Quota 103 o 104? DDL di Bilancio 2024 in Parlamento lunedì

Giuseppe Guarasci - Pensioni

Torna quota 103 ma con vincoli stringenti: calcolo con il metodo contributivo e limite di assegno quattro volte tanto l'importo minimo INPS. Le novità sulle pensioni in attesa del testo del disegno di Bilancio atteso lunedì in Parlamento

Quota 103 o 104? DDL di Bilancio 2024 in Parlamento lunedì

Nel testo del DDL di Bilancio 2024 che arriverà in Parlamento lunedì prossimo, come dichiarato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dovrebbe tornare quota 103.

Un’ulteriore marcia indietro sulle pensioni, dopo le bozze del disegno di Legge di Bilancio 2024 che indicavano quota 104.

Anche per l’anno prossimo, qualora confermata la misura al termine dell’iter parlamentare per l’approvazione della Manovra, si potrà andare in pensione con 62 anni d’età e 41 di contributi.

Tuttavia saranno previsti limiti stringenti: l’adozione del metodo di calcolo contributivo e un tetto massimo all’importo della pensione, che non potrà essere superiore a 4 volte l’importo minimo.

Quota 103 o 104? DDL di Bilancio 2024 in Parlamento lunedì

Manca poco all’avvio dell’iter parlamentare della Manovra 2024: il testo del disegno di Legge di Bilancio arriverà lunedì in Parlamento, come anticipato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Da lì in poi inizierà l’avvio dell’iter parlamentare. Anche se l’Esecutivo auspica che non vengano formulati emendamenti, le Camere avranno piena libertà nel modificare il testo in cui dovranno essere inserite le misure che saranno in vigore dal 1° gennaio 2024.

Negli ultimi giorni, tra i temi al centro del dibattito, c’è stato quello delle pensioni. A riguardo ulteriori novità sono arrivate dall’ultima bozza in circolazione.

Nel testo è previsto il ritorno di quota 103 ma con requisiti più stringenti per il pensionamento anticipato.

Come per quest’anno si potrà quindi andare in pensione a 62 anni di età con 41 anni di contributi.

Per chi deciderà l’uscita anticipata nel rispetto dei requisiti, però, ci saranno vincoli più stringenti:

  • una “penalizzazione” che consiste nel ricalcolo della pensione con il metodo contributivo;
  • un tetto massimo al valore lordo mensile dell’assegno, che non potrà essere superiore a quattro volte il minimo indicato dall’INPS (circa 2.250 euro).

Le finestre per la verifica dei requisiti saranno modificate come segue:

  • 7 mesi per i lavoratori privati;
  • 9 mesi per i lavoratori pubblici.

Quota 103: la rivalutazione torna all’85 per cento

A bilanciare il ritorno di quota 103 sono gli effetti previsti per chi ha pensioni con importi compresi nella fascia tra 4 e 5 volte il minimo.

Si tratta di somme che vanno circa da 2.250 a 2.800 euro.

La rivalutazione al livello attuale, ipotizzata al 90 per cento, tornerebbe di nuovo all’85 per cento.

Per i trattamenti pensionistici con importi oltre 10 volte il minimo si prevede la riduzione dal 32 al 22 per cento.

Infine, l’adeguamento automatico automatico all’aspettativa di vita nel caso di pensioni anticipate verrebbe nuovamente anticipato dal 2027 al 2025.

Rimarrebbero invece le stesse condizioni per opzione donna e APE sociale, rispetto alle bozze precedenti:

  • 61 anni di età, con gli altri requisiti invariati;
  • 63 anni e 5 mesi di età e i rimanenti requisiti invariati.

Per l’ufficialità sulle misure si dovrà attendere la conclusione dell’iter parlamentare della Manovra, che dovrà ottenere il via libera da entrambe le Camere.

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