Buoni spesa per emergenza coronavirus: come funzionano e chi ne ha diritto? A fornire le prime risposte è l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, con la nota di indirizzo del 30 marzo 2020 sull’Ordinanza di Protezione Civile numero 658, che ha previsto “Ulteriori interventi di protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”.
Saranno, infatti, gli enti territoriali a stabilire le modalità di utilizzo dei buoni spesa e ad individuare chi ne ha diritto. Per ottenerli, infatti, i cittadini dovranno far riferimento alle regole specifiche indicate dal Comune di riferimento. Alcune amministrazioni da Nord a Sud hanno già stabilito importi, requisiti e modalità di domanda.
Con l’ordinanza numero 658 della Protezione Civile, sono stati stanziati 400 milioni di euro per garantire i buoni spesa a chi è in difficoltà. Le cifre cambiano da territorio a territorio:
Dalle somme a cui si ha diritto ai requisiti, le regole alla base della “solidarietà alimentare” vengono stabilite dai singoli Comuni. L’Ordinanza della Protezione Civile non delinea in maniera precisa il meccanismo dei buoni spesa per emergenza coronavirus e lascia la porta aperta alle decisioni delle amministrazioni locali.
Nella nota del 30 marzo l’ANCI sottolinea:
“In tal senso va letta l’assenza – in norma – di disposizioni su criteri e modalità di erogazione delle misure: assicurare nell’emergenza che i Comuni possano organizzarsi nel modo più vicino a soddisfare immediatamente il bisogno dei propri cittadini in stato di bisogno, anche con mezzi e strumenti già in uso e in deroga alle ordinarie norme sugli affidamenti”.
Gli enti territoriali possono potenziare gli interventi anche grazie ad eventuali donazioni.
Le risorse devono essere utilizzate dai Comuni per garantire ai cittadini due tipologie di sostegno:
Massima flessibilità è prevista anche sull’elenco degli esercizi commerciali individuati per gli acquisti con i buoni spesa: è possibile procedere con convenzioni o con elenchi aperti, senza scadenza, per raccogliere adesioni.
Nell’acquisto e nella distribuzione dei beni possono essere coinvolti anche gli Enti del Terzo Settore.
“I nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza
epidemiologica da virus Covid 19 e quelli in stato di bisogno” sono i primi beneficiari dei buoni spesa. Questa è la regola fondamentale che ogni Comune deve applicare per stabilire chi ne ha diritto e chi no, ma ognuno indica i requisiti necessari per l’accesso.
La priorità spetta a chi non beneficia già di altri assegni o prestazioni, come:
Ovviamente il Comune può scegliere di destinare parte delle risorse anche a chi già beneficia di sussidi o contirbuti, ma sempre dando “priorità a chi tale sostegno non lo riceve”, sottolinea l’ANCI.
Chi ha le carte in regola come può ottenerli? Anche in questo caso, ci sono diverse possibilità e bisogna attenersi alle istruzioni valide nel territorio in cui ci si trova.
Tra le modalità previste, le amministrazioni locali possono pubblicare bandi con una scadenza ravvicinata o avvisi pubblici che restano aperti e che si basano sul meccanismo dello scorrimento fino all’esaurimento delle risorse.
Secondo le istruzioni dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, infine, è possibile prevedere che i cittadini possano dimostrare di avere i requisiti richiedano i buoni spesa utilizzando dei modelli di autocertificazione: una modalità che assicura semplicità e velocità, cruciali in un periodo di emergenza.