Decontribuzione Sud: nessuna proroga dopo la scadenza del 30 giugno 2024

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Decontribuzione Sud è in scadenza il 30 giugno 2024 e non sarà rinnovata. Dopo tale data non sarà più possibile beneficiare dell'esonero contributivo per le assunzioni nelle regioni del Mezzogiorno. La misura sarà sostituita nuovi interventi previsti dal decreto Coesione

Decontribuzione Sud: nessuna proroga dopo la scadenza del 30 giugno 2024

Dal prossimo 30 giugno non sarà più possibile beneficiare dell’esonero contributivo previsto dalla misura Decontribuzione Sud.

L’attuale autorizzazione della Commissione Europea non sarà estesa oltre tale periodo. Lo conferma anche il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto nel question time alla Camera.

Lo strumento agevolativo in vigore dal 2020 sarà sostituito dalle nuove misure previste dal decreto Coesione in favore delle imprese che assumono lavoratori e lavoratrici nelle regioni del Sud.

Decontribuzione Sud: nessuna proroga dopo la scadenza del 30 giugno 2024

Si avvicina la fine dell’operatività di Decontribuzione Sud, la misura agevolativa introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 per sostenere l’occupazione nelle regioni del Sud Italia garantendo alle imprese un esonero contributivo del 30 per cento per ogni dipendente.

L’agevolazione è in scadenza il prossimo 30 giugno, come previsto a fine 2023 dalla Commissione Europea.

Questo perché, sebbene la misura sia stata prevista fino al 2029, per diventare operativa ha bisogno dell’autorizzazione da parte della Commissione UE, in quanto rientra nell’ambito degli aiuti di Stato.

Con la fine del Quadro Temporaneo di crisi e transizione, la cui scadenza è passata appunto a fine giugno, pertanto si conclude anche il periodo di operatività della misura Decontribuzione Sud.

Periodo che non sarà oggetto di proroga, come sottolineato dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, nel question time alla Camera del 15 maggio:

“la proroga ha avuto un’ulteriore fase collegata al Temporary framework relativo alla guerra in Ucraina e ha comportato, in questo contesto, la possibilità di prorogarla fino al 30 giugno di quest’anno, data che termina la sua effettiva attuazione, per una scelta non di questo Governo. Non esiste una scelta del Governo, c’è una scelta della Commissione europea che vale, interrompendo il Temporary framework per l’Ucraina, per tutti i 27 Stati membri.”

Ad ogni modo, sta di fatto che ora come ora la misura non sarà rinnovata oltre il 30 giugno.

L’intervento, come detto, ha garantito ai datori di lavoro con sede in una delle regioni del Sud Italia un esonero contributivo del 30 per cento per tutti i rapporti di lavoro dipendente ad esclusione del settore agricolo, finanziario e dei contratti di lavoro domestico.

Addio alla Decontribuzione Sud: sostituita dalle misure del decreto Coesione

Come evidenziato dal Ministro Fitto, la misura Decontribuzione Sud sarà sostituita da misure analoghe, in particolare dagli interventi previsti dal Decreto Coesione, approdato lo scorso 7 maggio in Gazzetta Ufficiale.

“Il Governo è al lavoro in modo efficace per rendere possibili misure analoghe, che trovano già in parte, all’interno del decreto Coesione, interventi specifici in questa direzione.”

Sono diversi infatti gli interventi previsti dal nuovo decreto per favorire l’occupazione, in particolare dei giovani, delle donne e appunto nelle regioni del Sud Italia.

Per quanto riguarda quest’ultimo ambito, sono in arrivo diverse novità:

  • bonus ZES unica;
  • Resto al Sud 2.0.

La prima misura introduce un esonero contributivo totale in favore dei datori di lavoro che occupano fino a 10 dipendenti e impiegano lavoratori e lavoratrici con più di 35 anni e disoccupati da almeno 2 anni. Una platea, quindi, più ristretta rispetto a decontribuzione Sud.

Per ogni assunzione a tempo indeterminato tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025 spetta uno sgravio contributivo del 100 per cento, per 2 anni, nel limite massimo di 650 euro mensili.

L’efficacia dell’intervento, però, come si legge al comma 11 dell’articolo 24 del Decreto Coesione, è subordinata all’autorizzazione della Commissione europea ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’UE.

Resto al Sud 2.0, invece, è una misura volta a supportare l’auto imprenditorialità dei giovani under 35 riconoscendo loro voucher e contributi a fondo perduto per la costituzione di nuove attività autonome e imprenditoriali nelle regioni del Sud Italia.

Nello specifico, i giovani con meno di 35 anni d’età e che risultano in possesso di specifici requisiti possono ottenere:

  • un voucher di avvio del valore massimo di 40.000 euro, in regime de minimis e non soggetto a rimborso, che può essere utilizzato per l’acquisto di beni, strumenti e servizi utili all’avvio delle attività. Il massimale sale a 50.000 euro per l’acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.
  • un contributo a fondo perduto, in regime de minimis, per programmi di spesa per l’avvio delle attività non superiori a 120.000 euro. Il contributo copre fino al 75 per cento delle spese.
  • un contributo a fondo perduto, in regime de minimis, per programmi di spesa per l’avvio delle attività dal valore compreso tra i 120.000 e i 200.000 euro. Il contributo copre fino al 70 per cento delle spese.

Per l’operatività delle misure sarà necessario attendere gli appositi decreti interministeriali che dovranno individuare i criteri e le modalità di finanziamento delle iniziative previste.

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