ADI: il patto di inclusione va firmato entro 60 giorni dall’incontro con i servizi sociali

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Approvate dal Ministero del Lavoro le linee guida per l'attivazione dei Patti per l’inclusione sociale da parte dei beneficiari dell'ADI. Il patto deve essere definito e firmato entro 60 giorni dal primo incontro con i servizi sociali

ADI: il patto di inclusione va firmato entro 60 giorni dall'incontro con i servizi sociali

Le famiglie beneficiari dell’assegno di inclusione devono procedere alla definizione e alla sottoscrizione del patto di inclusione sociale (PAIS) entro 60 giorni dal primo incontro con i servizi sociali.

Tale incontro deve avvenire entro 120 giorni dalla firma del PAD, il patto di attivazione digitale, un’azione che può essere svolta anche in fase di domanda, dato che senza la sottoscrizione del PAD l’ADI non può essere erogato.

Il PAIS deve essere coinvolge tutti i membri della famiglia beneficiaria dell’ADI, a prescindere dalla presenza o meno di componenti tenuti agli obblighi di attivazione lavorativa.

Tutte le indicazioni nelle linee guida del Ministero del Lavoro.

ADI: il patto di inclusione va firmato entro 60 giorni dall’incontro con i servizi sociali

Il Ministero del Lavoro, con il decreto n. 72 del 2 maggio 2024, ha approvato le linee guida per la definizione dei PAIS, cioè i patti per l’inclusione sociale.

Si tratta del progetto personalizzato che accompagna i beneficiari dell’assegno di inclusione nel loro percorso di inclusione sociale e lavorativa. Il nuovo sostegno economico introdotto dal decreto lavoro del 2023 è attivo da gennaio e spetta ai nuclei familiari con almeno un minore, una persona disabile, con più di 60 anni oppure in condizioni di svantaggio.

Come per il RdC sono previsti requisiti relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno e alle condizioni economiche (articolo 2, comma 2 del DL n. 48/2023 e articolo 3 del DM del 13 dicembre 2023).

La fruizione del sussidio è legata all’iscrizione sulla piattaforma SIISL (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa), attraverso la quale vengono attuati il patto di attivazione digitale e il patto per l’inclusione sociale ai fini dell’adesione a un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa.

L’adesione e la partecipazione al patto per l’inclusione sociale (e al patto di servizio, per i singoli componenti attivabili al lavoro) è una condizione necessaria per il mantenimento del beneficio economico.

La valutazione multidimensionale e la definizione dei PAIS coinvolgono indistintamente tutti i nuclei beneficiari dell’ADI, a prescindere dalla presenza o meno di componenti tenuti agli obblighi di attivazione lavorativa e dal loro eventuale indirizzamento anche ai servizi per il lavoro.

I beneficiari dell’ADI, infatti, sono tenuti a presentarsi per il primo appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla firma del patto di attivazione digitale, pena la decadenza.

I servizi sociali, quindi, valutano i bisogni del nucleo familiare al fine della sottoscrizione di un patto per l’inclusione.

Come indicato dal Ministero, tramite il patto per l’inclusione sociale, i servizi sociali del Comune di residenza aiutano il nucleo beneficiario a capire quali sono i bisogni della famiglia, quali servizi possono essere forniti al nucleo e ai singoli componenti e al tempo definisce gli impegni che la famiglia deve assumersi per migliorare la propria condizione sociale e lavorativa.

Il nucleo beneficiario deve definire il PAIS con i servizi sociali entro 60 giorni dal primo appuntamento presso gli stessi.

Dopo il primo incontro, poi, sia prima che dopo la sottoscrizione del Patto, i beneficiari sono tenuti a presentarsi ai servizi sociali almeno ogni 90 giorni.

ADI: come funziona il patto di inclusione sociale

Il mancato rispetto dei termini previsti dalla normativa comporta la sospensione o la decadenza dal beneficio economico.

Anche i beneficiari dell’assegno di inclusione che sono esclusi dagli obblighi di attivazione lavorativa sono tenuti a aderire ad un percorso personalizzato di inclusione sociale tramite la sottoscrizione del patto per l’inclusione. Gli unici a non firmare il patto sono i componenti minorenni anche se sono coinvolti nel percorso.

Come funziona il patto di inclusione sociale?

Il patto è composto da sette parti. Le prime tre sono riferite alla “Scheda progetto”, che deve essere sottoscritta dal nucleo familiare, mentre le altre quattro riguardano la “Scheda incontri” di monitoraggio e verifica degli impegni, che andrà compilata nei colloqui successivi.

Le sezioni sono le seguenti:

  • Scheda progetto:
    • Obiettivi generali e risultati specifici;
    • Impegni;
    • Sostegni.
  • Scheda incontri:
    • Partecipazione dei componenti tenuti agli obblighi agli incontri di monitoraggio;
    • Verifica e revisione degli impegni;
    • Monitoraggio del progresso della situazione familiare e dell’implementazione del Patto;
    • Comunicazioni INPS per sanzioni.

Il Patto è definito, in accordo con la famiglia, dal referente incaricato del servizio sociale.

Se il nucleo è già stato valutato dal servizio sociale e dispone di un PAIS definito per una precedente fruizione dell’ADI o del reddito di cittadinanza, sarà possibile semplicemente aggiornare le informazioni per la definizione del nuovo patto.

Per gli altri dettagli si rimanda al testo integrale delle linee guida fornite dal Ministero del Lavoro.

Ministero del Lavoro - decreto n. 72 del 2 maggio 2024
Approvazione delle Linee Guida per la definizione dei Patti per l’inclusione sociale

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