Reati tributari, introdotte cause di non punibilità per omessi versamenti e indebita compensazione

Rosy D’Elia - Fisco

Alla tregua fiscale si aggiunge un nuovo tassello. Introdotte, con il Decreto Bollette, cause speciali di non punibilità di alcuni reati tributari: previsto un salvagente in caso di omessi versamenti. Della misura si era già discusso durante i lavori della Legge di Bilancio, ma l'ipotesi era, poi, sfumata. I commercialisti: agevola la compliance

Reati tributari, introdotte cause di non punibilità per omessi versamenti e indebita compensazione

Introdotte, con il Decreto Bollette, cause di non punibilità per alcuni specifici reati tributari: alla tregua fiscale si aggiunge un nuovo tassello che permette di fare pace col Fisco in caso di omessi versamenti entro determinate soglie.

La novità è contenuta nell’ultimo provvedimento contro il caro energia, approvato il 28 marzo in Consiglio dei Ministri e atteso ora in Gazzetta Ufficiale.

Il testo, infatti, interviene anche sul Fisco: aggiusta il tiro su quanto stabilito dall’ultima Legge di Bilancio modificando i tempi della tregua fiscale e recuperando una misura che aveva fatto discutere durante i lavori preparatori della Manovra.

Dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili parole positive: “agevola la compliance e produce effetti positivi per il gettito erariale”.

Reati tributari: introdotte cause speciali di non punibilità per gli omessi versamenti

La definizione delle violazioni e il versamento integrale delle somme dovute può salvare, in alcuni casi, dalle sanzioni relative ad alcuni reati tributati.

La tregua fiscale si allarga su un nuovo versante: trovato l’accordo con il Fisco, non si scontano le sanzioni penali.

È quanto emerge dal comunicato stampa diffuso dal Governo al termine del Consiglio dei Ministri del 28 marzo durante il quale è stato approvato il testo del Decreto Bollette.

Alle misure previste dalla Legge di Bilancio e riviste, nei tempi, dallo stesso provvedimento, si aggiunge una novità rilevante.

Vengono introdotte cause speciali di non punibilità di alcuni reati tributari, in particolare:

  • omesso versamento di ritenute dovute o certificate per importo superiore a 150.000 euro per annualità;
  • omesso versamento di IVA di importo superiore a 250.000 euro per annualità;
  • indebita compensazione di crediti non spettanti superiore a 50.000 euro.

La non punibilità scatterà in presenza di due fondamentali condizioni:

  • quando le relative violazioni sono correttamente definite;
  • quando le somme dovute sono versate integralmente dal contribuente secondo le modalità previste.

Per tutti i dettagli, poi, è necessario attendere il testo in Gazzetta Ufficiale.

Reati tributari e cause di non punibilità: la novità nel DL Bollette, esclusa dalla Legge di Bilancio

La novità arriva a sorpresa, ma non del tutto, nel Decreto Bollette: la misura, infatti, non compare nelle bozze del testo che hanno preceduto il Consiglio dei Ministri del 28 marzo, ma di introdurre particolari cause di non punibilità per i reati tributari si era parlato anche durante i lavori di preparazione della Legge di Bilancio 2023.

L’ipotesi di un cosiddetto scudo penale su cui concordavano Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero della Giustizia era, poi, sfumata. Ma non archiviata del tutto, almeno per il Governo.

E infatti anche durante il 6° Forum nazionale dei commercialisti organizzato da ItaliaOggi e Cassa Ragionieri a fine gennaio il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto aveva parlato nuovamente della volontà di introdurre un meccanismo salvagente in caso di pagamento delle somme dovute.

Il Viceministro in piena discussione sulla Legge di Bilancio 2023, ai microfoni della trasmissione Coffee Break in onda su La7 il 22 dicembre, illustrando il possibile intervento sottolineava:

“Non va chiamato scudo penale. Si tratta di una causa estintiva di reati formali a seguito di un pieno adempimento al 100 per cento dell’obbligazione tributaria. Non è, quindi, un condono”.

E spiegava che il Ministero della Giustizia era stato chiamato in causa da quello dell’Economia e delle Finanze per una consulenza su “un’idea di estinzione di reati formali”.

I tempi stretti per l’approvazione della Legge di Bilancio 2023 e i pareri discordanti nelle aule del Parlamento avevano portato ad accantonare la realizzazione del progetto.

Ma ora la previsione delle cause di non punibilità trova spazio tra le “Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali” riaccendendo la discussione, anche sulle caratteristiche di necessità e urgenza che tutti gli interventi dei decreti legge dovrebbero avere.

Dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, però, arrivano parole di apprezzamento:

“La non punibilità dei reati di omesso versamento di imposte e ritenute per chi si avvale delle definizioni agevolate della tregua fiscale, introdotta con il decreto-legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri, è una norma ragionevole e di buon senso. Sarebbe paradossale che, a fronte dell’integrale versamento delle imposte dovute e già dichiarate, il contribuente sia comunque perseguito penalmente per il reato di omesso versamento di quelle stesse imposte che ha inteso definire con la tregua fiscale. Un’analoga causa di non punibilità è d’altra parte già prevista nella legge penale tributaria per tutti gli istituti deflattivi del contenzioso”

Sottolinea il Presidente Elbano de Nuccio che, sulla linea di Sisto, conclude: “le polemiche che stanno montando in queste ore su un presunto condono penale non trovano riscontro nella realtà”.

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