Assunzioni dicembre 2020: le previsioni delle imprese nel bollettino di Unioncamere

Tommaso Gavi - Lavoro

Assunzioni dicembre 2020, il nuovo bollettino del sistema informativo Excelsior del 4 dicembre 2020, realizzato da Anpal e Unioncamere, mostra stime fortemente contratte: il calo previsto è del 36% rispetto al 2019, per circa 192 mila assunzioni.

Assunzioni dicembre 2020: le previsioni delle imprese nel bollettino di Unioncamere

Assunzioni dicembre 2020, le previsioni mostrano un calo del 36% rispetto allo scorso anno.

Secondo le stime del bollettino del sistema informativo Excelsior del 4 dicembre 2020, realizzato grazie alla collaborazione di Unioncamere e Anpal, nel complesso ci sarebbero quasi 192 mila nuove assunzioni.

Rispetto al mese precedente una riduzione del 2%, rispetto ad ottobre una riduzione del 5%.

Aumenta la richiesta di diverse figure professionali collegate con l’emergenza coronavirus, medici e tecnici della salute.

In crescita anche le domande di specialisti in materie scientifiche.

Tra gli altri settori la situazione risente fortemente della crisi legata alla pandemia ed i cali sono più pronunciati negli ambiti più duramente colpiti.

Assunzioni dicembre 2020: le previsioni delle imprese nel bollettino di Unioncamere

Le assunzioni di dicembre 2020 risentirebbero di un calo generalizzato dovuto agli effetti del coronavirus.

A fornire le nuove stime è il bollettino del sistema informativo Excelsior del 4 dicembre 2020, realizzato grazie al lavoro sinergico di Anpal e Unioncamere.

Unioncamere e Anpal - Bollettino Excelsior del 4 dicembre 2020
I dati delle previsioni delle imprese sulle nuove assunzioni per il mese di dicembre 2020.

Secondo le previsioni riportate nel documento, il calo complessivo si attesterebbe intorno al 36% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il numero complessivo di nuove assunzioni si attesterebbe a 192 mila.

Stime a ribasso sia rispetto al mese scorso con una riduzione del 2%, sia rispetto al mese di ottobre, con un calo del 5%.

A salvarsi sarebbero solo le professioni connesse con l’emergenza coronavirus e quelle collegate con specializzazioni scientifiche.

Cresce infatti la domanda di medici e tecnici della salute:

  • del 3,6% i primi;
  • del 10,5% i secondi.

Ancora più pronunciata la crescita delle figure professionali specializzate nell’igienizzazione e nella polizia, le cui assunzioni aumenterebbero del 31,5%.

L’ultimo settore in crescita è quello legato agli specialisti del settore scientifico: in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali. La crescita, in questo caso, si attesterebbe al 16%.

Assunzioni dicembre 2020: cali generalizzati in molti settori

Nel complesso sono molti i settori colpiti dall’emergenza epidemiologica e le stime a ribasso sulle nuove assunzioni interessano numerose attività.

Il settore più colpito è, come prevedibile, quello dei servizi turistici, alloggio e ristorazione. Il calo stimato sfiora il 57% rispetto alle entrate programmate a dicembre 2019.

Al secondo posto della classifica in negativo ci sono i servizi culturali, con una riduzione del 55,3% per i settori dei media e della comunicazione.

Forte riduzione anche per l’industria, particolarmente quella della lavorazione di minerali non metalliferi che raggiunge il risultato negativo del 47,8%.

Gli altri settori sono articolati come segue:

  • metallurgia e prodotti in metallo, calo del 41,4%;
  • carta, cartotecnica e stampa, riduzione del 35,5%.

Stime fortemente a ribasso anche per le imprese del commercio con un dato negativo del 38,6%.

Sembra andare meno peggio per i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio e per i servizi legati all’ICT, rispettivamente in diminuzione del 16% e del 21,7%, anche per il crescente ricorso agli acquisti on line.

I cali degli altri settori si pongono a metà tra le situazioni più critiche e quelle con diminuzioni meno pronunciate, come riporta la tabella riassuntiva.

Settore Riduzione
industrie meccaniche e elettroniche -34,7%
industrie chimiche farmaceutiche -26,7%
industrie alimentari -28,9%
industrie del legno e del mobile -29,5%

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