Quota 103 2024: come funziona la nuova versione con penalizzazioni e quali sono i requisiti di accesso

Francesco Rodorigo - Pensioni

Come funziona la nuova versione di Quota 103 prevista dalla Legge di Bilancio 2024? Non cambiano i requisiti di accesso, l’importo del trattamento, però, sarà determinato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. Introdotte anche finestre più ampie per l’uscita. Confermato il bonus Maroni

Quota 103 2024: come funziona la nuova versione con penalizzazioni e quali sono i requisiti di accesso

Per il 2024 resta in vigore la vecchia Quota 103 ma vengono introdotte alcune penalizzazioni.

Se in un primo momento sembrava dovessero essere modificati requisiti di accesso alla pensione anticipata, con l’aumento dell’età minima richiesta, il rischio è stato scongiurato e nel testo ufficiale della Legge di Bilancio 2024 sono stati confermati i 62 anni d’età e i 41 di contributi.

L’importo dell’assegno, però, per chi matura i requisiti nel corso del 2024 sarà calcolato secondo le regole del sistema contributivo e viene introdotto un nuovo tetto massimo al valore lordo mensile dell’assegno.

Infine, vengono estese le finestre temporali per l’accesso al trattamento che passano a 7 mesi per i dipendenti privati e a 9 mesi per gli statali. Per chi decide di restare al lavoro c’è la conferma del bonus Maroni.

Quota 103 2024: come funziona la nuova versione con penalizzazioni e quali sono i requisiti di accesso

La Legge di Bilancio 2024 non ha portato con sé l’auspicata riforma delle pensioni ma ci sono comunque importanti novità in materia, in particolar modo per quel che riguarda il pensionamento anticipato.

Quota 103 è il meccanismo per l’uscita anticipata introdotto nel 2023 che ha consentito ai lavoratori e alle lavoratrici di andare in pensione con 62 anni d’età e 41 di contributi.

Come stabilito dalla legge n. 213/2023, lo strumento viene confermato e i requisiti di accesso resteranno gli stessi anche per il nuovo anno. Non ci sarà, quindi, il discusso passaggio a Quota 104, che prevedeva l’aumento del requisito anagrafico.

Pertanto, anche nel 2024, potrà andrà in pensione chi è in possesso dei seguenti requisiti:

  • 62 anni d’età;
  • 41 anni di contributi.

Se da un lato non c’è stata alcuna variazione del requisito anagrafico, dall’altro vengono introdotti vincoli più stringenti. A cambiare, infatti, sono altri aspetti della misura, che di fatto portano a delle penalizzazioni per chi ne usufruisce.

La Legge di Bilancio 2024 prevede che, per le persone che maturano i requisiti nel corso dell’anno e intendono usufruire di Quota 103, l’importo dell’assegno sarà determinato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo.

In ogni caso, poi, l’importo della pensione anticipata non può essere superiore a quattro volte il trattamento minimo, che l’INPS ha fissato per il 2024 a 598,61 euro, fino alla maturazione dei requisiti di età e per la pensione di vecchiaia.

Lo scorso anno il limite massimo era fissato a cinque volte il trattamento minimo INPS.

Quota 103 2024: finestre di accesso più ampie e bonus Maroni

La Legge di Bilancio 2024 introduce novità anche per quanto riguarda le finestre di uscita per la pensione anticipata, ovvero l’intervallo di tempo che deve trascorrere tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza del trattamento.

Chi ha maturato i requisiti nel corso del 2023 riceve la pensione trascorsi 3 mesi (lavoratori dipendenti del settore privato) o 6 mesi (lavoratori dipendenti pubblici).

Chi invece, matura i requisiti per Quota 103 nel corso del 2024 potrà accedere alla pensione dopo un periodo più lungo:

  • 7 mesi per i dipendenti del settore privato
  • 9 mesi per i dipendenti pubblici.

I lavoratori e le lavoratrici che scelgono di rinunciare all’uscita, invece, potranno beneficiare del bonus Maroni, che è stato confermato.

Si tratta dell’incentivo introdotto lo scorso anno che permette agli interessati di rinunciare al versamento della quota di contribuzione IVS a loro carico da parte del datore di lavoro all’ente di previdenza, la quale confluirà direttamente in busta paga.

In pratica, ai lavoratori che posticipano l’uscita dal lavoro viene garantito un aumento di stipendio di circa il 10 per cento.

Il lavoratore, però, al momento della pensione riceverà l’importo del trattamento maturato alla data della prima scadenza utile per il pensionamento.

Si attende ora la pubblicazione della circolare INPS con tutti i dettagli e le istruzioni operative.

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