Perequazione pensioni 2019: l’INPS tra due fuochi

Rosy D’Elia - Pensioni

Perequazione pensioni 2019, l'INPS due fuochi: la Legge di Bilancio arriva troppo tardi e l'Istituto rivaluta le pensioni di gennaio secondo la vecchia norma.

Perequazione pensioni 2019: l'INPS tra due fuochi

Perequazione pensioni 2019, l’INPS tra due fuochi: la Legge di Bilancio tarda ad arrivare e l’Istituto rivaluta le pensioni di gennaio secondo la legge n. 388 del 2000. La notizia nel comunicato stampa diffuso il 30 dicembre 2018 in cui si ribadisce che i calcoli, presentati nella circolare n.122 del 27 dicembre, seguono il vecchio meccanismo e sono provvisori. Ma poi arriveranno i conguagli.

La perequazione è la rivalutazione dell’importo pensionistico legato all’inflazione. Si tratta del meccanismo per cui la somma a cui ha diritto chi percepisce una pensione si adegua all’aumento del costo della vita, come indicato dall’ISTAT.

La Legge di Bilancio del 2019 introduce un nuovo sistema di rivalutazione, che, fa sapere l’Istituto, non potrà essere applicato alle pensioni di gennaio. L’iter della manovra, approvata il 30 dicembre, è stato lungo e i calcoli hanno seguito le regole della legge in vigore applicando una variazione dell’inflazione dell’1,1% e dividendo le pensioni in tre fasce.

INPS Comunicato Stampa del 30 dicembre 2018
Scarica il Comunicato stampa INPS: chiarimenti sull’applicazione della rivalutazione delle pensioni (perequazione) dal 1° gennaio 2019.

Perequazione pensioni 2019 tra vecchio e nuovo sistema

Nella questione della perequazione l’INPS è al centro. I due fuochi sono la legge numero 388 del 2000 a cui si è fatto riferimento fino al 2018 per rivalutare le pensioni e la Legge di Bilancio del 2019, che introduce un nuovo sistema di perequazione. Ma troppo a ridosso del calcolo per i pagamenti: la prima pensione del 2019 arriva il 3 gennaio.

Nei primi mesi dell’anno, infatti, le rivalutazioni seguiranno le vecchie logiche: la percentuale di aumento per variazione del costo della vita si applica per intero, e quindi nella misura dell’1,1%, sull’importo di pensione se non eccede il triplo del minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.

Per le fasce di importo comprese tra il triplo ed il quintuplo del minimo la percentuale di aumento è ridotta al 90%; e, infine, per le fasce d’importo eccedenti il quintuplo del minimo la percentuale di aumento è ridotta al 75%.

Vale a dire che:

  • gli assegni fino a 1.522,26 euro aumenteranno dell’1,1%;
  • quelli da 1.522,27 a 2.537,10 euro dell’0,99%;
  • quelli da 2.537,11 euro in su dello 0,825%.

Ma la Legge di Bilancio 2019 introduce sette scaglioni e riduce l’aumento per alcune fasce di pensione.

Si va da un aumento del 100% per gli importi pari o inferiori a tre volte il trattamento minimo INPS e si scende a un aumento del 40% per gli importi superiori a nove volte il trattamento minimo INPS.

Un cambiamento semplice da applicare ma impossibile da gestire nei tempi stretti imposti dall’approvazione della Legge di Bilancio, che ha costretto l’INPS a seguire una via provvisoria.

Rivalutazione pensioni 2019: l’INPS tra due fuochi

Nella circolare n. 122 del 27 dicembre 2018 Rinnovo delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e delle prestazioni di accompagnamento alla pensione per l’anno 2019 l’Istituto indica i termini per la rivalutazione delle pensioni per il 2019 ma pone più volte l’accento sulla loro provvisorietà.

Già nella premessa si legge:

L’Istituto ha concluso le attività di rinnovo delle pensioni e delle prestazioni assistenziali, propedeutiche al pagamento delle prestazioni previdenziali e assistenziali nell’anno 2019. La rivalutazione è stata effettuata sulla base della normativa vigente in materia di rivalutazione dei trattamenti pensionistici e assistenziali. In previsione dell’entrata in vigore della Legge di bilancio per l’anno 2019, gli incrementi per il 2019 descritti nella presente circolare potranno subire variazioni. Con successiva circolare si illustreranno le eventuali modifiche apportate e la relativa applicazione, tenuto conto dei tempi necessari alla realizzazione delle implementazioni dei sistemi gestionali e della loro messa in esercizio.

Alla circolare del 27 dicembre, si è aggiunto anche il comunicato stampa del 30 dicembre in cui l’INPS specifica che per assicurare sin dalla mensilità di gennaio 2019 il pagamento dell’importo di pensione rivalutato, come avviene ogni anno, ha provveduto ad elaborare gli importi delle pensioni rinnovate entro il mese di novembre 2018, applicando la legislazione a quel momento vigente.

E sottolinea che sulla questione dovrà intervenire nuovamente:

Con successiva circolare, dopo la pubblicazione della Legge di bilancio per il 2019 in Gazzetta Ufficiale, s’illustreranno le modifiche apportate dalla nuova normativa e si descriveranno le relative modalità di attuazione e i tempi per i conguagli

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale negli ultimi giorni dell’anno ha più volte sottolineato le difficoltà di agire tra due fuochi: il sistema già in atto e che va avanti inesorabile e una Legge di Bilancio che fa discutere, non tanto, o non solo, per i contenuti. Ma soprattutto per le modalità e per i tempi di approvazione che, pare, possano addirittura compromettere la sua costituzionalità.

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