Dichiarazione dei redditi addio tra 5 anni e Tari gonfiata: tra promesse e realtà

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Dichiarazione dei redditi addio tra 5 anni. Lo annuncia Ruffini, negli stessi giorni in cui scoppia il caos Tari gonfiata dai Comuni...

Dichiarazione dei redditi addio tra 5 anni e Tari gonfiata: tra promesse e realtà

Dichiarazione dei redditi verso il capolinea: ad annunciarne l’addio è il Direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Una promessa che arriva lo stesso giorno in cui scoppia a livello mediatico il caos della Tari gonfiata dai Comuni, con calcolo errati che hanno costretto milioni di cittadini a pagare spesso il triplo rispetto a quanto dovuto.

Due vicende diverse e che probabilmente è anche sbagliato accostare ma che in ogni caso impongono di riflettere.

Ernesto Maria Ruffini, in un’intervista a Repubblica, ha dichiarato che tra 5 anni non sarà più necessario fare la dichiarazione dei redditi perché l’Agenzia delle Entrate avrà a disposizione tutti i dati dei contribuenti.

Se è vero che da qui a cinque anni l’Agenzia delle Entrate potrà compilare autonomamente la dichiarazione dei redditi dei cittadini italiani, sia il modello 730 che la dichiarazione dei titolari di partita IVA appartenenti al regime contabile semplificato, non si può non pensare che di strada ce ne sia da fare ancora parecchia.

E, ancor prima di costruire una banca dati integrata e completa nella quale depositare tutte le informazioni dei contribuenti, è necessario riconquistare la fiducia dei cittadini.

Dopo il caos spesometro, con i dati di milioni di contribuenti messi a disposizione di tutti e per il quale ad oggi sembrano non ci siano colpevoli e dopo l’ennesimo caos sul calcolo della Tari da parte dei Comuni, l’addio alla dichiarazione dei redditi sembra essere una promessa che tiene poco conto delle realtà.

Dichiarazione dei redditi addio tra 5 anni e Tari gonfiata: tra promesse e realtà

L’intervista rilasciata dal Direttore delle Entrate Ruffini ha subito causato commenti e reazioni. Tra i primi che vale senza dubbio la pena di prendere in considerazione ci sono quelli degli addetti ai lavori.

Quale contribuente si fiderebbe, oggi, di un’Agenzia delle Entrate come consulente? La risposta è facile e quasi scontata se si tiene in considerazione il caos fiscale al quale si sta assistendo negli ultimi tempi, con la complicità di MEF e Governo.

Annunciare l’addio alla dichiarazione dei redditi, oggi, vuol dire far tornare alla mente quanto successo con lo spesometro, quando improvvisamente si è scoperto che i dati Iva trasmessi sul portale dell’Agenzia delle Entrate sarebbero stati accessibili a tutti.

Se si pensa che si tratta di dati strettamente privati e personali, ovvero dell’elenco di fatture ed operazioni effettuate da un’imprenditore a qualsiasi titolo, il fatto è di una gravità che, oggi, sembra esser stata dimenticata e che è destinata a non trovare un colpevole.

Non importa che la dichiarazione dei redditi alla quale si riferiva Ruffini fosse il modello 730 di lavoratori dipendenti e pensionati oppure la dichiarazione dei titolari di partita IVA nel regime contabile semplificato. La verità è che l’attuale sistema fiscale lascia poco spazio alla fiducia e le promesse e intenzioni dell’Agenzia delle Entrate si scontrano con l’amara realtà.

Tari gonfiata dai Comuni, la realtà è ben altra cosa

Accanto alla notizia dell’addio alla dichiarazione dei redditi tra cinque anni, la rassegna stampa del weekend e di oggi in tema fiscale è stata dominata dalla notizia del caos sulla tassa rifiuti.

Per anni, si apprende, i comuni hanno gonfiato la Tari, calcolando la quota variabile più volte e non sulla superficie totale dell’immobile ma separatamente per immobile abitato e pertinenze (garage, box auto, cantine).

Il MEF ha annunciato che presto diramerà una circolare con le istruzioni e le regole per le richieste di rimborso. Molti cittadini, con l’assistenza degli sportelli per i diritti dei consumatori, si stanno già muovendo per presentare domanda.

Quali saranno i tempi per vedersi riconosciuto il diritto a ricevere i propri soldi indebitamente versati?

Dobbiamo diminuire drasticamente il tempo. Quando il Fisco commette un errore, può e deve restituire i soldi con gli interessi.

Ci piace pensare sia davvero così, come dichiarato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini.

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