Superbonus: il testo dell’emendamento del Governo approvato. Le novità in arrivo

Tommaso Gavi - Irpef

Superbonus, approvato l'emendamento del Governo al DL n. 39/2024. Il testo presentato in Commissione Finanze del Senato ha ottenuto il via libera. L'analisi delle novità in arrivo

Superbonus: il testo dell'emendamento del Governo approvato. Le novità in arrivo

Superbonus, nuova stretta per effetto dell’emendamento del Governo al Decreto Legge n. 39/2024.

Il testo dell’emendamento, che era stato presentato in Commissione Finanze e Tesoro del Senato, è stato approvato. Arriva la conferma delle prime anticipazioni sulle novità.

Tra le misure trova spazio il provvedimento che renderà obbligatorio l’utilizzo del superbonus in 10 anni per le spese sostenute nel 2024. I crediti sono invece esclusi.

Nuove regole saranno previste anche per le compensazioni, con il divieto rispetto all’utilizzo dei contributi previdenziali limitato però a banche e altri intermediari finanziari.

Nell’emendamento dell’esecutivo prende forma anche l’istituzione di un fondo per il Terzo settore.

Superbonus: il testo dell’emendamento del Governo

È stato presentato nella serata del 10 maggio l’atteso emendamento del Governo al DL n. 39/2024, con una nuova stretta in materia di superbonus.

L’approvazione è arrivata ieri, 14 maggio, dopo una giornata di accese discussioni nell’esecutivo.

Prima di analizzare le novità previste, si mette di seguito a disposizione il testo integrale pubblicato dal Senato:

Superbonus - il testo dell’emendamento del Governo al DL n. 39/2024
Dallo spalmacrediti ai nuovi divieti di compensazione, scarica l’emendamento presentato in Commissione Finanze e Tesoro del Senato

Superbonus, le novità in arrivo: dallo spalmacrediti alla stretta alla compensazione con F24

Tante le novità previste dall’emendamento del Governo sul testo del decreto n. 39/2024.

Come anticipato al termine dei lavori della Commissione Finanze del Senato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, sarà resa obbligatoria la fruizione in 10 anni per le detrazioni del superbonus.

L’intervento non sarà retroattivo ma si applicherà per i lavori le cui spese sono state sostenute nell’anno 2024. Sono invece esclusi i crediti.

Una misura con l’obiettivo di riallineare le stime del deficit del 2025 e del 2026, differenti rispetto a quelle delle previsioni della NADEF 2023 anche per effetto dell’impatto del superbonus.

L’allungamento della fruizione in compensazione rischia di mettere in difficoltà imprese, banche e intermediari finanziari che, senza poterlo scegliere, avranno tempi di recupero delle somme più lunghi rispetto ai 4 o 5 anni attualmente previsti per i lavori del superbonus.

Sulla compensazione è prevista un’ulteriore stretta che interesserà però esclusivamente banche e altri intermediari finanziari. È previsto il divieto di utilizzo dei contributi previdenziali per la compensazione, oltre a quello dell’utilizzo della cessione del credito per le rate delle agevolazioni successive, non ancora fruite.

Si chiude la porta per la remissione in bonis per gli errori formali nelle comunicazioni inviate entro lo scorso 4 aprile. La novità non è contenuta nella versione approvata dell’emendamento, nonostante le richieste da parte di alcune associazioni di categoria.

Un ultimo punto dell’intervento riguarda le cessioni del credito che possono essere assimilate a operazioni definite usuraie. La norma interviene per “penalizzare” banche e assicurazioni che hanno acquistato i crediti a un prezzo inferiore al 75 per cento del valore nominale. In questo caso l’utilizzo viene allungato a sei anni.

Superbonus: il potenziamento dei controlli ai comuni e il fondo per il Terzo settore

Oltre alle nuove misure introdotte, nell’emendamento trova spazio una misura interpretativa per potenziare i controlli da parte dei Comuni.

L’intensificazione delle attività di vigilanza potrebbe essere favorita dalla possibilità per gli enti locali di vedersi riconosciuta una quota del 50 per cento delle somme riscosse a titolo definitivo, sia in relazione alle imposte e che alle sanzioni conseguenti alle attività di accertamento.

Di tutt’altra natura è invece la misura che interesserebbe gli enti del Terzo settore, per i quali il decreto n. 39 del 2024 ha previsto il divieto della cessione del credito, ampliando la platea dei soggetti già stabilita dal precedente decreto Blocca Cessioni (DL n. 11/2023).

Nell’emendamento è prevista la costituzione di un fondo pari a 100 milioni per riconoscere ai soggetti un sostegno diretto alla riqualificazione energetica e strutturale degli immobili, per i soggetti che non possono utilizzare la detrazione.

Per l’ufficialità si dovrà tuttavia attendere la conclusione dell’iter parlamentare della legge di conversione del decreto n. 39/2024, che dovrà concludersi entro 60 giorno da conteggiare a partire dallo scorso 30 marzo (quindi entro il 29 maggio).

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