Professionisti e titolari di partita Iva seguono regole precise per la deducibilità e la detraibilità Iva delle spese sostenute per alberghi e ristoranti.
Anche nel 2017 valgono le regole stabilite dal Tuir e più volte chiarite dall’Agenzia delle Entrate in merito a importi e limiti per professionisti, imprese e società.
Tra le spese detraibili per professionisti, imprese con partita Iva in regime ordinario o forfettario e le società rientra anche l’Iva ristoranti e alberghi qualora inerenti l’attività svolta e se documentate con apposita fattura.
La deducibilità e la detraibilità Iva delle spese sostenute da professionisti e società per alberghi e ristoranti nel 2017 è disciplinata dal Tuir che suddivide regole e importi sulla base della diversa tipologia di contribuenti, con specifiche indicazioni per i contribuenti con partita Iva in regime dei minimi e forfettari.
Per stabilire quali sono le spese deducibili nel 2017 bisogna distinguere tra:
Di seguito tutte le istruzioni, regole e importi di deducibilità e di detraibilità Iva delle spese di ristoranti e alberghi sostenute nel 2016 da portare in deduzione o detrazione nel 2017.
La detraibilità Iva ristoranti e alberghi per le spese sostenute dai professionisti nel 2017 è ammessa per un importo pari al 100% del costo sostenuto ma soltanto qualora si rispettino specifiche indicazioni.
La deduzione e la detrazione dell’Iva per le spese dei professionisti e dei titolari di partita Iva nel 2017 è ammessa qualora i costi siano:
I professionisti che intendono portare in detrazione l’Iva per le spese di alberghi e ristoranti dovranno quindi tenere a mente che non sarà ammissibile se documentata, invece, con ricevuta fiscale.
Per quanto riguarda invece la deducibilità del costo di alberghi e ristoranti, bisogna prendere a riferimento quanto disposto dal Tuir, al comma 5 dell’articolo 54:
“Le spese relative a prestazioni alberghiere e a somministrazione di alimenti e bevande sono deducibili nella misura del 75 per cento e, in ogni caso, per un importo complessivamente non superiore al 2 per cento dell’ammontare dei compensi percepiti nel periodo di imposta. Le prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande, nonché le prestazioni di viaggio e trasporto, acquistate direttamente dal committente non costituiscono compensi in natura per il professionista”
In sintesi, è prevista la deducibilità massima del 75% della spesa sostenuta per alberghi e ristoranti per un importo massimo pari al 2% del fatturato.
In merito a deducibilità e detraibilità Iva l’Agenzia delle Entrate è più volte intervenuta per specificare quali sono le spese ammesse, importi, limiti e cosa s’intende per spese inerenti. Pertanto per maggiori chiarimenti invitiamo a leggere la circolare numero 6/E del 3 marzo 2009 pubblicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Per quanto riguarda la detraibilità Iva delle spese per alberghi e ristoranti sostenute da imprese individuali in regime ordinario e società di persone e capitali è ammessa al 100% purché le stesse siano documentate.
Più complicata invece la deducibilità, per la quale occorre innanzitutto far riferimento al Tuir, all’articolo 109 del comma 5:
“le spese relative a prestazioni alberghiere e a somministrazioni di alimenti e bevande, (…), sono deducibili nella misura del 75 per cento”
A differenza di quanto previsto per i professionisti, in questo caso non è previsto un tetto massimo di deducibilità in valore assoluto o relativo ma è ammessa nella misura del 75% della spesa sostenuta per alberghi e ristoranti nel 2017.
Per i contribuenti, imprese e professionisti, titolari di partita Iva in regime forfettario o dei minimi non è ammessa la detraibilità Iva per le spese di alberghi e ristoranti.
Per le partite Iva in regime dei minimi è ammessa la deducibilità dal reddito del 50% del costo sostenuto per alberghi e ristoranti, purché documentato e inerente. Mentre per i forfettari non è ammessa alcuna tipologia di deduzione.
Alcune specifiche indicazioni riguardano le spese sostenute per ristoranti e alberghi che riguardano la partecipazione a fiere, convegni e corsi di aggiornamento professionale.
In questo caso, non trattandosi di spese per alberghi e ristoranti in senso stretto bisogna seguire regole precise sulla detraibilità Iva e sulla deducibilità, così come specificato dall’Agenzia delle Entrate con la circolare numero 53/E/2008.
In questo caso le spese per alberghi e ristoranti possono essere dedotte al 50% decurtate al 75% del costo sostenuto, arrivando quindi al 37,5% di deduzione ammessa.
Un’ulteriore differenza riguarda invece il costo per alberghi e ristoranti sostenuto per le spese di rappresentanza, per cui abbiamo dedicato una guida specifica.
Qualora i costi sostenuti nell’anno siano riconducibili alle spese di rappresentanza bisognerà far riferimento a limiti e importi previsti nel caso specifico.
Le spese di rappresentanza, si ricorda, sono tutti quei costi che l’impresa o il professionista sostiene al fine di accrescere il prestigio e l’immagine della propria attività.
Per imprese, società e professionisti il Decreto legislativo 147/2015 ha previsto i seguenti limiti di deducibilità: