Bonus ristrutturazione ed ecobonus in scadenza a fine anno, la proroga non è più scontata

Sia per il bonus ristrutturazione che per l'ecobonus la scadenza è fissata al 31 dicembre 2024. L'annunciata riforma delle agevolazioni sui lavori in casa rende quantomai incerta una proroga al 2025

Bonus ristrutturazione ed ecobonus in scadenza a fine anno, la proroga non è più scontata

Bonus ristrutturazione ed ecobonus, chiamata finale (forse) per le detrazioni sui lavori in casa.

Per il set delle agevolazioni edilizie più utilizzate dai contribuenti per ristrutturare e riqualificare energeticamente le proprie abitazioni la data ultima di fruizione è fissata al 31 dicembre 2024.

Se negli scorsi anni la proroga degli incentivi è stata di fatto scontata, e anticipata già nel DEF presentato ad aprile dai Governi che si sono succeduti, sul rinnovo per il 2025 pesano diverse incognite.

Il DEF “asciutto” presentato dal Governo Meloni non fornisce certezze, anzi. Si va verso una riforma profonda dei bonus edilizi, che potrebbe interessare anche il bonus ristrutturazione, il collegato bonus mobili e l’ecobonus.

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Bonus ristrutturazione ed ecobonus in scadenza a fine anno, la proroga non è più scontata

Sembra essere destinata a giungere a termine la lunga storia delle detrazioni fiscali sui lavori in casa.

Il MEF è al lavoro per la messa a punto di una riforma profonda delle agevolazioni edilizie, che stando alle prime anticipazioni fornite in Senato dal Direttore del Dipartimento delle Finanze, punterebbe a trasformare le detrazioni in contributi a domanda.

Dopo il caos generato dal superbonus, si punta quindi ad un sistema dall’accesso più ristretto e di più facile monitoraggio.

Nel mirino c’è quindi il destino di incentivi per i quali la data di scadenza è già messa nero su bianco ed è fissata al 31 dicembre 2024.

In primis il bonus ristrutturazione, che dopo anni di proroghe e modifiche potrebbe quindi scomparire (quantomeno nella forma prevista ad oggi). Si tratta della detrazione fiscale del 50 per cento, riconosciuta fino ad un massimo di 96.000 euro, che agevola i lavori di riqualificazione di edifici singoli e delle parti comuni di edifici condominiali.

Introdotta in prima battuta dalla legge n. 499/1997 con una percentuale del 41% delle spese sostenute, la detrazioni per le ristrutturazioni edilizie è stata resa stabile dal decreto legge n. 201/2011, con l’inserimento nel TUIR dell’articolo 16-bis.

In via ordinaria però, il bonus ristrutturazione è pari al 36 per cento ed entro il limite di 48.000 euro di spesa. Il primo intervento normativo per l’aumento della percentuale detraibile e del massimale dei costi ammessi è stato introdotto dal decreto legge n. 83/2012 a decorrere dal 26 giugno del medesimo anno.

Il bonus ristrutturazione “maggiorato” è stato oggetto di diverse proroghe, che da ben 12 anni consentono a chi effettua lavori in casa agevolabili di beneficiare della detrazione più alta.

In parallelo alle ristrutturazioni, il Fisco agevola anche l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, ma anche in tal caso esclusivamente fino al 31 dicembre 2024 stando al quadro attuale.

Fine dell’anno con rischio stop anche per l’ecobonus, la detrazione per la riqualificazione energetica introdotta dalla legge finanziaria n. 296/2006, a decorrere dal 2007 e più volte modificata nel corso degli anni, ancorata alla data del 31 dicembre 2024.

Perché la proroga dei bonus su ristrutturazione e risparmio energetico non è più una certezza

Il destino dei bonus edilizi si intreccia alle nuove regole di governance europea, che impongono un maggiore controllo dei conti pubblici e una progressiva riduzione del debito.

L’esperienza del superbonus rappresenta quindi il “faro” per il Governo nel lavoro per la struttura dei nuovi incentivi per i contribuenti, anche alla luce del piano dettato dalla direttiva Case Green che nei prossimi anni renderà di fatto obbligatorio per gran parte dei proprietari di immobili meno efficienti dal punto di vista energetico effettuare interventi di riqualificazione.

Le prime anticipazioni ufficiali sulla riforma dei bonus casa sono state fornite dal Direttore del Dipartimento delle Finanze del MEF, Spalletta, in audizione in Commissione Finanze del Senato il 16 aprile.

Si parla di un cambio di passo rilevante e in particolare della possibilità che dal sistema dei crediti d’imposta si passi ad una sorta di piano di contributi a fondo perduto. Agevolazioni quindi con necessità di presentare domanda preventiva, e con paletti e requisiti reddituali sul fronte dei beneficiari.

Le detrazioni, che ad oggi hanno di fatto agevolato per lo più i titolari di redditi più alti, in possesso di capacità fiscale più elevata per assorbire le quote annuali dei bonus spettanti a fronte dei lavori eseguiti, potrebbero quindi lasciare il passo a sussidi a sportello.

Una possibilità che si lega anche alla necessità di monitorare preventivamente il flusso di cassa generato dalle agevolazioni richieste, e quindi di lasciare i conti pubblici in ordine.

Siamo in ogni caso solo alle prime battute di una discussione che arriverà a chiusura, molto probabilmente, solo alla fine dell’anno e in vista della predisposizione del Disegno di Legge di Bilancio 2025 atteso alla fine del mese di ottobre.

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