Limite contanti 2023: fissato a 5.000 euro il tetto per i pagamenti

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

A partire dal 1° gennaio 2023 il limite per il pagamento in contanti è passato dai 2.000 dello scorso anno a 5.000 euro. Le novità sul tetto da rispettare sono contenute nella Legge di Bilancio: una panoramica su come è cambiato nel tempo

Limite contanti 2023: fissato a 5.000 euro il tetto per i pagamenti

Nonostante i veti e le accese discussioni, con l’arrivo del 2023 è entrato in vigore un nuovo, e più alto, limite per il pagamento in contanti: il tetto fissato a 2.000 euro per lo scorso anno sarebbe dovute scendere a 1.000 ma dal 1° gennaio è salito a 5.000 euro.

Nessuna marcia indietro da parte del Governo sulla modifica: la novità è contenuta nella Legge di Bilancio e va in una direzione opposta a quella intrapresa negli ultimi anni per favorire l’utilizzo di mezzi tracciabili.

Limite contanti, dal 2023 fissato a 5.000 euro il tetto per i pagamenti

A regolare il limite all’utilizzo dei contanti è l’articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 , cosiddetto decreto antiriciclaggio.

Ed è proprio su questo passaggio normativo, già rivisto a dicembre 2021 dal Decreto Milleproroghe per posticipare la riduzione del tetto da rispettare, che la Legge di Bilancio è intervenuta nuovamente modificando l’importo da 1.000 a 5.000 euro per il 2023.

Secondo la versione precedente, infatti, il limite era fissato a 2.000 euro fino alla fine del 2022, da quest’anno, invece, sarebbe dovuto scendere ulteriormente per passare a 1.000 euro.

Con la modifica apportata dall’articolo 1, comma 384, della Legge n. 197 del 2022, “il trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche” è vietato per importi pari o superiori a 5.000 euro.

La soglia dei 4.999 euro non si può superare neanche quando il trasferimento avviene con più pagamenti, “inferiori alla soglia, che appaiono artificiosamente frazionati”, ovvero con più operazioni di cifra inferiore nell’arco di sette giorni.

Le regole non riguardano prelevamento o versamento per cassa in contanti dal proprio conto corrente, ma i trasferimenti.

Superata la cifra indicata è necessario avvalersi delle banche, di poste italiane e degli altri istituti di pagamento in modo tale che ci sia una tracciabilità del flusso di denaro.

Limite contanti, tetto a 5.000 euro nel 2023: com’è cambiata la soglia dei pagamenti

Nel tempo il limite all’utilizzo dei contanti è cambiato più volte con un andamento altalenante: negli ultimi anni, però, a partire dal Decreto Fiscale 2020 era stato intrapreso un percorso graduale di riduzione, associato a un potenziamento degli incentivi dei pagamenti tracciabili.

La novità prevista della Legge di Bilancio 2023 impone dei passi indietro e riporta la soglia all’importo in vigore 12 anni fa.

DecorrenzaLimite contanti negli anni
9 maggio 1991 20 milioni di lire (10.329,14 euro)
26 dicembre 2002 12.500 euro
30 aprile 2008 5.000 euro
25 giugno 2008 12.500 euro
31 maggio 2010 5.000 euro
13 agosto 2011 2.500 euro
6 dicembre 2011 1.000 euro
1° gennaio 2016 3.000 euro
1° luglio 2020 2.000 euro

Nel parere UE del 14 dicembre scorso sul Disegno di Legge di Bilancio la modifica al limite per l’utilizzo dei contanti è stata indicata come una delle misure non coerenti con la parte strutturale delle raccomandazioni degli anni scorsi.

Il documento firmato dal commissario Gentiloni sottolineava:

“Il 9 luglio 2019 il Consiglio ha segnatamente raccomandato all’Italia di contrastare l’evasione fiscale, in particolare nella forma dell’omessa fatturazione, tra l’altro potenziando i pagamenti elettronici obbligatori, anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti, e di attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni nella spesa pubblica”.

Ma se su altri fronti il Governo ha fatto qualche passo indietro, sulla soglia per i pagamenti in contanti non c’è stato alcun ripensamento.

Un’irremovibilità prevedibile se si pensa che la misura era stata inserita già nel DL Aiuti quater tra quelle di anticipazione della Manovra ma non era arrivata in Gazzetta Ufficiale per mancanza dei requisiti di necessità e urgenza richiesti alle disposizioni dei decreti legge.

Il tentativo di inserimento era stato più che altro un segnale: il passaggio a 5.000 euro dal 2023 ci sarà. E infatti così è stato e il nuovo limite è in vigore dal 1° gennaio 2023.

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