Pagamento IMU 2023 in scadenza, ma sulle novità della Manovra mancano le istruzioni

In scadenza il 16 giugno 2023 il pagamento dell'acconto IMU: l'appuntamento con il primo versamento dell'anno arriva, inesorabilmente, ma le novità introdotte dalla Legge di Bilancio restano senza istruzioni: mancano le indicazioni per beneficiare dell'esenzione prevista per gli immobili occupati

Pagamento IMU 2023 in scadenza, ma sulle novità della Manovra mancano le istruzioni

Scade oggi, 16 giugno 2023, il termine per il pagamento dell’acconto IMU 2023, ma i tempi non sono ancora maturi per la piena attuazione dell’esenzione prevista dall’ultima Manovra per gli immobili occupati.

Il tempo scorre inesorabilmente per tutti, ma le scadenze non sono uguali per tutti: i cittadini e le cittadine sono chiamate a versare l’acconto dell’imposta municipale propria, nel frattempo, però, i Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha rispettato il termine del 2 marzo per l’adozione dei decreti attuativi con le novità previste dalla Legge di Bilancio.

In scadenza il Pagamento IMU 2023, ma i tempi non sono maturi per le novità della Manovra

In linea generale coloro che possiedono fabbricati, escluse le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9, aree fabbricabili e terreni agricoli sono chiamati a pagare l’acconto IMU entro il 16 giugno.

La data segna la scadenza per il primo versamento dell’anno, la data ultima per la seconda rata, invece, è fissata al 16 dicembre che, cadendo di sabato, quest’anno slitta al 18 dicembre.

Se l’importo delle somme dovute complessivamente tra prima e seconda rata per tutti gli immobili che si possiedono non supera i 12 euro, non è necessario effettuare il versamento. E, inoltre, se l’acconto resta sotto questa soglia è possibile procedere con il versamento della cifra dovuta in un’unica soluzione entro la scadenza di dicembre.

Dall’esenzione per l’abitazione principale alle agevolazioni per i pensionati esteri, sono diverse le eccezioni sul pagamento dell’IMU previste dalla normativa. Alla lista dei casi in cui le cittadine e i cittadini sono esclusi dal versamento delle somme dovute, contenuta all’articolo 1, comma 759, della Legge n. 160 del 2019, la Legge di Bilancio 2023 ha aggiunto una nuova voce:

“gli immobili non utilizzabili nè disponibili, per i quali sia stata presentata denuncia all’autorità giudiziaria in relazione ai reati di cui agli articoli 614, secondo comma, o 633 del codice penale o per la cui occupazione abusiva sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale”.

Allo stesso tempo, il testo dell’ultima Manovra ha previsto la necessità di comunicare il possesso dei requisiti per beneficiare dell’agevolazione al Comune di riferimento e ha affidato al Ministero dell’Economia e delle Finanze il compito di stabilire le modalità da seguire.

Pagamento IMU 2023 in scadenza oggi senza istruzioni sugli immobili occupati

La data di scadenza della prima rata IMU è arrivata, ma le indicazioni non sono mai state approvate.

Entro il 2 marzo si attendeva il decreto attuativo per stabilire le modalità telematiche con cui effettuare la comunicazione relativa all’esenzione IMU per gli immobili occupati ai Comuni di riferimento. Ma dopo oltre tre mesi il provvedimento non è stato ancora firmato.

Il valore delle date di scadenza, quindi, non sembra avere lo stesso peso per tutti. Le cittadine e i cittadini sono chiamati a rispettare il termine ultimo per il pagamento dell’acconto IMU, ma per il MEF la data di scadenza fissata dalla Legge di Bilancio è passata inosservata.

Anche sulla previsione dei termini e le modalità di accesso al fondo per ristorare i Comuni per le minori entrate derivanti dalle esenzioni IMU sugli immobili occupati che chiama in causa anche il Ministero dell’Interno e, però, non ha un termine da rispettare non ci sono aggiornamenti.

Sebbene la mancanza del decreto attuativo, per come è scritta la norma, non intacchi il diritto a beneficiare dell’esenzione, la mancanza di indicazioni crea senza dubbio confusione. L’assenza di questi ultimi step burocratici è, a volte in maniera più marcata a volte meno, sostanziale.

Certamente, non è la prima volta che la scadenza di un decreto attuativo non viene rispettata. Anzi, potremmo dire che la consuetudine è proprio la lentezza delle macchine ministeriali.

E a confermarlo sono i dati forniti dallo stesso Ufficio, ora diventato Dipartimento, per il Programma di Governo pubblicati sulla capacità attuativa entro i termini di scadenza dei provvedimenti adottati relativa allo scorso anno, ovvero il rapporto percentuale tra il numero dei provvedimenti adottati nel 2022 entro i termini di scadenza e il totale dei provvedimenti adottati nel 2022.

Pochi dicasteri raggiungono la piena sufficienza e tra i rimandati a settembre c’è anche il MEF.

MinisteroCapacità attuativa entro i termini
Affari Esteri e Cooperazione Internazionale 100,0 per cento
Agricoltura, sovranità alimentare e foreste 38,5 per cento
Ambiente e sicurezza energetica 0 per cento
Cultura 58,3 per cento
Difesa 80 per cento
Economia e Finanze 57,9 per cento
Giustizia 71,4 per cento
Imprese e Made in Italy 34,8 per cento
Infrastrutture e trasporti 15,4 per cento
Interno 30,3 per cento
Istruzione e merito 58,8 per cento
Università e ricerca 39,1 per cento
Lavoro e politiche sociali 26,3 per cento
Salute 51,7 per cento
Turismo 75 per cento

Il tema dell’attuazione delle misure non autoapplicative, e che quindi richiedono un ulteriore intervento per diventare concrete, inserite all’interno delle Leggi di Bilancio e non solo è un tema caldo che riguarda allo stesso modo tutti gli ultimi Governi. Quello in carica non fa eccezione.

A distanza di 6 mesi dall’approvazione della Legge di Bilancio 2023, su 117 provvedimenti attuativi sono stati adottati 41 decreti, 42 se si considera anche quello sul reddito alimentare annunciato da Calderone. Vale a dire che la maggior parte delle misure non autoapplicativa dopo mesi esiste ancora, del tutto o in parte, solo sulla carta.

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