Si aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda che vede contrapposta la Commissione Europea e l’Italia sull’esenzione ICI, diventata poi IMU, per gli enti non commerciali: è necessario procedere al recupero dell’agevolazione relativa all’imposta sugli immobili in vigore dal 2006 al 2011, anche se l’operazione è complessa.
Nel 2012 la misura è stata definita incompatibile con le norme UE sugli Aiuti di Stato, nel 2018 la Corte di Giustizia ha chiesto di valutare la possibilità di recuperare gli aiuti: il 3 marzo 2023 da Bruxelles arriva la richiesta di procedere nonostante le difficoltà a individuare la platea di enti che ne hanno beneficiato in cui rientrano anche quelli religiosi.
Attualmente l’imposta sugli immobili in Italia è l’IMU, in vigore dal 2012 è stata introdotta dall’art. 13 del D. L. 6 dicembre 2011, n. 201 e rivista in maniera importante dalla Legge di Bilancio 2020, l’imposta è in vigore dal 2012.
A precederla l’ICI, l’imposta comunale sugli immobili, che poggiava su altre regole ed eccezioni: ed è proprio sull’impianto normativo che ha preceduto l’IMU che da Bruxelles è arrivato un nuovo intervento.
“La Commissione europea ha ordinato all’Italia di recuperare gli aiuti di Stato illegali concessi ad alcuni enti non commerciali sotto forma di esenzione dall’imposta sugli immobili”.
Si legge nella notizia del 3 marzo 2023.
Dal 2012, anno in cui la Commissione si è espressa la prima volta sul punto, la lente di ingrandimento dell’UE si è posata a più riprese sull’esenzione dall’imposta sugli immobili prevista per gli enti non commerciali che svolgevano attività specifiche (attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive o attività di natura religiosa o cultuale). Nel perimetro dell’agevolazione, quindi, anche gli edifici della Chiesa.
Dal 2006 al 2011 l’impianto di regole ha permesso agli enti di svolgere attività “di natura non esclusivamente commerciale” negli immobili esentati dal versamento dell’imposta. In questo modo, secondo l’UE, è stato garantito un vantaggio selettivo.
La nuova decisione (SA.20829) della Commissione Europea aggiunge una nuova tappa a un percorso che dura da oltre dieci anni:
“Nella decisione odierna la Commissione riconosce l’esistenza di difficoltà per le autorità italiane nell’individuare i beneficiari dell’aiuto illegale, ma conclude che tali difficoltà non sono sufficienti per escludere la possibilità di ottenere almeno un recupero parziale dell’aiuto”.
Si legge nel comunicato stampa del 3 marzo 2023. Nessuna marcia indietro quando gli aiuti sono concessi per attività non economiche o quando costituiscono aiuti de minimis.
I dati delle dichiarazioni IMU ed eventuali altre autodichiarazioni potrebbero essere utilizzate per ricostruire la platea di enti non commerciali che hanno beneficiato dell’esenzione ICI.
La decisione dell’UE, quindi, sembra mettere il punto sulla vicenda. Ma, si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.