Bancomat obbligatorio professionisti, commercianti e artigiani 2017: sanzioni ed esenzioni

Bancomat obbligatorio e POS per tutti i professionisti, commercianti e artigiani dal 2017: in arrivo il decreto annunciato dal MEF con novità su commissioni, sanzioni ed esenzioni.

Bancomat obbligatorio professionisti, commercianti e artigiani 2017: sanzioni ed esenzioni

Bancomat obbligatorio per professionisti, commercianti e artigiani: è attesa per il decreto che introdurrà l’obbligo di POS a partire dal 2017, con sanzioni ed esenzioni in chiaro.

Ne aveva parlato ad agosto il viceministro dell’Economia Casero e stando alle novità degli ultimi giorni il decreto sarebbe in dirittura d’arrivo: POS obbligatorio 2017 e accettare pagamenti con bancomat anche se di importo minimo potrebbero essere inseriti nel decreto di recepimento della direttiva UE che ha rimodulato le commissioni sui micropagamenti.

Le sanzioni previste per professionisti, commercianti e artigiani che non accetteranno pagamenti con bancomat e carta di credito saranno di 30 euro per operazione; l’obbligo di dotarsi di POS sarà rivolto in via generica a tutti gli esercenti e i professionisti a diretto contatto con il pubblico. Esenzione prevista, per il momento, soltanto per tabacchi e benzinai.

Ancora una volta al centro delle misure del Governo c’è la lotta all’evasione fiscale, con un Fisco che punta sempre più al digitale e che, a questo punto, conferma la possibilità che la Legge di Bilancio 2018 introduca l’obbligo di fatturazione elettronica anche nei rapporti tra privati.

Bancomat obbligatorio per professionisti, commercianti e artigiani nel 2017: ecco le sanzioni

Il decreto sul bancomat obbligatorio metterà in pratica quanto previsto prima dal decreto crescita 2.0 del 2012 e poi dalla Legge di Stabilità 2016, con la quale era stato introdotto l’obbligo per professionisti e commercianti di dotarsi di POS e accettare pagamenti con bancomat o carta di credito per importi superiori ai 5 euro.

Non è ancora chiaro se vi sarà un decreto attuativo del MEF e del MISE o se, per velocizzare il tutto, il POS diventerà effettivamente obbligatorio con l’approvazione del decreto approvato in via preliminare dal Governo che recepisce la direttiva UE sul taglio delle commissioni sui micropagamenti.

Secondo quanto riportato dal Sole24Ore, si starebbe valutando se inserire nel decreto in corso di approvazione definitiva una clausola che rimandi al Codice Civile per rendere definitive le sanzioni fino a 30 euro ad operazione per chi rifiuta di accettare pagamenti con bancomat e carte di credito.

Quello che in molti si chiedono ad oggi è chi sarà obbligato ad installare il POS ed accettare pagamenti con bancomat? In linea di principio il decreto introdurrà un obbligo generalizzato per tutti i commercianti, artigiani e professionisti, indicando alcune - ma limitate - esenzioni dall’applicazione delle sanzioni.

Bancomat obbligatorio 2017: per chi?

Le sanzioni per chi rifiuta pagamenti con bancomat per importi anche minimi saranno rivolte a tutti gli artigiani, commercianti e professionisti che lavorano a diretto contatto con il pubblico. Sanzione fino a 30 euro, quindi, quando un bar, esercizio commerciale, dentista, veterinario e via di seguito rifiuta di accettare pagamenti con il POS.

Stessa cosa per gli artigiani e per i professionisti; questi, tuttavia, potranno beneficiare dell’esenzione prevista dalla bozza di decreto sulle sanzioni per chi viola le regole sul bancomat obbligatorio soltanto qualora operino in studi associati e non svolgono lavoro di consulenza diretta con la clientela.

Esonero per tabaccai e benzinai, ma nessuna esenzione in base al fatturato: secondo quanto previsto dal precedente decreto attuativo, l’obbligo di POS non interessava chi aveva ricavi inferiori a 200.000 euro, disposizione tuttavia scaduta il 30 giugno 2014.

Pagamenti elettronici, il Governo accelera

Il bancomat obbligatorio sarà soltanto il primo intervento che il Governo metterà a punto con l’obiettivo di premere sulla diffusione in Italia dei pagamenti elettronici. Come affermato da Casero la sanzione per professionisti, commercianti e artigiani sarà soltanto uno dei tasselli del decreto da proporre entro settembre:

“Vogliamo inserire questa norma all’interno di un quadro più ampio per spingere tutto il sistema a un deciso spostamento verso i pagamenti elettronici in Italia”.

Allo studio del Ministero dell’Economia anche agevolazioni fiscali per i contribuenti che decidono di pagare con bancomat o carta:

“Chi usa la carta per saldare l’idraulico, pagare il tassista o per la parcella del medico potrebbe avere un piccolo sgravio fiscale su quella spesa di cui ha lasciato traccia elettronico proprio in virtù del suo effetto anti evasione”.

L’obiettivo è di ridurre l’evasione fiscale e di far guadagnare posizioni all’Italia che, ad oggi, è uno degli stati dell’UE dove si fa minor utilizzo dei pagamenti con POS, preceduta soltanto dalla Grecia.

Riduzione costi di commissione per i pagamenti con bancomat e carta di credito

Se è vero che introdurre l’obbligo di accettare pagamenti con carta di credito e bancomat potrebbe diventare una delle strategie per contrastare l’evasione fiscale in materia di Iva, quello che commercianti, artigiani e professionisti lamentano sono i costi di commissione delle banche.

A cercare di attenuare il problema denunciato anche dalle associazioni a difesa dei diritti dei consumatori e dei professionisti è intervenuta la direttiva UE. Secondo quanto previsto dalla bozza del decreto legislativo, come diffuso sul sito della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome:

Per le operazioni nazionali tramite carta di credito ad uso dei consumatori di importo inferiore a 5 euro i prestatori di servizi di pagamento applicano una commissione interbancaria di importo ridotto rispetto a quelle applicate alle operazioni di importo pari o superiore a 5 euro.

Per i pagamenti con POS di importo fino a 5 euro verrà applicato un massimale dello 0,3% sul totale del pagamento effettuato con carte di credito, e dello 0,2% per chi paga con carte di debito, così come previsto negli altri Paesi dell’UE che hanno già recepito la direttiva del 2015.

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