai 4 trimestri precedenti il trimestre in cui si è verificato l’evento o dei 3 trimestri precedenti più il trimestre in cui si è verificato l’evento per cui si chiede il rimborso;
  • Modulo Richiesta Dati (MRD/DL) compilato e firmato
  • Informativa e dichiarazione di consenso ai sensi della Legge 196/03 (MIC/DL) compilato e firmato;
  • Copia della denuncia della rivalsa INAIL;
  • Copia di tutta la documentazione medica e legale per la quale si richiedono le prestazioni della CAS.SA.COLF.

Tutta la documentazione deve essere inviata alla Cassa Colf scegliendo una delle tre modalità previste:

  • tramite raccomandata all’indirizzo di Via Tagliamento numero 29, Roma;
  • via mail all’indirizzo [email protected];
  • presso una sede sindacale.
Cassa Colf: Modulo di richiesta della prestazione per il datore di lavoro
Scarica il modulo di richiesta della prestazione per il datore di lavoro iscritto alla Cassa Colf.

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