Bollette 28 giorni: cosa cambia? Ecco le novità in 5 punti

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazioni e adempimenti

Bollette 28 giorni vietate: lo prevede un emendamento al DL fiscale 148/2017 approvato il Commissione. Cosa cambia per i consumatori? Ecco le novità previste.

Bollette 28 giorni: cosa cambia? Ecco le novità in 5 punti

Bollette 28 giorni, saranno vietate: l’emendamento al Decreto Legge fiscale 148/2017 del relatore Silvio Lai è stato approvato dalla Commissione Bilancio del Senato.

Operatori di telefonia e Pay Tv dovranno inviare bollette ogni 30 giorni: torna l’obbligo di fatturazione mensile, novità introdotta per evitare che i consumatori fossero costretti a pagare 13 mesi di abbonamento al posto di 12.

Cosa cambia per i consumatori? Le novità sono tante e non si fermano al divieto di bollette a 28 giorni.

Tra queste vi è la possibilità che, come dichiarato dall’AGCOM, le compagnie telefoniche e le Pay Tv vengano obbligate a rimborsare i propri clienti, ma non solo.

C’è già chi ipotizza rincari oltre l’8% al fine di compensare le minori entrate dovute all’obbligo di fatture mensili ogni 30 giorni.

Per cercare di capire cosa cambia e quali sono le novità introdotte vediamo di seguito cosa prevede l’emendamento che introduce il divieto di bollette a 28 giorni e ripristina la vecchia fatturazione mensile per abbonamenti di telefono e Pay Tv.

Bollette 28 giorni: cosa cambia? Ecco le novità

L’emendamento al Decreto Legge in materia fiscale 148/2017 prevede che le imprese telefoniche, tv e servizi di comunicazione elettronica tornino obbligatoriamente alla fatturazione mensile.

Il divieto delle bollette a 28 giorni, sul quale il dibattito è aperto ormai da tempo, diventa ora legge.

I gestori di telefonia come Tim, Vodafone e Wind, così come le televisioni a pagamento, Sky per tutte, dovranno tornare ad inviare le bollette ogni 30 giorni: termini di fatturazione naturali che, negli ultimi anni, sono stati progressivamente sostituiti dalle famose 13 bollette all’anno.

Un mese in più di abbonamento da pagare nel corso dell’anno, che a partire dall’entrata in vigore della legge di conversione del DL fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2018 diventerà ufficialmente vietato.

Quali sono le novità previste? Analizziamole di seguito in 5 punti.

1. Obbligo di fatture mensili, vietate bollette 28 giorni

Al centro delle novità per i consumatori vi è l’obbligo, per le imprese telefoniche, tv e servizi di comunicazione elettronica, di tornare alle bollette mensili.

Viene vietata per legge la fatturazione ogni 28 giorni, pratica che già l’AGCOM aveva sanzionato ma che, prima del DL fiscale 148/2017, era stata ancora ampiamente utilizzata da operatori di telefonia e Pay Tv.

2. Esclusi abbonamenti a breve scadenza, gas e luce

Le nuove regole escludono dal nuovo obbligo di rinnovo mensile le promozioni non rinnovabili e di durata inferiore al mese, come ad esempio le promozioni telefoniche attivate in estate o nel periodo di Natale, così come le bollette di gas e luce.

In questo caso, infatti, la fatturazione in bolletta è effettuata sulla base dei consumi e l’invio a cadenza mensile o ogni 28 giorni non arreca un danno per il consumatore.

3. 120 giorni di tempo per compagnie telefoniche e tv

L’emendamento prevede per le compagnie telefoniche e le Pay Tv l’obbligo di adeguarsi alle nuove disposizioni entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del DL fiscale 148/2017 e, verosimilmente, le fatture torneranno ad essere a cadenza mensile a partire dai primi mesi del 2018.

4. Rimborsi in caso di violazioni

Sanzioni per le compagnie che non si adegueranno alla nuova legge. Per chi continuerà a fatturare ogni 28 giorni è previsto l’obbligo di rimborso per i consumatori.

Il rimborso sarà pari ad un importo forfettario di 50 euro, che verrà erogato in favore del consumatore, con l’aggiunta di 1 euro di maggiorazione per ogni giorno successivo alla scadenza del termine di 30 giorni per l’erogazione dell’indennizzo.

Tuttavia ulteriori novità potrebbero arrivare proprio sul fronte dei rimborsi: l’AGCOM ha infatti richiesto non soltanto indennizzi per violazioni successive all’entrata in vigore della nuova legge, ma anche pregressi.

Tale richiesta si lega al fatto che, già dal 23 giugno 2017, l’Autorità Garante per le Comunicazioni aveva dichiarato illegittima la fatturazione a 28 giorni per i servizi fissi di telefonia, imponendo quindi il ritorno alle bollette mensili.

L’Unione Nazionale Consumatori chiede dunque di inserire, in corso di conversione del DL fiscale 148/2017, una norma che imponga rimborsi anche per le fatture di telefonia fissa già pagate per violazione della delibera dell’AGCOM.

5. Aumenterà il costo degli abbonamenti?

La nuova legge si ritorcerà contro gli stessi consumatori? Con la fatturazione a 28 per gli abbonamenti di telefono e tv le compagnie di servizi hanno guadagnato all’incirca 1 miliardo di euro in più.

Tale costo verrà meno a partire dal 2018, quando diventerà obbligatorio tornare alle bollette mensili. Allo stato attuale è stimato un risparmio dell’8,5% per i consumatori, pari insomma ad una mensilità.

Non è escluso però che il prezzo del divieto venga fatto ricadere dalle compagnie private ancora una volta a carico dei cittadini.

Il rischio è che dal 2018 i consumatori si trovino a far fronte ad un aumento del costo degli abbonamenti. Un cane che si morde la coda che, tuttavia, è al momento soltanto un’ipotesi.

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