Superbonus e cessione del credito, le soluzioni possibili

Tommaso Gavi - Irpef

Tramontata la proposta ABI-ANCE, per permettere alle banche di utilizzare le somme in compensazione con F24 con parte dei debiti dei clienti. Approvati invece i correttivi proposti per l'edilizia libera, il sismabonus acquisti, le ONLUS e le IACP. La legge di conversione del decreto 11/2023 è stata approvata dalla Camera

Superbonus e cessione del credito, le soluzioni possibili

Dopo il nuovo intervento del Governo che ha “cancellato” la cessione del credito e lo sconto in fattura per il superbonus e gli altri bonus edilizi, diverse misure correttive rientreranno nella legge di conversione del DL 11/2023.

La misura proposta da ABI e ANCE, di permettere alle banche la compensazione esterna con F24 dei crediti relativi al superbonus e agli altri bonus edilizi con i debiti dei propri clienti o correntisti, è stata scartata.

Approvate invece altre misure correttive, suggerite a diverse voci dalle associazioni di categoria nel corso delle audizioni presso la Commissione Finanze della Camera dei deputati.

Nella legge di conversione in legge della DL “Blocca cessioni”, che è stata approvata oggi 4 aprile 2023 alla Camera, sono state inserite le misure relative all’edilizia libera, al sismabonus acquisti, gli interventi per le ONLUS e IACP, la proroga per la scadenza delle unifamiliari e la remissione in bonis per le comunicazioni oltre la scadenza del 31 marzo scorso.

Confermato anche l’utilizzo in detrazione dei crediti del superbonus in 10 anni.

Si lavora ad una piattaforma per smaltire i crediti, progetto in cui sarebbero coinvolte importanti società partecipate pubbliche.

La scadenza relativa alle unifamiliari passerà al 30 settembre anziché al 30 giugno.

Oggi si è tenuta la votazione finale alla Camera della legge di conversione del decreto 11/2023 e l’Aula ha approvato.

Cessione del credito e sconto in fattura per superbonus ed altri bonus edilizi: le soluzioni possibili

Il confronto sulla cessione del credito del superbonus continua, dopo l’approvazione delle novità del decreto 11/2023, votato dal Governo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 febbraio scorso.

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L’intervento dell’Esecutivo ha eliminato le possibilità di fruizione indiretta delle agevolazioni edilizie previste dall’articolo 121 del decreto Rilancio, ovvero la cessione del credito e lo sconto in fattura.

Per gli interventi per i quali non è stata presentata una CILA o una CILAS entro il 17 febbraio scorso, data di entrata in vigore della norma, tali opzioni non sono più accessibili.

Rimane il problema del passato, quello dei 19 miliardi di euro di crediti incagliati, ossia bloccati nei cassetti fiscali di imprese e contribuenti.

Dopo la chiusura all’acquisto delle somme da parte delle Regioni, altra misura contenuta nel DL 11/2023, alcuni tentativi per risolvere la questione arriveranno con al termine dell’iter parlamentare, con l’approvazione finale del Senato.

Come anticipato dal deputato De Bertoldi, relatore della legge di conversione, nel corso del convegno del 15 marzo, organizzato da Eutekne, Consiglio nazionale dei commercialisti e Ordine dei commercialisti di Roma, sono state approvate le soluzioni proposte dall’associazione di categoria.

Tramontata invece la possibilità per banche e intermediari finanziari di utilizzare i crediti in compensazione, con modello F24, con una parte dei debiti dei propri clienti.

Il suggerimento, noto come “proposta ABI-ANCE” era già stato avanzato nel mese di novembre scorso ed era già stato scartato ma sembrava tornato tra le soluzioni possibili.

Spostata al 30 settembre 2023 la scadenza per le villette e unifamiliari.

Approvato anche l’utilizzo della detrazione in 10 anni per le comunicazioni effettuate entro il 31 marzo 2023.

Superbonus e cessione del credito: dalle misure per l’edilizia libera a quelle per ONLUS e IACP

La Camera ha approvato la legge di conversione del decreto numero 11 del 2023.

La scadenza delle unifamiliari sarà spostata al 30 settembre, come confermato dal comunicato stampa del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Per i crediti incagliati è allo studio una piattaforma per smaltire le somme arretrate.

Nel progetto sarebbero coinvolte alcune delle più importanti società con partecipazione pubblica.

Una delle misure che è stata approvata è quella che riguarda l’edilizia libera.

Per tali lavori per i quali non è richiesta una CILA la data di inizio lavori sarà individuata dal bonifico di acconto o da un’autocertificazione delle parti in merito alla data di stipula del contratto, precedente al 17 febbraio scorso.

Come chiarito dall’Esecutivo subito dopo l’approvazione del decreto era già stata manifestata la volontà di trovare soluzioni attraverso norme transitorie per permettere il passaggio dal regime precedente a quello del decreto del 16 febbraio a quello successivo.

Tra queste rientrano le misure del cosiddetto sisma bonus cratere: per tali interventi continuerà ad applicarsi la normativa precedente al DL 11 del 2023.

Il ripristino della possibilità di utilizzare lo sconto in fattura sarà previsto anche per le ONLUS e per le IACP.

Sono state infine accolte le proposte relative ai chiarimenti interpretativi richiesti in particolare dai commercialisti.

Tali richieste si concentrano su aspetti tecnici relativi alla normativa antiriciclaggio e i chiarimenti sugli stati di avanzamento.

Infine, nonostante non sia prevista la proroga per la scadenza della comunicazione all’Agenzia delle Entrate della cessione del credito e dello sconto in fattura oltre il 31 marzo prossimo, è stata recepita la proposta per salvare il credito, ovvero quella di comunicare anche nel caso di conclusione dell’istruttoria.

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