ODV, focus su gestione e struttura organizzativa: le organizzazioni di volontariato rappresentano una delle nuove forme associative previste dal codice del terzo settore, ed incarnano perfettamente la tipica conformazione di un ente preposto al perseguimento di un fine solidaristico.
ODV, focus su gestione e struttura organizzativa: le organizzazioni di volontariato, disciplinati dagli artt. 32-34 del d.lgs 117/2017, sono enti del terzo settore che si distinguono dagli altri per l’importanza da essi attribuita al ruolo dei volontari.
L’art. 32 del d.lgs 117/2017 recita difatti che “le organizzazioni di volontariato sono enti del terzo settore, costituiti in forma di associazione, per lo svolgimento prevalente in favore di terzi di una o più attività di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente dell’attività di volontariato dei propri associati o delle persone aderenti agli enti associati”.
La gestione di una ODV
Una organizzazione di volontariato possiede due elementi fondamentali, i quali devono essere rispettati e ben gestiti al fine della sua sopravvivenza.
Tali elementi la differenziano da un punto di vista gestionale ed organizzativo rispetto alle altre tipologie di associazioni previste dal codice del terzo settore.
La prima caratteristica essenziale da perseguire al fine di costituire e ben gestire una ODV è quella del rispetto del numero degli associati.
All’atto della costituzione dell’odv è necessaria la presenza di almeno sette persone fisiche o in alternativa di tre organizzazioni di volontariato, tale numero di minimo di soci deve essere poi mantenuto per tutta la durata dell’associazione.
Nel caso in cui il numero degli associati dovesse scendere al di sotto del minimo imposto dalla norma, l’art. 32 concede un arco temporale di un anno, entro il quale dovrà essere nuovamente integrato il numero di associati pena lo scioglimento dell’ente o la sua trasmigrazione ad altra categoria.
Si rende quindi evidente che per l’esistenza stessa dell’ODV il corpo di associati e la sua composizione è assolutamente fondamentale, è per questo opportuno attuare fin da subito un efficiente sistema di gestione e di controllo interno.
La struttura organizzativa dell’ODV
La norma che impone una ben determinata composizione della struttura dell’ ODV affonda le sue origine nel tradizionale principio della democraticità tipico delle organizzazioni no profit, per le quali il legislatore impone la presenza di più associati in rispondenza del significato primordiale dell’associazione stessa, cioè un ente fatto di persone, costituito per il perseguimento di finalità sociali, di pubblico interesse.
L’art. 32 al comma 1-bis impone la cancellazione dal RUNTS o la formulazione della richiesta di iscrizione ad una sezione dello stesso, per l’odv che non ricostituisce il numero minimo degli associati come previsto dal codice del terzo settore e ne delinea quindi l’importanza di tale previsione legislativa.
Oltre alla gestione e al controllo del rispetto della democraticità strutturale ed organizzativa dell’odv è poi necessario prevedere fin da subito, ben formulando tale previsione all’interno dell’atto costitutivo, la possibilità di ammettere altri enti del terzo settore come associati dell’ODV, a patto che, come specificato al comma 2 dell’art. 32 “il loro numero non sia superiore al cinquanta per cento delle organizzazioni di volontariato”.
Nel caso in cui quindi l’ODV sia formato da tre organizzazioni di volontariato, se previsto dall’atto costitutivo e statuto dell’ente costituendo, sarà possibile far associare anche un ulteriore ets che non sia un odv.
I soggetti che compongono l’ODV e che si occupano quindi di svolgere l’attività di interesse generale caratterizzante l’ente stesso e di provvedere alla sua corretta gestione ed organizzazione, sono i soci stessi, ed i volontari, che non sempre ricoprono in questo caso anche la figura di soci.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: ODV: Gestione e struttura organizzativa