Flat tax o progressività dell’imposta?

La progressività del sistema tributario prevista dalla Costituzione può essere rispettata anche con la flat tax?

Flat tax o progressività dell'imposta?

La discussione relativa alla Legge di Bilancio 2023 ha riportato in auge il tema della flat tax, secondo diverse linee direttrici.

Si parla di varie ipotesi tra cui una possibile modifica del regime forfettario, un coinvolgimento di autonomi fuori dal regime forfettario e di una modifica sulla tassazione dei premi di produttività per i lavoratori dipendenti (in quest’ultimo caso però abbiamo già più volte evidenziato come sia totalmente improprio parlare di tassazione piatta in questo caso).

In questo approfondimento cercheremo di comprendere se, ed in che misura, la flat tax possa essere rispettosa del principio di progressività che deve informare il nostro sistema tributario.

Se è unanime la considerazione per la quale è necessario ridurre la pressione fiscale in Italia, tra chi si oppone all’ipotesi di una flat tax c’è chi evidenzia che la sua introduzione generalizzata sarebbe in palese contrasto con il principio di progressività previsto dall’articolo 53 della Costituzione.

Ma è davvero così?

Quando la flat tax può essere progressiva

Per prima cosa è bene ricordare che l’articolo 53 della Costituzione fissa i principi fondamentali alla base del sistema tributario italiano, prevedendo che:

“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”

Alla capacità contributiva si affianca la progressività, criterio in base al quale le imposte dovute da ciascun contribuente sono “graduate” in relazione al proprio reddito: l’importo aumenta se sale l’imponibile, mentre si riduce all’abbassarsi delle entrate.

L’IRPEF, strutturata in quattro aliquote applicate ad altrettanti scaglioni di reddito, è l’imposta progressiva per eccellenza. Tradizionalmente invece la flat tax, imposta fissa applicata a tutti i contribuenti nella stessa misura, è un’imposta proporzionale.

Anche la flat tax può però essere progressiva: a quali condizioni?

È il sistema di deduzioni fiscali che caratterizza alcune delle proposte in campo per l’introduzione di una “tassa piatta” ad aliquota unica a consentire di mantenere la gradualità del prelievo, affiancato alla previsione di una no tax area per i redditi entro una certa soglia.

Sono questi due degli elementi al centro anche delle recenti proposte di legge presentate per l’introduzione della flat tax, l’ultima delle quali è stata depositata dalla Lega in Senato nel corso del 2020.

Alla previsione di un’aliquota unica per tutti, la proposta affiancava un sistema di deduzioni fiscali graduate in base al reddito e alle caratteristiche del nucleo familiare.

Ad esempio, in caso di famiglia monocomponente è prevista la deducibilità integrale per i redditi fino a 14.000 euro, ridotta fino ad annullarsi a 30.000 euro di reddito familiare.

Al reddito netto si applicherebbe poi l’aliquota della flat tax, con la conseguenza che l’imposta dovuta non sarebbe uguale per tutti i contribuenti ma “personalizzata” in ragione delle somme complessivamente percepite e delle caratteristiche del proprio nucleo familiare

Grazie alle deduzioni fiscali parlare di flat tax progressiva non è quindi un ossimoro, e anche l’imposta ad aliquota unica potrebbe quindi garantire il rispetto dei principi dettati dalla Costituzione.

L’equità potrebbe essere violata comunque

Diverso il tema relativo alla garanzia del principio di equità, che a nostro avviso rischia di essere messo in discussione dalla previsione di limiti di ricavi troppo alti per l’accesso al regime forfettario (cf flat tax autonomi).

In quest’ultimo caso, infatti, il rischio concreto è che si creino disparità di trattamento e potenziale concorrenza sleale tra lavoratori autonomi e professionisti che si trovano ad operare con valori di fatturato simili.

Si pensi al caso del lavoratore autonomo stabilmente e livemente sopra il nuovo limite di ricavi (85.000 euro) e quello stabilmente sotto il vecchio limite (65.000 euro).

Qui si potrebbe paradossalmente rischiare la situazione per la quale chi sta leggermente sopra si porrà nella condizione di stare leggermente sotto e viceversa.

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