Riforma delle pensioni: stretta sul Governo per accelerare il processo del cambiamento

Guendalina Grossi - Pensioni

Riforma delle pensioni: quali sono le ultime novità in materia? Il Governo Lega M5S è al momento sotto attacco, soprattutto da parte dei sindacati. Ecco perché.

Riforma delle pensioni: stretta sul Governo per accelerare il processo del cambiamento

La riforma delle pensioni rimane ancora il tema più discusso e quello più difficile da trattare per il governo insieme ad altre questioni come ad esempio quella sulla flat tax e sul reddito di cittadinanza. Ma quali sono le ultime notizie in materia?

Dopo svariati mesi, e dopo le varie proposte presentate tra cui Quota 100, Quota 41 e il taglio alle pensioni d’oro, l’esecutivo non è ancora riuscito a trovare la soluzione definitiva per superare la Legge Fornero consentendo così ai contribuenti di andare in pensione anticipatamente.

In questi giorni, in effetti, non si sente più parlare di Quota 41 ma solo di Quota 100 e questo ha fatto nascere alcune perplessità nei sindacati.

La Cgil, stanca delle continue proposte che non portano ad una soluzione definitiva, ha deciso, quindi, di pubblicare un volantino intitolato “Pensioni: adesso risposte concrete” nel quale vengono avanzate tutte le richieste sul tema previdenziale.

Riforma delle pensioni, ultime novità: gli attacchi al Governo da parte dei sindacati

Dopo svariati mesi in cui ogni giorno si sente parlare di riforma delle pensioni i sindacati stanno iniziando a perdere la pazienza poiché vorrebbero trovare una soluzione definitiva per superare la Legge Fornero. Tuttavia, le ultime novità non sembrano preannunciare grandi cambiamenti in vista.

Nonostante le proposte avanzate dal Governo, secondo la Cgil è arrivato ora il tempo di mettere un punto alla questione formulando un’ipotesi concreta che consenta ai lavorati di andare in pensione anticipatamente.

Proprio per questo motivo la Cgil ha voluto pubblicare un volantino, intitolato “Pensioni: adesso risposte concrete”, nel quale sono state racchiuse tutte le sue richieste sul tema previdenziale.

In particolare, la Cgil richiede:

  • l’uscita a 62 anni di età o con 41 anni di contributi senza vincoli;
  • una pensione di garanzia per i giovani che hanno carriere discontinue;
  • il superamento delle disparità di genere con la valorizzazione dei lavori di cura;
  • la proroga dell’Opzione Donna.

Inoltre, il Segretario generale Spi-Cgil nazionale, Ivan Pedretti, qualche giorno fa ha pubblicato un post su Facebook nel quale ha criticato l’esponente leghista, Alberto Brambilla, in merito all’abolizione dell’Ape sociale e all’introduzione di Quota 100 (che ricordiamo consente di andare in pensione una volta raggiunti i 64 anni di età e 36 anni di contributi) proprio perché l’Ape sociale permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione a 63 anni di età invece che a 64.

Non solo: molte perplessità sono nate in merito alla Quota 41 che da giorni non viene più menzionata dagli esponenti del Governo giallo-verde.

Riforma pensioni, ultime notizie: le critiche alla Quota 100 non riguardano solo i costi

Il Presidente dell’INPS, Tito Boeri, ha più volte ribadito le sue perplessità in merito ai costi per l’introduzione della Quota 100. Boeri ha infatti più volte dichiarato che il costo si aggirerebbe intorno ai 15 miliardi di euro, a fronte dei 5 prospettati nel contratto di Governo M5S Lega.

Ma questo, secondo alcuni, non sarebbe l’unico problema che si avrebbe con l’introduzione della Quota 100 a partire dal 2019. Infatti, introducendo tale misura, i correttivi apportati dal Governo precedente tra cui l’introduzione dell’Ape social e delle facilitazioni all’accesso pensionistico per talune categorie di lavoratori usuranti, introdotta dall’ultima Legge di bilancio verrebbero eliminati totalmente.

Infine, numerose perplessità sono nate anche in merito al taglio delle pensioni d’oro, ovvero quel sistema che consentirebbe al Governo di risparmiare tra i 300 e i 600 milioni annui tramite il taglio delle pensioni superiori ai 4.000 euro.

Secondo Domenico Cacopardo, magistrato, scrittore e conduttore radiofonico italiano, infatti attuare questo intervento significherebbe togliere ai lavoratori quello che si sono guadagnati negli anni e che giustamente gli spetta.

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