Quando arriva il decreto attuativo che dà il via libera al bonus mamme 2025? Senza l'agevolazione in teoria attiva da gennaio non può partire. A chi spetta l’agevolazione e come si richiede?

Sono passati quasi sei mesi dall’introduzione della nuova versione del bonus mamme ma l’agevolazione resta sospesa.
Non solo non è ancora possibile fare domanda ma manca anche il decreto attuativo della misura, senza il quale non è possibile procedere. Il decreto era atteso entro il 31 gennaio, ma ad oggi ancora non se ne sa nulla.
L’agevolazione è stata modificata profondamente dalla Legge di Bilancio 2025 e pertanto necessita del decreto attuativo per poter diventare operativa. Vediamo come funzionerà.
Bonus mamme 2025: quando arriva il decreto?
Continua a crescere l’attesa per la pubblicazione del decreto attuativo del bonus mamme 2025 e la pazienza delle interessate, che restano senza agevolazione, continua ad essere messa alla prova.
Il decreto che disciplina l’esonero contributivo per le lavoratrici con almeno due figli introdotto nel 2024 e confermato anche per il 2025 è ormai atteso da quasi 6 mesi.
Il termine di scadenza per l’adozione fissato dalla Legge di Bilancio 2025 al 31 gennaio è stato ormai superato da un pezzo ma, ad oggi, non ci sono ancora novità sulle tempistiche.
Le lavoratrici devono ancora attendere per avere il decreto attuativo della misura con le istruzioni per poter avere accesso all’agevolazione: un esonero contributivo in busta paga, di cui tra l’altro ancora non si conosce l’entità.
Ad oggi infatti non si sa ancora quanto varrà l’esonero per le lavoratrici con due figli e per le autonome (escluse dal bonus nel 2024). Quello che è certo è che non sarà più totale ma parziale, come specificato nero su bianco dalla norma.
La Legge di Bilancio 2025 infatti ha introdotto importanti novità in merito alla fruizione dell’esonero contributivo per l’anno in corso, nello specifico per quanto riguarda i requisiti di accesso e l’importo della riduzione.
Sono escluse solo le lavoratrici madri di tre o più figli (di cui il più piccolo di età inferiore a 18 anni), per le quali fino al 2026 si applica la versione dell’esonero in vigore nel 2024 e cioè un esonero contributivo in busta paga, per uno sconto fino a 250 euro al mese, fino al limite quindi di 3.000 euro annui.
Inoltre, la Manovra ha introdotto alcune restrizioni per l’accesso al bonus, tra cui il limite reddituale di 40.000 euro su base annua, un criterio non previsto per la fruizione nel 2024.
In attesa del decreto attuativo, quindi, da gennaio le lavoratrici madri con due figli, anche autonome, sono tagliate fuori dall’agevolazione. Una volta pubblicato il decreto starà poi all’INPS stendere l’apposita circolare con le istruzioni operative da seguire per beneficiare dell’agevolazione.
Bonus mamme 2025: a chi spetta e come si richiede
La nuova versione dell’esonero, come detto, spetta alle lavoratrici dipendenti e autonome con due figli che rispettano i nuovi requisiti più restrittivi. A parte i dettagli di cui abbiamo parlato, a livello operativo il decreto non dovrebbe introdurre particolari novità.
L’anno scorso, per poter accedere al bonus, le lavoratrici dovevano comunicare al datore di lavoro la volontà di avvalersi dell’esonero, indicando il numero dei figli e i codici fiscali degli stessi.
Successivamente, i datori di lavoro potevano esporre l’esonero spettante nelle denunce retributive.
Una modalità alla quale è stata affiancata la possibilità per le lavoratrici di comunicare direttamente all’INPS le informazioni relative ai codici fiscali dei figli. Procedura che, si presume, sarà adottata anche nel caso delle lavoratrici autonome.
A meno di nuove sorprese nel decreto, quindi, per poter beneficiare del bonus mamme nel 2025, le lavoratrici dovranno richiederlo al datore di lavoro.
Per quanto riguarda, invece, l’esonero contributivo previsto in favore delle lavoratrici madri di tre o più figli che, come detto, trova applicazione fino al 31 dicembre 2026, non cambiano le modalità di fruizione già adottate per il 2024. Sono le stesse indicate dall’INPS nella circolare n. 27/2024.
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