Mail dall’Agenzia delle Entrate sul pagamento di tasse per un bonifico estero: la nuova truffa online

Alessio Mauro - Fisco

Non c'è da fidarsi di mail o messaggio sul cellulare inviati, solo in apparenza, dall'Agenzia delle Entrate su un bonifico estero e sul pagamento delle tasse per l'accredito. Non è l'Amministrazione finanziaria a scrivere ma si tratta dell'ennesima truffa online da cui difendersi

Mail dall'Agenzia delle Entrate sul pagamento di tasse per un bonifico estero: la nuova truffa online

Mail dall’Agenzia delle Entrate sul pagamento di tasse per un bonifico estero ricevuto? Non c’è nessun accredito e nessuna somma da pagare, ma solo una nuova truffa da cui difendersi.

È in atto, infatti, l’ennesima campagna di phishing, di messaggi ingannevoli che provano a riprodurre lo stile delle comunicazioni istituzionali per sfruttarne l’affidabilità e per mettere in atto delle frodi a danno dei cittadini.

Con l’avviso del 13 febbraio 2024, l’Agenzia delle Entrate mette in guardia: non è l’Amministrazione finanziaria a inviare richieste sul pagamento di imposte per somme ricevute dall’estero.

“L’Agenzia delle Entrate disconosce questa tipologia di comunicazioni, rispetto ai quali si dichiara totalmente estranea e ricorda che, in caso di dubbi sull’autenticità di eventuali comunicazioni, si può far riferimento anche ai contatti reperibili sul sito istituzionale o all’Ufficio territorialmente competente.”

Mail dall’Agenzia delle Entrate sul pagamento di tasse per un bonifico estero: la nuova truffa online

Allarmi di questo tipo arrivano ormai a cadenza regolare: in questi anni, però, cittadine e cittadini si sono allenati perlopiù a difendersi dalle truffe online che arrivano nelle caselle di posta elettronica, via via le campagne ingannevoli vengono condotte sempre di più anche su altre strade.

Le comunicazioni per “ottenere il pagamento di imposte non dovute (ad esempio tasse di conversione) relative all’accredito di un fantomatico bonifico estero a favore della vittima” arrivano anche via SMS e via WhatsApp, segnala l’Agenzia delle Entrate che fornisce anche la ricetta per difendersi.

Gli elementi che devono far scattare il campanello d’allarme sono i seguenti:

  • logo dell’Agenzia Entrate;
  • firma come “Agenzia Delle Entrate Italia”;
  • mittente indirizzo e-mail estraneo all’Agenzia delle Entrate (ad esempio da indirizzi Proton Mail);
  • errori grammaticali, di punteggiatura ed omissioni nel testo;
  • riferimento a tasse di conversione e imposte non dovute;
  • eventuali minacce di coinvolgimento di un ente preposto al recupero crediti;
  • imposizione di eventuali deadline e senso d’urgenza generale.

Di solito i messaggi fraudolenti, infatti, hanno due caratteristiche: riproducono, anche se con errori più o meno palesi, la comunicazione istituzionale e contengono link, form per fornire informazioni personali o download di programmi capaci di apportare danno.

L’esca è proprio nell’invito a compiere l’azione con cui si concretizza la frode.

In caso di dubbi sui messaggi ricevuti, è sempre utile una verifica sulla paginaFocus sul phishing o rivolgendosi ai contatti reperibili sul portale istituzionale dell’Agenzia delle Entrate.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network