Privacy a rischio per un contrasto all’evasione fiscale inefficace: l’opinione del 65% dei lettori

Rosy D’Elia - Fisco

Privacy a rischio per un contrasto all'evasione fiscale inefficace: è questa l'opinione del 65% dei lettori che hanno partecipato al sondaggio, condotto dalla redazione di Informazione Fiscale, sulle novità introdotte dal Decreto numero 124 del 2019 e inserite nella Legge di Bilancio 2020. Ma c'è anche chi individua come priorità assoluta la lotta agli evasori.

Privacy a rischio per un contrasto all'evasione fiscale inefficace: l'opinione del 65% dei lettori

Si mette a rischio la privacy per introdurre misure di contrasto all’evasione fiscale inefficaci: il punto di vista del 65% dei lettori, che hanno partecipato al sondaggio condotto dalla redazione di Informazione Fiscale sulle novità introdotte dal Decreto numero 124 del 2019 e inserite nel Disegno di Legge di Bilancio 2020, è in linea con l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.

La lotta all’evasione fiscale è una questione da oltre 100 miliardi all’anno: contrastare chi non rispetta gli impegni col Fisco è una priorità per questo governo, che ha deciso di inserire nel sistema nuovi metodi e nuovi strumenti.

Controlli intensificati sulle fratture elettroniche, algoritmi per le analisi del rischio, limitazione dei diritti in materia di protezione dei dati personali, per fare qualche esempio.

Le innovazioni hanno fatto scattare l’allarme del Garante per la Privacy che in più occasioni le ha bocciate in maniera netta. Ultima, in termini di tempo, è la memoria depositata al Senato sul DDL di Bilancio il 12 novembre dal presidente Antonello Soro.

Sotto la lente di ingrandimento l’articolo 86 del testo e in particolare due punti:

  • il cosiddetto anonimometro che affida a un algoritmo le analisi del rischio per la prevenzione e il contrasto all’evasione fiscale;
  • l’inserimento dell’effettivo e concreto pregiudizio alle attività di prevenzione e contrasto all’evasione fiscale tra le ipotesi di limitazione dei diritti in tema di protezione dei dati personali.

Privacy a rischio e contrasto all’evasione fiscale inefficace: l’opinione del 65% dei lettori

Non si discutono gli obiettivi, ma le modalità. C’è bisogno di bilanciare la tutela dei diritti e il rispetto dei doveri, e per il presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali si è molto lontani da un equilibrio.

Fattore ancora più allarmante, si è anche molto distanti da una ricetta efficace per il contrasto all’evasione fiscale. In altre parole, il sacrificio richiesto non sembra garantire risultati adeguati.

Il danno e la beffa, in altre parole. Ma qual è l’opinione dei contribuenti? Le misure di contrasto all’evasione fiscale mettono a rischio la privacy?

La maggioranza dei lettori di Informazione Fiscale, il 65%, è d’accordo sulla visione del Garante e non ha dubbi: metodi e strumenti introdotti sono troppo invasivi rispetto agli obiettivi e non daranno i frutti sperati.

Ma c’è anche un 32% che, per individuare chi mette in atto comportamenti fiscalmente scorretti, accoglie ben volentieri tutte le novità proposte.

La linea comune tra chi adotta questa posizione è sintetizzata nel commento di Carlo G.:

“La lotta all’evasione fiscale giustifica le misure proposte.”

Sul piatto della bilancia ha un peso maggiore il contrasto agli evasori, ed è giusto tentare ogni strada.

Nel mezzo resta un 3% di lettori che non si sofferma sui rischi connessi alla privacy e sposta l’attenzione su altre soluzioni: “Occorre incrementare la possibilità di detrazione delle spese, altrimenti è più conveniente pagare in nero”.

Un punto su cui è d’accordo anche Alessandro M. che fa parte della schiera di lettori che bocciano le innovazioni:

“Sempre più invasive con il solo ed unico risultato di rendere sempre più invivibile questo spettacolo di paese. Dovrebbero fare come molti paesi in cui è possibile detrarre e dedurre qualsiasi spesa”.

Privacy a rischio e contrasto all’evasione fiscale: la sensazione di essere assediati

Modalità errate e attenzione puntata nel verso sbagliato sono i due leit motiv di chi vede nelle misure di contrasto all’evasione fiscale una minaccia alla privacy. Netto è il punto di vista di F.C.:

“Come al solito in Italietta, per cercare (per esempio) 10 contribuenti disonesti se ne vanno a colpire, a vessare, 10.000 che guadagnano nemmeno un terzo di quei 10. E si va ulteriormente a rendere più complicata la loro vita”.

Ma la bocciatura dei lettori ha anche un’altra origine: la sensazione di essere “assediati” dal Fisco. Soprattutto per professionisti e imprenditori, sottolineano i lettori.

E Roberto N. evidenzia:

“La lotta all’evasione è solo uno strumento coercitivo nei confronti delle partite iva soprattutto per chi percepisce realmente redditi modesti”.

Carlo S. porta esplicitamente la discussione sul piano del “pensiero” per citare le sue stesse parole:

“Ci sono alternative che possono essere attuate senza criminalizzare o intimorire i contribuenti ci vogliono scelte più sagge e coraggiose, un pensiero più alto e raffinato. La repressione non risolve la questione è solo un atto di forza”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Vito M.:

“Il cittadino contribuente deve essere sempre presunto onesto e sincero e non ritenuto ladro disonesto ed evasore fiscale”

Dalla privacy e dalle nuove misure di contrasto all’evasione l’attenzione si sposta nello scenario più ampio del rapporto tra Fisco e cittadini che dovrebbe essere basato sul rispetto e sulla trasparenza.

Concetti, forse ottimistici, ma pur sempre alla base dello Statuto dei diritti del contribuente, richiamato anche nella memoria depositata al Senato dal presidente dell’Autorità Garante per la privacy, nel punto in cui si sofferma sulla limitazione dell’esercizio dei diritti che riguardano la protezione dei dati personali.

L’amministrazione finanziaria non può e non deve sottrarsi al dialogo con i contribuenti, nell’interesse di tutti, ancor di più oggi che ha nelle sue mani una mole di dati continuamente esposta a minacce esterne.

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