Detassazione tredicesime dal prossimo anno: per dicembre 2023 non sembrano esserci buone notizie

Rosy D’Elia - Irpef

Si va verso una detassazione delle tredicesime dal prossimo anno per lavoratrici e lavoratori dipendenti, ma anche per i pensionati e le pensionate. Il limite per l'applicazione è fissato a 35.000 euro. Nel frattempo, però, sulle mensilità aggiuntive di dicembre 2023 i benefici sono ridotti

Detassazione tredicesime dal prossimo anno: per dicembre 2023 non sembrano esserci buone notizie

Tra le novità in cantiere con la riforma fiscale c’è anche la detassazione delle tredicesime: il peso del Fisco sulle mensilità aggiuntive dovrebbe alleggerirsi a partire dal 2024 interessando lavoratori e lavoratrici dipendenti, ma anche pensionati e pensionate, con una soglia di 35.000 euro lordi e prevedendo un’aliquota del 15 per cento.

Le misure già anticipate nei mesi scorsi sembrano trovare spazio nelle bozze di decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale, come confermano le anticipazioni sugli schemi di decreti legislativi del quotidiano IlSole24Ore di oggi, 21 settembre.

Si dovrà, però, aspettare il prossimo anno. Nelle ultime settimane si era ipotizzato in maniera ottimistica un debutto già nel 2023.

Ma il margine di manovra di questo fine anno sembra stretto e per quest’anno i benefici sono ridotti.

Anche il cuneo fiscale potenziato non si applica alla tredicesima: spetta l’esonero contributivo pari al 2 e al 3 per cento.

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Detassazione tredicesime, le novità per pensionanti e dipendenti arrivano dal prossimo anno

Entro la soglia dei 35.000 euro annui, le tredicesime potranno beneficiare di una detassazione con l’applicazione di un’aliquota del 15 per cento. Sulla volontà di alleggerire il peso del Fisco per aumentare gli importi effettivamente riconosciuti a dipendenti e pensionati non c’è dubbio: d’altronde lo stesso testo della legge delega per la riforma fiscale lo prevede.

Restano da definire tempi e modalità: per concretizzare il progetto di revisione del sistema tributario ci sono due anni di tempo, ma c’è già grande attesa per l’applicazione delle prime misure. Un primo assaggio si attende con la Legge di Bilancio e, quindi, con ricadute dal prossimo anno.

La detassazione delle tredicesime è una delle tante misure pensate per combattere la perdita del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni e sostenere lavoratori e lavoratrici dipendenti, ma anche pensionati e pensionate.

Il tempo è denaro, insomma, ma per il Governo non sembrano esserci le condizioni per un’azione tempestiva, già a partire dal 2023.

Detassazione tredicesime: per dicembre 2023 non sembrano esserci buone notizie

L’ipotesi circolata nelle ultime settimane sembra sfumare e si fa sempre più certa l’anticipazione del viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo dei mesi scorsi che aveva indicato il 2024 come anno di debutto della detassazione che porterebbe a guardare alla tredicesima come un reddito aggiuntivo a cui applicare l’aliquota del 15 per cento.

C’è ancora un anno da aspettare, quindi. E per le somme in arrivo a dipendenti e pensionati il prossimo dicembre non sembrano esserci buone notizie, anzi.

Attualmente anche il taglio del cuneo fiscale e contributivo potenziato non riguarda la tredicesima.

L’articolo 39 del Decreto Lavoro recita:

“Per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, determinato ai sensi dall’articolo 1, comma 281, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 è incrementato di 4 punti percentuali, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima”.

Da luglio il valore dell’esonero contributivo è passato dal 2 al 6 per cento per le retribuzioni fino a 35.000 euro e dal 6 al 7 per cento per quelle fino a 25.000 euro, ma la misura più generosa non si applica alla mensilità aggiuntiva.

La norma su questo punto non lascia spazio a dubbi: per quest’anno i benefici sulla tredicesima si riducono e non si estendono.

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