Il baratto amministrativo: definizione e normativa di riferimento

Daniele Di Giovenale - Leggi e prassi

Che cos'è il baratto amministrativo?

Il baratto amministrativo: definizione e normativa di riferimento

Il baratto amministrativo, introdotto nel 2014, è un istituto che può essere applicato dai Comuni previa approvazione del relativo regolamento.

La misura consente ai cittadini di poter svolgere dei lavori di riqualificazione per avere sconti sui tributi da pagare.

Una definizione più circostanziata su cos’è il baratto amministrativo è stata fornita da recenti pronunciamenti delle sezioni regionali della Corte dei Conti.

L’istituto si configura come una sorta do ut des tra Comuni e cittadini che può essere utilizzata anche (ma non solo) per venire incontro alle esigenze di persone in difficoltà economica.

La norma che regolamenta il baratto amministrativo si pone idealmente in continuità con quanto dettato dalla Costituzione all’articolo 118, laddove prevede che le istituzioni:

“favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”

Cos’è il baratto amministrativo?

Il baratto amministrativo è stato introdotto con lo Sblocca Italia, la legge n. 133 del settembre 2014 (articolo 24) concernente ‘Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio’.

La noma che introduce il baratto amministrativo per i Comuni prevede un regolamento da approvare con i relativi criteri di attuazione.

La misura in generale permette al cittadino di ammortizzare il costo di un tributo locale con dei ‘lavoretti’ volti alla riqualificazione del territorio.

Il baratto amministrativo permette così una sorta di scambio tra il Comune e il cittadino: il primo promette sconti o esenzioni sulle somme che il contribuente deve all’amministrazione al posto di alcuni interventi sul proprio territorio. Il Comune così non deve procedere ad alcun esborso diretto di denaro a favore delle azioni di decoro pubblico ma dovrà calcolare una diminuzione relativa delle entrate fiscali.

La legislazione a riguardo , più che fornire una definizione su cos’è il baratto amministrativo, elenca una serie di esempi di attività che possono esservi ricomprese. Il citato articolo 24 dello Sblocca Italia infatti indica per il baratto amministrativo ai Comuni come:

Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze o strade ed in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano

A chi si chiede che cos’è il baratto amministrativo si può quindi rispondere indicando come le attività che possono rientrarvi all’interno vanno dal recupero di aree o edifici di interesse per la collettività fino alle opere di riqualificazione o valorizzazione del patrimonio locale. Ai regolamenti dei Comuni quindi è lasciato un discreto margine in relazione alla sua applicazione.

Lo Sblocca Italia inoltre stabilisce esplicitamente che il baratto amministrativo deve essere assegnato primariamente ad associazioni o comunità di cittadini. L’entità della riduzione sulla somma dovuta dovrà essere proporzionale al lavoro svolto e in ogni caso non deve superare quanto avrebbe pagato l’amministrazione facendo uso di altri mezzi.

In quali città italiane è attualmente approvato ed attuato il baratto amministrativo:

  • Milano;
  • Massarosa (LU);
  • Leggiuno (VA);
  • Invorio (NO);
  • Marcellinara (CZ);
  • Palma di Montechiaro (AG);
  • Pescia (PT);
  • Monteroni di Lecce.

Cos’è il baratto amministrativo? La deliberazione della Corte dei Conti

Un pronunciamento della Corte dei Conti dell’Emilia Romagna (27/2016/PAR) ha inoltre precisato la necessità di una rapporto di ‘stretta inerenza’ tra l’esenzione o la riduzione del tributo e l’attività svolta dal cittadino o dall’associazione.

La sentenza ridefinisce così parzialmente che cos’è il baratto amministrativo e le regole da applicarsi per i Comuni.

Tale limitazione imposta ai Comuni per il baratto amministrativo servirebbe ad evitare il rischio di danno erariale per l’amministrazione. Secondo quanto determinato dalla Corte dei Conti, per esempio, la raccolta di rifiuti può quindi configurare uno sconto unicamente per la Tari dal momento che la diminuzione nei costi per il Comune sarà calcolata proprio su quella voce.

Per evitare un rischio simile per il Comune riguardo il baratto amministrativo la magistratura contabile ha anche indicato come l’istituto possa essere utilizzato solo per ricevere riduzioni su tributi locali ancora da pagare e non su debiti pregressi.

In materia è intervenuta anche la Corte dei Conti Veneto (deliberazione n. 313 del 21/6/2016).

Tra le sottolineature circa cos’è il baratto amministrativo viene indicato come non possa essere usufruito da imprese. Il vincolo è posto ad evitare che le aziende possano ‘approfittare’ indebitamente di esenzioni o riduzioni.

La deliberazione della Corte dei Conti del Veneto ha inoltre preso in esame la relazione che si instaura tra il nuovo Codice degli Appalti (D.lgs. 50/2016, in particolare per gli artt. 189 e 190) e il baratto amministrativo del Salva Italia non ancora abrogato.

Baratto amministrativo: regolamento per i Comuni

Il Comune che voglia applicare sul proprio territorio lo strumento del baratto amministrativo è tenuto ad emettere una delibera che ne consenta l’uso. La stessa delibera deve definire i limiti e il regolamento per l’istituto dal momento che i criteri e le condizioni effettive rispetto alle quali si svolgerà il baratto amministrativo sono demandate agli enti territoriali.

Per quanto riguarda le esenzioni dal pagamento di determinati tributi, il Comune deve provvedere ad una loro delimitazione temporale. È infatti necessario che lo sconto sulla tassa possa essere concesso solo per un periodo limitato e definito.

In aggiunta l’ente locale deve specificare cos’è l’attività o la tipologia di mansione svolta dal cittadino per il baratto amministrativo e qual è il tributo sul quale si attuerà la riduzione.

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