Colf e badanti: aumento delle retribuzioni da gennaio, salgono i costi per le famiglie

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Gli aumenti per i lavoratori domestici arrivano già nello stipendio di gennaio, secondo quanto previsto dal CCNL. Le retribuzioni salgono del 9,2 per cento mentre l’indennità di vitto e alloggio dell’11,5 per cento. Aumentano le spese a carco dei datori di lavoro e il rischio di lavoro nero

Colf e badanti: aumento delle retribuzioni da gennaio, salgono i costi per le famiglie

Da gennaio arriva l’aumento del 9,2 per cento per lo stipendio di lavoratori e lavoratrici domestiche, come colf e badanti. L’indennità di vitto e alloggio sale dell’11,5 per cento.

Durante la riunione della Commissione nazionale del CCNL sul lavoro domestico, tenutasi il 16 gennaio presso il Ministero del Lavoro, le parti non hanno raggiunto un’intesa.

Come previsto dal contratto di categoria, senza alcun accodo le retribuzioni devono essere adeguate all’80 per cento dell’inflazione e l’indennità di vitto e alloggio al 100 per cento. Al 30 novembre scorso il tasso di inflazione indicato dall’ISTAT è pari all’11,5 per cento.

L’aumento degli stipendi è destinato a pesare sui conti delle famiglie che impiegano colf, badanti e altri lavoratori domestici. I costi maggiori saranno soprattutto per le figure assunte con orari lunghi o in regime di convivenza.

L’allarme viene lanciato dall’Associazione Sindacale Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, Assindatcolf, l’aumento del costo del lavoro rischia di portare molti lavoratori in regola verso il lavoro nero.

Colf e badanti: aumento delle retribuzioni da gennaio, salgono i costi per le famiglie

Si è conclusa lo scorso 16 gennaio, con un nulla di fatto la terza riunione della Commissione nazionale del CCNL sul lavoro domestico. L’incontro presso il Ministero del Lavoro sarebbe dovuto servire a trovare un accordo tra le parti per quanto riguarda l’aumento annuale delle retribuzioni minime contrattuali.

Ogni anno, infatti, le parti datoriali e sindacali devono riunirsi per trovare un accordo sull’adeguamento in base al tasso di inflazione rilavata dall’ISTAT al 30 novembre.

Le associazioni datoriali, come sottolineato nel comunicato stampa rilasciato da Assindatcolf, hanno proposto una dilazione degli aumenti così da rendere il rincaro più sostenibile per le famiglie che impiegano i lavoratori domestici, ma non è stata accolta.

Come si legge nel comunicato stampa di Filcams-Cgil (Federazione italiana dei lavoratori del commercio turismo servizi), infatti, le varie proposte avanzate non sono state ritenute aderenti al dettato contrattuale.

Di conseguenza al mancato accordo, il Ministero del Lavoro, applicando la disposizione prevista dal CCNL di categoria all’art. 38, ha adeguato le retribuzioni all’80 per cento dell’inflazione e l’indennità di vitto e alloggio al 100 per cento.

L’ISTAT ha determinato al 30 novembre 2022 un tasso di inflazione pari all’11,5 per cento e pertanto, gli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici domestiche, tra cui colf, badanti e baby sitter aumenteranno da gennaio del 9,2 per cento, mentre l’indennità di vitto/alloggio salirà dell’11,5 per cento.

Le tabelle retributive sono state pubblicate dal Ministero del Lavoro il 20 gennaio e hanno decorrenza dal 1° del mese. I parametri minimi seguono come di consueto il livello di specializzazione dei lavoratori partendo, quindi, dai collaboratori domestici inesperti (livello A) fino a quelli altamente specializzati (Livello DS).

Colf e badanti: aumento delle retribuzioni da gennaio, l’allarme di Assindatcolf

Un simile aumento comporterà un incremento delle spese da parte dei datori di lavoro domestico. Secondo Assindatcolf il rincaro è pesante, l’impatto maggiore si registrerebbe per le figure assunte con orari lunghi o in regime di convivenza, come ad esempio per le badanti a tempo pieno.

“Per le badanti di livello Cs la retribuzione minima passerà da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro, oltre 94 euro in più al mese, a cui si aggiungerà anche l’aumento dei contributi, portando il costo totale annuo da 17.177 a 18.752 euro, ovvero 1.575 euro in più.

Ancora più pesante l’impatto sulle baby sitter assunte a tempo pieno (40 ore) non conviventi (livello Bs): lo stipendio minimo passerà da 1.234 a 1.348,53 euro, quasi 115 euro in più a mese, mentre il costo totale annuo (comprensivo anche di contributi, tfr, ferie e tredicesima) subirà un incremento di 1.743 euro.”

L’Associazione lancia l’allarme, gli aumenti concreti potrebbero contribuire ad alimentare il rischio che molti lavoratori al momento in regola possano scomparire nel lavoro in nero.

Ministero del Lavoro - Tabella retribuzioni minime lavoro domestico
Lavoro domestico - Retribuzioni minime contrattuali determinate ai sensi dell’art.38 del CCNL - Decorrenza 1° GENNAIO 2023

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