Dati imprese luglio 2020, Unioncamere: una su 5 ha ridotto i lavoratori

Tommaso Gavi - Lavoro

Dati imprese luglio 2020, rapporto Excelsior di Unioncamere dei primi 6 mesi dell'anno: 3 aziende su 4 hanno mantenuto gli stessi livelli occupazionali precedenti all'emergenza. Il 20% però dichiara di aver ridotto i lavoratori. Dal rapporto regionale PMI 2020 di Confindustria e Cerved emerge che la difficoltà economica è precedente al Coronavirus.

Dati imprese luglio 2020, Unioncamere: una su 5 ha ridotto i lavoratori

Dati imprese luglio 2020, il rapporto Excelsior mostra che, nei primi 6 mesi del 2020, il 75% delle aziende ha mantenuto gli stessi livelli occupazionali precedenti al Coronavirus.

Il 20% circa, però ha dovuto ridurre i lavoratori.

Oltre 1 milione di imprese sta investendo in digitale, implementando diversi ambiti.

Il rapporto regionale PMI 2020, realizzato da Confindustria e Cerved, segnala che le difficoltà erano già evidenti prima dell’emergenza, con i tassi di crescita dei ricavi dimezzati nel 2019.

Dati imprese luglio 2020, Unioncamere: una su 5 ha ridotto i lavoratori

I dati sulle imprese del rapporto Excelsior mostrano che una su cinque ha ridotto il personale, nei primi sei mesi del 2020.

L’indagine, diffusa il 22 luglio 2020, è stata condotta da Unioncamere in accordo con Anpal, tra il 25 maggio e il 9 giugno scorsi.

Unioncamere - Indagine Excelsior diffusa con il comunicato stampa del 22 luglio 2020
Excelsior: occupazione stabile per 3 imprese su 4 nei primi 6 mesi del 2020. Ma oltre il 20% l’ha ridotta. Oltre un milione di aziende sta investendo in digitale.

Sebbene il 75% delle aziende abbia mantenuto stabile il numero delle propri lavoratori, oltre il 20% di quelle con dipendenti hanno ridotto il personale.

Nello specifico sono 290 mila, ovvero il 21,3%.

Sono appena 36 mila, invece le imprese che hanno aumentato il personale, un numero che in percentuale si traduce nel 2,6.

Il saldo negativo si attesta al 18,7%, con un massimo di 22,7 punti percentuali in meno se si prende in considerazione quelle con un numero compreso tra i 10 e i 49 dipendenti.

La digitalizzazione incide sui livelli occupazionali: il saldo negativo tra chi aumenta e chi diminuisce per le imprese digitalizzate è del 17,4%, mentre per quelle non ancora digitalizzate la variazione negativa si attesta al 19,3%.

Il processo è stato accelerato dall’emergenza Coronavirus: sono infatti 1.036 mila le aziende che stanno pianificando interventi di digitalizzazione.

Tre imprese su quattro stanno investendo nel digitale, con il 7% in più rispetto al periodo precedente all’emergenza.

Tra i principali investimenti ci sono i seguenti:

  • soluzioni digitali per una innovativa organizzazione del lavoro e delle relazioni con clienti e fornitori;
  • reti digitali integrate e cloud;
  • internet ad alta velocità e tecnologie IoT;
  • utilizzo dei Big Data;
  • Digital marketing;
  • personalizzazione di prodotti e servizi.

Dati imprese luglio 2020: tempi lunghi per la ripresa economica

Dai dati sulle imprese diffusi a luglio 2020 emerge una situazione difficile, con tempi lunghi per la ripresa.

Il rapporto Excelsior spiega che tra le aziende con almeno un dipendente, che sono circa 1,4 milioni, solo 180 mila dichiara di non aver subito perdite.

580 mila imprese, invece, stimano di ritornare ai livelli precedenti al Coronavirus dopo il mese di giugno 2021.

Per 219 mila aziende la ripresa dovrebbe avvenire tra il mese di luglio e quello di ottobre 2020.

318 mila imprese credono di riuscire ad arrivare ad una situazione accettabile entro la fine dell’anno.

Le difficoltà economiche delle PMI sono precedenti all’emergenza Coronavirus.

Lo conferma il nuovo Rapporto Regionale PMI 2020, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno.

La pubblicazione contiene un capitolo di analisi sugli impatti del Coronavirus sui sistemi territoriali e regionali delle PMI.

Il rapporto descrive una lenta ripresa che si era già fermata prima dell’inizio dell’emergenza.

Già nel 2019, infatti, la natalità delle imprese ha iniziato a calare e i tassi di crescita si sono più che dimezzati.

Secondo le previsioni del rapporto, le PMI italiane perderebbero in media il 12,8% del fatturato nel 2020.

Le stime sono molto diverse a seconda dei settori presi in considerazione: a titolo esemplificativo le attività legate ai cinema perderebbero il 65% del fatturato, quelle dei trasporti aerei il 51%.

Di contro un numero ristretto di settori potrebbe avere un incremento delle entrate: il commercio on line, con un aumento del 35%, e i dispositivi di respirazione artificiale, con la crescita del 17%.

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