Alternanza scuola-lavoro, per la Fedeli più opportunità e libertà per i giovani

La Ministro Fedeli delinea un bilancio positivo sull’alternanza scuola-lavoro ma bacchetta le imprese che la hanno rifiutata.

Alternanza scuola-lavoro, per la Fedeli più opportunità e libertà per i giovani

L’alternanza scuola-lavoro è il tema di un’intervista rilasciata a Repubblica.it dalla titolare del Miur Valeria Fedeli ad un gruppo di studenti romani. Nel suo intervento il Ministro della Pubblica Istruzione coglie l’occasione per tornare su alcuni dei punti più rilevanti di una delle norme di maggior interesse della Buona scuola.

Dopo aver recentemente incassato il parere positivo dell’Ocse sulla riforma, la Ministro ha puntato il dito sull’importanza del programma, giudicando positivo il bilancio del passaggio dalla fase sperimentale a quella strutturale.

La Fedeli non risparmia nell’intervista qualche stoccata a quelle imprese che hanno rifiutato i progetti di cooperazione con le scuole italiane.

Il Ministro ha infatti denunciato in questi casi una mancanza di comprensione del valore straordinario dell’alternanza per il futuro del paese da parte di queste realtà. A tal proposito ha dichiarato che “più conosci e più dovresti conoscere, più studi e più dovresti studiare”, sostenendo che questo vale anche per quelle imprese che si sono rifiutate di stabilire contatti con le scuole superiori della penisola.

Alternanza scuola-lavoro: le criticità e le risposte dalla Fedeli

Di particolare criticità è risultata la possibilità di effettuare il periodo di formazione presso le strutture di multinazionali, anche a fronte del rilevante numero di studenti che vi compiono esperienze lavorative. Sono infatti, secondo dati dell’ottobre 2016, 576 gli studenti impegnati in progetti di alternanza con Zara, 1.300 con Eni, 2.000 con Fiat Chrysler. Ma la parte del leone è certamente fatta da McDonald’s con 10.000 programmi all’attivo.

Il Ministro si è dimostrato rassicurante sugli accordi di intesa con le aziende. Il Miur, ha sottolineato, conclude dei protocolli chiedendo qualità alle imprese e non chiude le porte a nessuna realtà che sia in grado di offrire esperienze formative per gli studenti.

In tema di alternanza scuola-lavoro la Fedeli ha richiesto inoltre una maggiore attenzione al fine di evitare equivoci. Il periodo di formazione extra-scolastico infatti non equivale in nessun modo a sostituire i lavoratori effettivi mandando gli studenti a ‘preparare panini’ o ‘friggere patatine’. L’obiettivo rimane per il Miur quello della qualità delle conoscenze acquisite e dell’esperienza di alternanza.

Per il sud, dove si riscontra una minore densità di imprese e quindi una maggiore difficoltà degli istituti ad attivare percorsi con le aziende, la Fedeli indica la possibilità di compiere attività in sinergia con gli istituti pubblici, biblioteche e enti per la tutela patrimonio artistico. In un quadro in cui le regioni del meridione (Campania, Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia) garantiscono solo il 13,7% delle strutture ospitanti di tutto il terriorio nazionale, la soluzione indicata è quella di un progressivo allargamento dei soggetti coinvolti in questo genere di esperienze formative.

Alternanza scuola-lavoro: numeri e informazioni

L’alternanza scuola-lavoro, prevista già dal d. lgs. 77/2005, costituisce una delle introduzioni più rilevanti della Buona scuola che ne impone l’obbligo e ne estende gli ambiti di applicazione.

Regolato dal comma 33 e seguenti della legge 107/2015, l’alternanza scuola-lavoro è prevista negli ultimi tre anni di scuola secondaria superiore. Il monte orario di impegno per lo studente è fissato a 400 per gli istituti tecnici e professionali e a 200 nei licei. Tra le possibilità contemplate anche quella di compiere il periodo di alternanza all’estero o durante la pausa estiva.

Pensati per avvicinare gli istituti di educazione con il mondo del pubblico e delle imprese, i programmi di alternanza hanno visto la partecipazione di 652.641 studenti nel biennio 2015-2016, coinvolgendo il 90,6% degli alunni delle classi terze. Sempre nell’ultimo anno scolastico la partecipazione ai programmi di alternanza ha registrato un vero boom, segnando un +139% rispetto al biennio precedente.

L’obiettivo del Ministero è quello di estendere la partecipazione per l’anno in corso a 1.150.000 studenti, fino ad arrivare ad un milione e mezzo quando il programma sarà a pieno regime.

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