Lavoro nero in edilizia: sanzioni fino a 5.000 euro per i committenti delle ristrutturazioni

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Si abbassa a 70.000 euro la soglia di punibilità per i committenti dei lavori in casa che non verificano la legalità della manodopera. Nei cantieri pubblici viene eliminata del tutto. La novità nel decreto coesione

Lavoro nero in edilizia: sanzioni fino a 5.000 euro per i committenti delle ristrutturazioni

Arriva una nuova stretta su appalti pubblici e lavori edili privati con l’obiettivo di contrastare il lavoro nero e irregolare.

La novità è prevista dal nuovo decreto Coesione che va a modificare il recente decreto PNRR che a sua volta ha introdotto diverse novità in materia di sicurezza sul lavoro e controlli.

Nello specifico, si prevede l’abbassamento della soglia di punibilità per i privati che non controllano la regolarità dell’impresa a cui si rivolgono per effettuare lavori in casa. Tale soglia scende da 500.000 a 70.000 euro.

Per quanto riguarda gli appalti pubblici, invece, viene eliminato il precedente limite di 150.000 euro.

In caso di esito negativo della verifica di congruità della manodopera, quindi, le sanzioni scatteranno per tutti gli appalti pubblici.

Lavoro nero in edilizia: sanzioni fino a 5.000 euro per i committenti delle ristrutturazioni

Non solo bonus assunzioni con agevolazioni contributive per favorire l’occupazione di giovani, di donne e nel Mezzogiorno, il nuovo decreto Coesione prevede interventi anche in materia di sicurezza e per il contrasto del lavoro irregolare.

Dopo gli interventi previsti dal recentissimo decreto PNRR, convertito dalla legge n. 56 del 29 aprile, come l’introduzione della patente a crediti per lavorare nei cantieri, arriva una nuova stretta su controlli e sanzioni, in particolare per lavori edili pubblici e privati.

Come si legge nella bozza del testo in circolazione, il nuovo intervento previsto dal decreto Coesione va a modificare proprio una norma del decreto PNRR.

Si tratta in particolare delle disposizioni previste ai commi 10, 11 e 12 dell’articolo 29 del DL n. 19/2024, dove viene stabilito che, nell’ambito degli appalti pubblici e privati per la realizzazione dei lavori edili, prima di procedere al saldo finale dei lavori, il responsabile del progetto (negli appalti pubblici) e il committente (in quelli privati) debbano verificare la congruità dell’incidenza della manodopera sull’opera complessiva, cioè un’analisi del costo della manodopera rispetto a quello dell’intervento.

Il decreto PNRR indica che in caso di esito negativo della verifica della congruità della manodopera, le sanzioni scatteranno per le ristrutturazioni edilizie da 500.000 euro e per gli appalti pubblici da 150.000 euro.

Ebbene, l’intervento del nuovo decreto Coesione modifica al ribasso proprio questi valori.

Lavoro nero in edilizia: scendono le soglie per la verifica di congruità

Come si legge nella bozza del testo in circolazione, la stretta sugli appalti riguarderà sia i lavori privati sia i piccoli lavori pubblici. L’articolo 28, infatti, va a modificare le soglie relative al valore dei lavori oltre le quali è obbligatoria la verifica di congruità della manodopera.

Per i lavori nel privato, la soglia scende da 500.000 a 70.000 euro.

Pertanto, i committenti, quindi i proprietari di casa, che procedono al versamento del saldo finale, in assenza di esito positivo della verifica o di previa regolarizzazione della posizione da parte dell’impresa affidataria dei lavori, saranno puniti con una sanzione amministrativa che va da 1.000 a 5.000 euro.

Prima del saldo finale dei lavori, quindi, i committenti devono farsi rilasciare dall’impresa edile l’attestato di congruità per tutti gli interventi che valgono dai 70.000 euro in su, pena l’applicazione della sanzione.

Negli appalti pubblici, invece, viene eliminata la soglia di 150.000 euro per cui la verifica di congruità scatterà per tutti i lavori, a prescindere dalla dimensione del cantiere.

In questo caso sarà il responsabile del progetto, fermi restando i profili di responsabilità amministrativo-contabile, a non dover procedere al saldo finale all’esito negativo della verifica o senza la previa regolarizzazione della posizione da parte dell’impresa affidataria dei lavori. In caso contrario sarà segnalato all’ANAC (l’Autorità Nazionale Anticorruzione) che agirà di conseguenza.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network