Coronavirus e infortuni sul lavoro, dati INAIL: riduzione del 25%

Coronavirus e infortuni sul lavoro, con la notizia del 7 luglio 2020 l'INAIL fornisce i dati aggiornati al 15 giugno 2020: registrato un calo del 25%, conseguenza dei mesi di lockdown. Escludendo i casi Covid, tra gennaio e giugno c'è stata una riduzione del 40%.

Coronavirus e infortuni sul lavoro, dati INAIL: riduzione del 25%

Coronavirus e infortuni sul lavoro, con la notizia del 7 luglio 2020 l’INAIL fornisce i dati aggiornati al 15 giugno 2020.

La fotografia mostra un calo del 25% dovuto ai mesi del lockdown. Escludendo i casi Covid, tra gennaio e giugno c’è stata una riduzione del 40%.

La consulenza statistico attuariale dell’Istituto fornisce anche informazioni sulle ricadute economiche: nel primo trimestre il PIL è calato del 4,7%.

A livello territoriale le province più colpite sono quella di Milano e quella di Bergamo.

Coronavirus e infortuni sul lavoro, dati INAIL: riduzione del 25% al 15 giugno 2020

Coronavirus e infortuni sul lavoro sono al centro del nuovo numero di “Dati INAIL”, la pubblicazione diffusa con la notizia del 7 luglio 2020.

INAIL - Pubblicazione del 7 luglio 2020
Dati INAIL Giugno 2020: andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.

Grazie alla consulenza statistico attuariale, l’INAIL fornisce una fotografia, aggiornata al 15 giugno 2020, degli infortuni sul lavoro nel periodo dell’emergenza epidemiologica.

Si registra un calo del 25% del totale degli infortuni, spiegabile con il periodo del lockdown.

In tale periodo, infatti, circa il 45% delle aziende ha interrotto la propria attività, riprendendola dopo il 4 maggio 2020.

Se si escludono gli eventi infortunistici causati dal contagio da Covid-19 la riduzione arriva al 40%.

A metà giugno l’INAIL registra 49 mila contagi e 236 decessi.

I successivi aggiornamenti periodici dei dati sono riassunti nella tabella riepilogativa.

Data di aggiornamento dei dati Numero dei contagi Morti
21 aprile 2020 28 mila 98
4 maggio 2020 37 mila 129
15 maggio 2020 43 mila 171
31 maggio 2020 47 mila 208
15 giugno 2020 49 mila 236

Del totale dei contagi, 26.025 casi sono avvenuti nel mese di marzo. A livello percentuale il dato supera la metà delle complessive denunce: 53%.

Nel mese di aprile si sono registrati 18.054 infortuni, che equivalgono al 36,8%.

Maggio si attesta sul 7,6% con 3.730 casi, mentre nei primi 15 giorni di giugno i contagi sono stati 410, ovvero lo 0,8%.

Il rimanente 1,6% è relativo, invece, al mese di febbraio.

A livello professionale, gli operatori sanitari sono i più colpiti, con tre denunce su quattro.

La seguente tabella riporta i dati suddivisi per professione.

Professione Percentuale degli infortuni sul lavoro
tecnici della salute, prevalentemente infermieri 40,9%
operatori sociosanitari 21,3%
medici 10,7%
ausiliari ospedalieri, inservienti in case di riposo ecc 5%
operatori socio-assistenziali 8,5%

A livello territoriale sono Milano e Bergamo le province più colpite: la prima per il numero di infortuni, la seconda per quello dei decessi.

Nel complesso è la Lombardia la regione con più denunce di contagi di origine professionale con 2.719 casi a Brescia, 2.351 a Bergamo, 1.368 a Cremona.

Coronavirus e infortuni sul lavoro, dati INAIL: gli effetti economici dell’emergenza

Nella pubblicazione INAIL aggiornata a giugno 2020 vengono presentati anche i dati relativi agli effetti economici dell’emergenza Coronavirus.

Nel primo trimestre viene registrato un calo del Pil del 4,7%, secondo i dati Istat.

Le micro e piccole imprese sono state le più colpite: a queste due tipologie di azienda, con 3-9 dipendenti o con 10-49 lavoratori, è collegato il 70% del totale delle chiusure.

Nella notizia del 7 luglio 2020 l’INAIL sottolinea che:

“Da una rilevazione condotta dall’Istituto di statistica, che ha interessato un campione di circa 90 mila imprese appartenenti ai settori dell’industria, del commercio e dei servizi, che producono quasi il 90% del valore aggiunto nazionale, è emerso che nella fase di lockdown il 45% delle aziende ha interrotto la propria attività senza riprenderla prima del 4 maggio. Oltre il 70% delle imprese intervistate in questo studio ha dichiarato una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.”

A livello generale i giovani sono la categoria più esposta alle conseguenze economiche del Covid-19.

Sebbene dal punto di vista anagrafico le categorie di lavoratori più a rischio sono quelle di età più avanzata, i giovani sono colpiti dalle seguenti conseguenze negative:

  • interruzione dell’istruzione e della formazione;
  • la perdita dell’occupazione e del reddito;
  • difficoltà nel prossimo futuro per trovare un impiego.

Al momento dell’inizio della crisi i giovani lavoratori impiegati a livello globale nei settori più colpiti erano 178 milioni, pari a oltre il 40% di quelli occupati nel mondo.

Un recente sondaggio sui lavori formali per i giovani dell’Organizzazione internazionale del lavoro rende noto che oltre un intervistato su sei ha smesso di lavorare dall’inizio della crisi.

Tra coloro che hanno continuato a lavorare l’orario di lavoro è diminuito del 23%.

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