Permessi legge 104: casi di abuso e sanzioni

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Permessi legge 104: quali sono i casi di abuso che fanno scattare le sanzioni? Ecco tutto quello che bisogna sapere.

Permessi legge 104: casi di abuso e sanzioni

Permessi legge 104: in molti si chiedono quali sono i casi di abuso e quali le sanzioni previste per chi fa un uso scorretto dei permessi di lavoro che la legge concede ai familiari di persone affette da disabilità.

Il tema dei permessi legge 104 fa sempre molto discutere perché non sono rari i casi in cui viene accertato un abuso del beneficio concesso dalla legge ai lavoratori e che quindi fanno scattare sanzioni che, ricordiamo, possono portare anche al licenziamento del lavoratore.

I permessi legge 104, disciplinati dalla legge 104/92, consistono nella possibilità per il lavoratore che ha un familiare affetto da disabilità di fruire di permessi retribuiti appositi destinati ad assistenza e cura del disabile. I titolari dei diritti concessi dalla legge 104 (recentemente estesi anche ai conviventi) possono usufruire anche di particolari agevolazioni che consistono nell’acquisto agevolato di autovetture e in detrazioni per interventi di rimozione di barriere architettoniche.

Sanzioni e abuso di permessi da legge 104 sono uno dei capitoli di maggiore interesse: quando è possibile richiedere il permesso e quando invece non è ammesso? Cosa dice la legge e quali sono le sanzioni che possono essere applicate ai lavoratori in caso di abuso?

Cerchiamo di dare una risposta a tutte queste domande per chiarire, una volta per tutte, quando possono essere richiesti i permessi legge 104 e, invece, quando è abuso e si può essere soggetti a sanzioni.

Permessi legge 104: casi di abuso e sanzioni

Non sono rari, come abbiamo già affermato, i casi di lavoratori che si avvalgono dei permessi legge 104, retribuiti e a carico dell’Inps, per motivi diversi dalla finalità principale stabilita dalla legge.

Infatti, nel testo della legge n. 104 del 5 maggio 1992 si legge che i permessi da lavoro retribuiti possono essere concessi al lavoratore familiare di soggetto con disabilità soltanto a specifiche condizioni, ovvero:

a condizione che la persona handicappata non sia ricoverata a tempo pieno, il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravita’, coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravita’ abbiano compiuto i sessantacinque anni di eta’ oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa. Il predetto diritto non può essere riconosciuto a più di un lavoratore dipendente per l’assistenza alla stessa persona con handicap in situazione di gravita’. Per l’assistenza allo stesso figlio con handicap in situazione di gravita’, il diritto e’ riconosciuto ad entrambi i genitori, anche adottivi, che possono fruirne alternativamente.

(art. 33, comma 3, legge 104/92)

Nel testo dell’articolo si legge chiaramente che i permessi sono concessi a chi assiste un familiare affetto da disabilità grave e quindi, nel caso di utilizzo dei permessi legge 104 per finalità diverse, scatta l’abuso e le sanzioni. A stabilirlo è stata inoltre più volte la Corte di Cassazione e di seguito alcune sentenze in cui i pareri dei Giudici hanno disposto abuso e sanzioni per il lavoratore. Vediamoli.

Permessi legge 104: abuso e sanzioni, le sentenze della Cassazione

In caso di abuso di permessi da legge 104 si può essere puniti con una sanzione da parte del datore di lavoro che può portare al licenziamento. Quando?

L’abuso dei permessi retribuiti per l’assistenza di un familiare disabile si concretizza quando durante le ore di assenza da lavoro si svolgono mansioni diverse a quelle necessarie per l’assistenza del disabile.

Ciò non vuol dire che il lavoratore debba rimanere a casa o che i permessi legge 104 siano fruibili soltanto per scopi strettamente legati a cure mediche ma che, nel caso in cui le ore di permesso retribuite siano utilizzati per motivi totalmente estranei all’assistenza del familiare disabile, si tratterebbe di una vera e propria frode e quindi di abuso punito con relative sanzioni.

Il datore di lavoro può applicare sanzioni che portano al licenziamento per giusta causa del lavoratore titolare di permessi legge 104 qualora le ore di assenza dal lavoro siano utilizzate per svolgere attività personali diverse da quelle riconducibili all’assistenza.

Recentemente la Corte di Cassazione, con sentenza 9217 del 6 maggio 2016 ha stabilito che il licenziamento del lavoratore che abusa dei permessi concessi dalla legge 104 è da considerarsi legittimo e quindi in questi casi si tratta di sanzione giusta e proporzionata alla gravità della condotta e alla frode del lavoratore nei confronti dell’Inps, ente erogatore della prestazione, ma anche del datore di lavoro.

La sanzione per abuso di permessi retribuiti da legge 104 comporta quindi il licenziamento per giusta causa e senza preavviso a causa di abuso di diritto e frode lesiva nei confronti del datore di lavoro e dell’Inps per erogazione e percezione indebita di indennità dovuta per prestazioni assistenziali verso soggetti affetti da disabilità.

Per tutte le agevolazioni e detrazioni previste dalla legge 104/92, ti rimandiamo alla nostra guida -> Legge 104: permessi lavoro, agevolazioni fiscali e detrazioni per disabili

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