Dall’Agenzia delle Entrate la prima circolare sulla riforma IRPEF, ma servono istruzioni più dettagliate

Rosy D’Elia - Fisco

La prima circolare sulla riforma fiscale diffusa dall'Agenzia delle Entrate riguarda l'IRPEF, ma dal documento ci si aspettava di più: esempi di calcolo, approfondimenti, casi pratici. Per orientarsi servono istruzioni più dettagliate

Dall'Agenzia delle Entrate la prima circolare sulla riforma IRPEF, ma servono istruzioni più dettagliate

Dalla prima circolare sulla riforma fiscale, e in particolare sulla revisione dell’IRPEF, ci si aspettava di più, anche alla luce delle novità che riguardano lo Statuto dei diritti del contribuente.

Il documento diffuso dall’Agenzia delle Entrate illustra le misure contenute nel decreto legislativo numero 216 del 2023, ma non approfondisce, fornisce pochi esempi di calcolo e tralascia il punto più complesso: la deduzione per le nuove assunzioni.

La lettura del documento non è così diversa dalla lettura dalla norma e le 14 pagine dedicate a nuove aliquote, scaglioni, detrazioni non possono fare da bussola per contribuenti e addetti ai lavori.

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Prima circolare sulla riforma fiscale: si parte dall’IRPEF, ma le istruzioni non sono abbastanza dettagliate. Occorreva davvero una circolare quindi?

Ci si aspettava di più dall’ultima circolare pubblicata dall’Agenzia delle Entrate perché è legata a doppio filo alla riforma fiscale.

Si concentra sulle novità che hanno inaugurato il cantiere dei lavori di revisione del sistema di tassazione ed è uno dei primi documenti pubblicati dopo la revisione dello Statuto del contribuente che, tra le altre cose, ha ridefinito anche gli strumenti che i cittadini e le cittadine devono avere a disposizione per un buon rapporto con il Fisco.

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Per l’interpretazione e l’applicazione delle disposizioni tributarie, i contribuenti devono essere supportarti tramite:

  • circolari interpretative e applicative;
  • consulenza giuridica;
  • interpello;
  • consultazione semplificata.

L’articolo 10 speties della Legge numero 212 del 2000, in vigore dal 18 gennaio, chiarisce con quali obiettivi devono essere concepite le circolari diffuse dall’Amministrazione finanziaria:

  • ricostruzione del procedimento formativo delle nuove disposizioni tributarie e primi chiarimenti dei loro contenuti;
  • approfondimenti e aggiornamenti interpretativi conseguenti a nuovi orientamenti legislativi e giurisprudenziali;
  • inquadramenti sistematici su tematiche di particolare complessità;
  • istruzioni operative ai suoi uffici.

Dall’Agenzia delle Entrate la circolare sull’IRPEF, ma mancano ancora diverse istruzioni

Leggendo la circolare diffusa il 6 febbraio 2024, i punti fissati dallo Statuto dei contribuenti non sembrano essere stati centrati.

Il documento si sofferma sugli aspetti che seguono:

  • Revisione della disciplina dell’imposta sul reddito delle persone fisiche:
    • Rimodulazione di aliquote e scaglioni di reddito;
    • Modifica delle detrazioni da lavoro dipendente e assimilato;
    • Trattamento integrativo;
    • Revisione della disciplina delle detrazioni fiscali;
    • Adeguamento della disciplina delle addizionali regionale e comunale all’IRPEF;
  • Abrogazione della disciplina relativa all’aiuto alla crescita economica (ACE).

E già mettendo a confronto l’indice con l’oggetto “Attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi – Decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216” emerge una prima lacuna importante: non si fa luce sulla superdeduzione prevista in caso di nuove assunzioni.

La lacuna, probabilmente, è imputabile anche al fatto che per l’applicazione della misura manca ancora il decreto attuativo che dovrà stabilire i coefficienti di maggiorazione del costo del lavoro in caso di rapporti di lavoro con persone che appartengono a categorie svantaggiate.

Ma a maggior ragione, in attesa del provvedimento attuativo che già viaggia con ritardo, poteva essere utile avere a disposizione delle indicazioni per la lettura di una norma che, anche solo nella formulazione testuale, appare molto complessa.

Non accennare neanche delle prime istruzioni, in ogni caso, è una scelta. Ma a far sorgere delle perplessità non sono solo i grandi assenti: anche sui punti inseriti nell’indice restano ancora molti interrogativi.

Al netto di qualche tabella, di brevi precisazioni testuali e di rimandi a precedenti documenti di prassi, la lettura della circolare non è poi così diversa dalla lettura della norma o delle relazioni illustrative sul decreto di riforma dell’IRPEF.

Ad esempio sul calcolo delle detrazioni con il taglio per i titolari di redditi oltre i 50.000 euro, che diventa doppio per chi supera i 120.000 euro di reddito, avrebbero aiutato delle simulazioni di calcolo, ipotesi di casi pratici.

Anche l’abrogazione dell’ACE, l’Aiuto alla Crescita Economica, va in pensione senza troppe spiegazioni:

“L’articolo 5, nelle more dell’organica revisione e razionalizzazione degli incentivi alle imprese previste dalla Delega, dispone, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, l’abrogazione della disciplina dell’ACE, stabilendo che, sino a esaurimento dei relativi effetti, continuano ad applicarsi le disposizioni relative all’importo del rendimento nozionale eccedente il reddito complessivo netto del periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023”.

Finisce così la circolare numero 2 del 6 febbraio 2024 e la vita dell’agevolazione.

Nel frattempo restano nodi da sciogliere e interrogativi. Uno di questi è il calcolo dei prossimi acconti e saldi, che dovranno essere effettuati con regole diverse.

Il decreto, infatti, stabilisce che le novità di questa prima fase della riforma non si applicano agli “acconti dovuti ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali per i periodi d’imposta 2024 e 2025”.

Nella determinazione degli acconti dovuti ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e relative addizionali per i periodi d’imposta 2024 e 2025 non bisogna tener conto delle modifiche introdotte. In teoria la norma è chiara, ma per l’applicazione pratica, non così semplice e immediata, servirà fornire una bussola ai contribuenti e agli addetti ai lavori.

“Razionalizzare e semplificare il sistema tributario” è uno dei principi generali della legge delega per la riforma fiscale. E l’obiettivo non deve sfuggire né a chi scrive o riscrive la normativa fiscale né a chi è chiamato ad applicare, approfondire, chiarire quanto previsto dalla riforma: dalle nuove regole di calcolo delle imposte alle nuove modalità di dialogo tra Fisco e contribuenti.

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