Aliquote e scaglioni IRPEF 2024

Aliquote IRPEF 2024 e scaglioni di reddito: guida al calcolo dell'imposta, istruzioni e novità

Aliquote e scaglioni IRPEF 2024

Aliquote IRPEF 2024 e scaglioni di reddito: come si calcola l’imposta sul reddito delle persone fisiche?

L’avvio dei lavori per l’attuazione della riforma fiscale ha portato ad alcune importanti novità in materia di IRPEF a partire dal 1° gennaio 2024.

Il decreto legislativo n. 216 del 30 dicembre 2023 ha ridotto da quattro a tre le aliquote IRPEF e i relativi scaglioni di reddito, con novità anche sul fronte delle detrazioni fiscali sui redditi da lavoro.

Il calcolo dell’IRPEF per il 2024 è quindi condizionato dalle ultime novità introdotte, che hanno rivisto anche le regole relative alla no tax area e quindi ai cosiddetti incapienti.

A fornire le istruzioni operative sulle novità introdotte è la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 2/E/2024, che illustra le regole per l’applicazione delle aliquote IRPEF sulla base degli scaglioni di reddito.

Di seguito un focus su come funziona l’IRPEF e come fare il calcolo dell’imposta dovuta.

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IRPEF 2024, aliquote e scaglioni: tutte le novità e come fare il calcolo

IRPEF 2024: aliquote e scaglioni

A disciplinare la struttura dell’IRPEF è l’articolo 11 del TUIR, contenuto nel DPR n. 917/1986.

Il decreto legislativo sulla riforma dell’IRPEF ha previsto la riduzione delle aliquote da quattro a tre, con il conseguente accorpamento dei primi due scaglioni di reddito.

Nella tabella la struttura della nuova IRPEF 2024:

Aliquote IRPEF 2024Scaglioni di reddito
23 per cento Fino a 28.000 euro
35 per cento Da 28.001 a 50.000 euro
43 per cento Da 50.001

Il testo, esclusivamente per il 2024, prevede l’applicazione dell’aliquota IRPEF del 23 per cento allo scaglione di reddito fino a 28.000 euro, contro i 15.000 euro previsti a regime.

Inalterati invece gli scaglioni IRPEF 2024 successivi e le relative aliquote, che arrivano fino al 43 per cento per i redditi che superano i 50.000 euro.

Aliquote IRPEF e scaglioni di reddito sono quindi così strutturati dal 1° gennaio 2024:

  • 23 per cento per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35 per cento per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43 per cento per i redditi che superano 50.000 euro.

Fino al 31 dicembre 2023 la curva delle aliquote IRPEF era invece così strutturata:

  • 23 per cento fino a 15.000 euro di reddito;
  • 25 per cento oltre i 15.000 euro e fino a 28.000 euro di reddito;
  • 35 per cento oltre i 28.000 euro e fino a 50.000 euro di reddito;
  • 43 per cento oltre i 50.000 euro.

IRPEF 2024, la circolare n. 2/E dell’Agenzia delle Entrate

Per i primi chiarimenti operativi sulle novità in vigore dal 1° gennaio si allega di seguito la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 2/E del 6 febbraio 2024:

Agenzia delle Entrate - Circolare numero 2 del 6 febbraio 2024
Attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi - Decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216

Aliquote IRPEF 2024 e scaglioni di reddito: le novità sulla no tax area

Il decreto legislativo in materia di riforma IRPEF modifica anche la no tax area per i lavoratori dipendenti.

Si ricorda infatti che l’IRPEF non è dovuta sui redditi che non superano le soglie fissate per legge e con l’accorpamento delle prime due aliquote è salita anche la detrazione fissa riconosciuta sui redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro che, così come previsto per i pensionati, è passata a 1.955 euro rispetto ai 1.880 euro previsti fino al 31 dicembre 2023.

Per il periodo d’imposta 2024 sono di conseguenza totalmente esentati dal versamento delle imposte i lavoratori dipendenti titolari di redditi fino a 8.500 euro, rispetto agli 8.145 euro previsti fino allo scorso anno, stessa soglia prevista per i pensionati.

Resta invece immutata la soglia per i lavoratori autonomi, ancorata anche nel 2024 all’importo di 5.500 euro.

No tax area 2024Contribuenti
8.500 euro Dipendenti
8.500 euro Pensionati
5.500 euro Autonomi

Calcolo IRPEF 2024, come fare? Regole ed esempio

Una delle caratteristiche dell’IRPEF è la sua progressività. Superato uno scaglione di reddito, l’aliquota successiva si applica quindi solo sulla parte di reddito eccedente.

Appare quindi utile soffermarsi sulle regole per calcolare l’IRPEF dovuta e, in primo luogo, sarà necessario conoscere due informazioni:

  • l’importo dello stipendio lordo;
  • gli scaglioni IRPEF

Si dovrà quindi:

  • determinare il reddito mensile;
  • sottrarre gli oneri deducibili per ottenere l’imponibile fiscale;
  • applicare la relativa aliquota IRPEF e calcolare l’imposta lorda;
  • sottrarre dall’imposta lorda le detrazioni fiscali IRPEF.

È opportuno sottolineare che concorrono al reddito mensile le seguenti somme:

  • lo stipendio al netto dei contributi INPS a carico del lavoratore;
  • le indennità di trasferta;
  • la parte imponibile delle indennità e degli assegni vari (esclusi quelli per il nucleo familiare).

Come già spiegato in precedenza, nel caso in cui i redditi non raggiungano il tetto di 8.500 euro l’imposta non è dovuta.

In base al principio della progressività, stabilito dall’articolo 53 della Costituzione, si deve considerare che si applica l’aliquota più bassa alla prima parte di reddito, secondo gli scaglioni stabiliti.

A partire dal secondo scaglione la seconda aliquota si applica sulla parte di reddito che eccede lo scaglione precedente.

Fare un esempio numerico può essere utile per avere chiare le regole di calcolo.

Ipotizzando di avere un soggetto con un reddito lordo di 30.000 euro, lo stesso dovrà pagare l’IRPEF 2024 per i primi due scaglioni:

  • il reddito fino a 28.000 euro verrà assoggettato all’aliquota al 23 per cento;
  • la parte rimanente, pari a 200 euro, verrà assoggettata all’aliquota del 35 per cento.

A livello operativo, l’IRPEF complessiva dovuta al lordo di ulteriori oneri detraibili sarà quindi pari ad un totale di 6.440 euro fino a 28.000 euro, mentre sui 2.000 euro che eccedono l’IRPEF dovuta applicando l’aliquota del 35 per cento sarà pari a 700 euro.

In totale quindi, l’IRPEF lorda dovuta nell’esempio riportato sarà pari a 7.140 euro.

IRPEF 2024: detrazioni e trattamento integrativo

Il ritocco della no tax area IRPEF è stato attuato mediante una revisione degli importi della detrazione sui redditi da lavoro dipendente. Una modifica tecnica ai valori indicati dall’art. 13, comma 1, lettera a), del TUIR, con un rialzo di 75 euro volto a portare la somma spettante fino a 15.000 euro a 1.955 euro.

Conseguentemente vengono modificate anche le regole per il calcolo dei requisiti d’accesso al bonus IRPEF, il trattamento integrativo disciplinato dall’articolo 1 del decreto legge n. 3/2020.

Hanno diritto al bonus di 100 euro in busta paga, pari in totale a 1.200 euro, i lavoratori dipendenti la cui imposta lorda sia di importo superiore alle detrazioni per lavoro dipendente, ma da queste dovrà essere sottratto un importo pari a 75 euro.

Una modifica di raccordo volta ad assicurare il riconoscimento del trattamento integrativo di 100 euro ai lavoratori dipendenti già beneficiari, senza modifiche sul fronte dei beneficiari.

A partire dal 1° gennaio 2024 quindi, il diritto al bonus di 100 euro al mese in busta paga è garantito ai dipendenti con redditi fino a 15.000 euro, qualora l’imposta lorda dovuta sia di importo superiore alle detrazioni IRPEF spettanti, pari a 1.955 euro per periodo d’imposta, ma da queste bisognerà sottrarre l’importo di 75 euro rapportato al periodo di lavoro nell’anno.

IRPEF 2024: le detrazioni sui redditi da lavoro dipendente e autonomo

Sul calcolo IRPEF incidono anche le detrazioni riconosciute, tra cui quelle per lavoro dipendente e autonomo.

Appare quindi utile fornire un quadro degli importi riconosciuti.

Le detrazioni sui redditi da lavoro dipendente sono disciplinate dall’articolo 13 del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR) e sono riconosciute secondo i seguenti importi:

  • 1.955 euro, se il reddito complessivo non supera 15.000 euro (l’importo minimo della detrazione riconosciuta è pari a 690 euro. In caso di lavoro a tempo determinato, non può essere inferiore a 1.380 euro);
  • 1.910 euro, aumentata del prodotto tra 1.190 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 13.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 28.000 euro;
  • 1.910 euro, se il reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 50.000 euro (la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 50.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 22.000 euro).

Per chi percepisce un reddito compreso tra i 25.000 e i 35.000 euro è riconosciuto un importo aggiuntivo di 65 euro. Per i redditi sopra i 50.000 euro non è prevista alcuna detrazione.

Gli importi di reddito e le misure delle detrazioni sono riportati nella tabella riassuntiva.

REDDITO COMPLESSIVOMISURA DELLA DETRAZIONE
Reddito complessivo non superiore a 15.000 euro 1.955 euro (in ogni caso non inferiore a 690 euro, se a tempo determinato, a 1.380 euro)
Reddito complessivo superiore ai 15.000 euro e fino a 28.000 euro 1.910 + 1.190 x [(28.000-reddito complessivo)/13.000)]
Reddito complessivo superiore a 28.000 euro e fino a 50.000 euro 1.910 x [(50.000 reddito complessivo)/22.000)]
Reddito complessivo superiore a 50.000 euro Nessuna detrazione
  • L’importo della detrazione va aumentato di 65 euro per i redditi complessivi superiori a 25.000 euro e fino a 35.000 euro.

Per i redditi da lavoro autonomo, le regole di riferimento sono invece contenute al comma 5 dell’articolo 13 del Testo unico n. 917/1986.

La detrazione IRPEF sui redditi dai lavoratori autonomi, quali professionisti, titolari di impresa individuale e titolari di partita IVA, che svolgono attività lavorativa sia di carattere continuativo che collegato a prestazioni occasionali è pari a 1.265 euro fino a 5.500 euro di reddito.

Superata tale soglia, l’importo spettante diminuisce e bisognerà tener presenti le istruzioni specifiche di calcolo previste per il proprio scaglione di reddito.

I valori delle detrazioni 2024 per i lavoratori autonomi, con le istruzioni per il calcolo, sono riassunti nella tabella di seguito.

Reddito complessivo annuo Detrazione annua autonomi 2023 e modalità di calcolo
Fino a 5.500 euro 1.265 euro
Da 5.500,01 euro e fino a 28.000,00 euro 500 + 765 x [(28.000-reddito)/(22.500)]
Da 28.000,01 euro e fino a 50.000,00 euro 500 x [(50.000-reddito)/(22.000)]
Da 50.000,01 nessuna detrazione

In aggiunta, è prevista una ulteriore detrazione di 50 euro per i lavoratori autonomi con redditi annui compresi tra 11.000 e 17.000 euro.

Le addizionali IRPEF 2024

Quando si parla di IRPEF non si può che far riferimento anche alla disciplina delle addizionali regionali e comunali.

Oltre all’imposta nazionale, i contribuenti sono infatti tenuti a versare l’IRPEF anche in favore degli enti territoriali, secondo le regole e le agevolazioni stabilite da ciascuna Regione o Comune di riferimento.

Su questo fronte è bene ricordare che la riforma delle aliquote non ha impatti in relazione all’articolazione delle addizionali, tenuto conto che il decreto legislativo n. 216/2023, nelle more del riordino della fiscalità degli enti territoriali, ha sancito la possibilità per regioni e comuni di determinare aliquote differenziate dell’addizionale regionale all’IRPEF sulla base dei quattro scaglioni di reddito vigenti fino al 31 dicembre 2023:

  • fino a 15.000 euro;
  • oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro;
  • oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • oltre 50.000 euro

La riforma IRPEF ha quindi impatto zero sulle addizionali, in attesa di un riordino generalizzato delle regole fiscali degli enti locali.

Novità IRPEF nel 2025?

Le novità introdotte dal 1° gennaio 2024 sul fronte dell’articolazione dell’IRPEF hanno inaugurato un percorso che, stando al programma di Governo, dovrà portare all’introduzione della flat tax per tutti.

Obiettivo ambizioso e controverso, per il quale in ogni caso si andrà per gradi e ulteriori modifiche potrebbero entrare in campo già per il prossimo anno.

L’impegno più volte evidenziato dai rappresentanti del MEF, e in particolare dal Viceministro dell’Economia Maurizio Leo, è in primis di confermare la riduzione delle aliquote già prevista dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024 ma, con l’avvio del concordato preventivo biennale e nell’ottica di un rapporto più collaborativo tra Fisco e contribuenti, l’impegno è quello di ridurre ulteriormente le aliquote IRPEF.

Si parla quindi della previsione di un’IRPEF strutturata su due aliquote, dopo la riduzione a tre livelli di tassazione prevista dal primo modulo di riforma delle imposte sui redditi delle persone fisiche.

Le novità che quindi potrebbero prendere piede già nel 2025 puntano ad agevolare le classi medie che, stando alle dichiarazioni del Viceministro Leo, sono penalizzate dall’attuale meccanismo a tre aliquote e dal taglio delle detrazioni fiscali.

Il tutto però a patto che i primi passi avviati con l’attuazione della riforma fiscale portino a maggiori entrate per lo Stato.

In tal senso sarà rilevante monitorare gli incassi che genererà l’avvio del concordato preventivo biennale per le partite IVA che, qualora dovessero rivelarsi sufficienti, potrebbero fare da base all’avvio di un’IRPEF a due aliquote dal 2025.

Per il momento si tratta di buoni propositi, la cui possibilità di effettiva realizzazione fa i conti con la necessità per il Governo di assicurare l’equilibrio della finanza pubblica.

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