Tari gonfiata, i rimborsi li pagheranno i cittadini: aumenti in arrivo

Alessio Mauro - TARI

Tari gonfiata, a pagare i rimborsi della tassa rifiuti dovuti dai Comuni saranno i cittadini: già dal prossimo anno potrebbero arrivare aumenti di circa 6 euro a persona.

Tari gonfiata, i rimborsi li pagheranno i cittadini: aumenti in arrivo

Tari gonfiata dai Comuni, a pagare il prezzo dei rimborsi saranno i cittadini.

Nel 2018 potrebbero essere introdotti aumenti fino a 6 euro a persona proprio per evitare che a seguito dei rimborsi dovuti ai cittadini i comuni si trovino a fare i conti con minori fondi da destinare al servizio di raccolta rifiuti.

A dichiararlo è l’Anci, secondo cui i rimborsi Tari potrebbero portare ad inevitabili aumenti della tassa rifiuti, cosa che attualmente la Legge di Bilancio 2018 non ha tra l’altro vietato.

Se è vero che è stato introdotto il blocco dell’aumento delle tasse locali IMU e TASI, la stessa cosa non è invece prevista per la Tari che, si ricorda, è la fonte dalla quale i Comuni attingono per finanziare il servizio di raccolta dei rifiuti.

Il caos Tari, che per 4 anni è stata calcolata in maniera sbagliata dai comuni, costringendo i cittadini a pagare fino a 3 volte l’importo dovuto, finirà con il pesare ancora una volta sui contribuenti.

Tari gonfiata, i rimborsi li pagheranno i cittadini: aumenti in arrivo

Evitare l’aumento della Tari nel 2018 sarà abbastanza difficile. Dal 2015, infatti, i comuni finanziano il servizio di raccolta dei rifiuti esclusivamente con il gettito della tassa e, il caos rimborsi, rischia di compromettere i bilanci comunali.

Secondo l’Anci si tratterà di un aumento pari anche a 6 euro a persona, questo perché il costo per lo smaltimento dei rifiuti dovrà comunque essere coperto e il caos Tari sembra essere destinato a trasformarsi in un cane che si morde la coda.

Se da un lato, infatti, i Comuni dovranno riconoscere ai cittadini rimborsi in caso di Tari non dovuta, gli errori di calcolo sulla quota variabile della tassa saranno scontati non dalle singole amministrazioni comunali - o dal MEF che non ha vigilato sulla corretta applicazione della legge - ma dai comuni contribuenti.

Da un lato i rimborsi di calcoli errati per ben quattro anni e dall’altro lo spettro di aumenti che la legge ad oggi non vieta. L’ennesimo balzello della tassa sui rifiuti, che già dal 2000 al 2015 è aumentata del 55% e che ad oggi sembra esser destinata a pesare ancor di più sulle tasche dei cittadini.

Codacons: Tari gonfiata, esposto alla Corte dei Conti e diffida all’Anci

Intanto sono già molti i cittadini che, ancor prima della pubblicazione della circolare MEF, hanno iniziato a presentare domanda di rimborso Tari.

Ad assistere i cittadini danneggiati dal caso della Tari gonfiata vi sono diverse associazioni dei consumatori. Tra queste Codacons che, con un comunicato stampa del 13 novembre 2017, ha annunciato di aver presentato esposto a 104 Procure e alla Corte dei Conti e di aver diffidato l’Anci.

All’Anci il Codacons ha richiesto di ordinare agli 8.000 comuni italiani la pubblicazione entro 48 ore delle modalità di calcolo della Tari applicate al proprio territorio, di modo da render noto se vi è stato o meno un calcolo inesatto della tassa sui rifiuti.

Alle Procure territoriali è richiesto invece di aprire indagini:

“sui presunti errori commessi dalle amministrazioni comunali nel conteggio sbagliato della quota variabile del tributo Tari, che avrebbero comportato prelievi decisamente superiori al dovuto a danno degli utenti, accertando l’eventuale sussistenza di fattispecie penalmente rilevanti quali il reato di cui all’art. 646 c.p. appropriazione indebita e di cui agli artt. 640 c.p. truffa e 640 bis c.p. truffa aggravata.”

Intanto, sempre il Codacons, ha attivato un forum telefonico e ha messo a disposizione dei cittadini un modulo di diffida per richiedere al proprio Comune di ricalcolare la Tari e provvedere a rimborsi automatici.

La vicenda del rimborso Tari sembra esser destinata a far parlare ancora a lungo e nell’attesa della pubblicazione delle istruzioni del MEF sono già in tanti ad essersi attivati per presentare domanda.

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