Rosy D’Elia

- Bilancio e principi contabili


Il ritorno dell’Ace dal 2020

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La Legge di Bilancio 2020 ha riportato in vita l'ACE, aiuto alla crescita economica, per le imprese. Viene ripristinato il sistema abrogato con la precedente Manovra per introdurre la mini ires, che resta inapplicata. L'aliquota del rendimento nozionale è fissata all'1,3%.

Con l’arrivo del 2020, è tornata in vita l’ACE, aiuto alla crescita economica. Durante l’anno che si è appena concluso ci sono stati una serie di ripensamenti sulle agevolazioni per le imprese: con la Manovra del 2019 la misura era stata abrogata e sostituita con la Mini Ires.

Poi ancora il Decreto Crescita, ad aprile aveva portato nuove modifiche, infine la Legge di Bilancio mette un punto sulla questione tornando alle origini.

Con un lungo giro, il meccanismo più adatto per premiare chi lascia i soldi in azienda si ritrova nel punto di partenza: si ripristinano le disposizioni dell’articolo 1 della legge numero 201 del 2011, che otto anni fa avevano dato vita all’ACE.

I diretti interessati, al centro di questo circolo di scrittura e riscrittura della normativa, sono le società di capitali, gli enti commerciali, gli imprenditori individuali, le società in nome collettivo e in accomandita semplice in regime di contabilità ordinaria.

Torna l’ACE, aiuto alla crescita economica: la novità nella Legge di Bilancio 2020

Nel testo della Legge di Bilancio 2020, all’articolo 1, comma 287, si legge:

“A decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018:

La novità è che dal 2020 si torna di nuovo all’ACE, al punto di partenza. Vengono abrogate, infatti, anche le disposizioni introdotte con la Legge di Bilancio 2019 e con il Decreto Crescita:

Dal quest’anno si torna, insomma, alle origini dell’ACE, con un paradosso: le novità che hanno visto la luce nel 2019 vengono soppresse prima ancora di essere applicate.

Torna l’ACE, aiuto alla crescita economica, come è cambiata l’aliquota del rendimento nozionale prevista

L’aiuto crescita economica, ACE, rappresenta un incentivo alla patrimonializzazione delle imprese: l’agevolazione consente di dedurre dal reddito delle società di capitali, di persone e delle ditte individuali in contabilità ordinaria, una somma che corrisponde al rendimento figurativo degli incrementi di capitale.

Per calcolare l’importo deducibile è necessario partire dalla sommatoria dei componenti che hanno inciso positivamente (conferimenti, utili accantonati) e negativamente (riduzioni di patrimonio con attribuzione ai soci, acquisti di partecipazioni in società controllate, acquisti di aziende o rami di aziende) sul capitale.

Il risultato viene confrontato con il patrimonio netto contabile che risulta dal bilancio di esercizio, determinando l’incremento patrimoniale che rappresenta la base di calcolo dell’ACE.

L’importo deducibile viene quindi individuato moltiplicando la base di riferimento per un’aliquota percentuale, che per il 2020 è fissata all’1,3%.

Si tratta di un valore che nel tempo si è ridotto sempre più, riducendo anche l’ appetibilità dell’agevolazione ACE per le imprese.

AnnoAliquota del rendimento nozionale prevista dall’ACE
2011 3%
2014 4%
2015 4,5%
2015 4,75%
2017 1,6%
2018 1,5%

Oggi la percentuale di rendimento che assicura l’ACE è molto vicino a quello che mediamente un ente finanziario riuscirebbe a garantire attraverso la sottoscrizione di un semplice strumento finanziario.

Per le imprese ritorna accessibile un’agevolazione importante; tuttavia le percentuali sempre più basse del rendimento nozionale determinano forti dubbi sulla sua reale convenienza, soprattutto per le PMI.

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